“La 777 è proprio l’auto come dico io”
IL BISOGNO DI VELOCITÀ. In tempi mai così complessi e complicati per il mondo dell’auto, mette di buon umore fare quattro chiacchiere con chi si dedica anima e corpo al settore ed è perennemente a caccia di nuove idee. Abbiamo incontrato Andrea Levy nei padiglioni di Milano AutoClassica, che si è tenuta dal 18 a 20 novembre scorsi, dove l’imprenditore torinese, davanti allo stand della sua collezione 777 Club, ha schierato tre supercar con le quali, ogni volta che può, si concede un weekend di velocità pur in pista.
Porsche, Ferrari, Dallara, ma ora c’è anche 777 Motors tra i marchi automobilistici che fanno sognare. Quando, come e da dove è nata l’idea di questa nuova avventura come costruttore di hypercar?
Chi mi conosce sa bene quanto ami le auto super sportive e correre in pista. Il progetto di costruire una hypercar che corrispondesse al 100% ai miei gusti è nato circa tre anni fa. Girare per circuiti fa parte del mio lavoro e assistendo alle grandi gare di durata come le 24 Ore di Le Mans e Daytona sono rimasto affascinato dalla brutalità dei prototipi. Vederli letteralmente sverniciare anche le più potenti GT in circolazione mi ha fatto comprendere ancora più in profondità due aspetti che ho sempre ritenuto fondamentali e imprescindibili, quando si parla di un’auto da competizione, e cioè la leggerezza e l’aerodinamica. Così mi sono detto: perché non coinvolgere i migliori sulla piazza e provarci in prima persona?
Tra i partner principali della neonata 777 Motors c’è la Dallara
Ho subito pensato al team Dallara, che per me nel tempo è diventato un po’ come una seconda famiglia. Sono orgogliosamente proprietario della prima Stradale costruita ed è senza dubbio la macchina che preferisco, quando si tratta di guidare sul serio e cercare il tempo in pista. Non ha una potenza esagerata, ma è leggera e incollata all’asfalto grazie a un’aerodinamica molto avanzata. Ecco, nella 777 hypercar abbiamo voluto trasferire proprio questi concetti, questa idea del puro piacere di guida.
Il tutto, però, portato a un livello più alto: 730 CV, in rapporto a un peso a vuoto di 900 kg, fanno paura. Insomma, una cosa per pochi, considerato anche il prezzo di 7 milioni di euro
Ovviamente stiamo parlando di una macchina super esclusiva, e che, come tale, permette di staccare un biglietto per un club altrettanto esclusivo. Ne costruiremo solo sette, e per consentire ai futuri proprietari di sfruttarne appieno e in totale sicurezza le prestazioni abbiamo disegnato un’esperienza che va oltre l’auto. Invieremo loro un simulatore professionale dal valore di 100.000 euro e uno speciale macchinario per rinforzare il collo, abituandolo a sopportare le incredibili forze che si generano nella guida estrema. Siamo nell’ordine dei 4g, un valore impressionante, se si pensa che con una vettura stradale ad altissime prestazioni come la Porsche 911 GT3 si raggiungono al massimo accelerazioni e decelerazioni di 1,8-2g”.
Ci vuole davvero il fisico, quindi: impossibile improvvisarsi
Sì, allenarsi prima di mettersi al volante della 777 hypercar è più che consigliato. Le auto verranno consegnate nel 2025, quindi i clienti hanno tutto il tempo per mettersi in forma (scherza, ndr). Poi c’è una parte altrettanto fondamentale, che riguarda l’allenamento virtuale: i proprietari della 777 hypercar, oltre a fare pratica nelle loro case, potranno accedere agli avanzatissimi simulatori della Dallara con cui si allenano i piloti di F1 e del WEC. Uno è qui in Italia, l’altro negli Stati Uniti, all’interno del circuito di Indianapolis.
Parliamo del motore. Per spremere cavalli extra in abbondanza sarebbe stato più “facile” puntare sull’accoppiata tra turbo e ibrido. Invece avete optato per un aspirato “vecchia scuola”. Come mai?
Perché, molto semplicemente, desideravamo un motore capace di coinvolgere tutti i sensi del pilota, a cominciare naturalmente dal rumore e dall’erogazione della potenza. Stiamo parlando di un 4.5 V8 aspirato derivato dall’esperienza nelle gare di durata e che tira fino a 9000 giri. È stato progettato e sarà costruito dalla Gibson, un’azienda di Leeds che fa motori da corsa da oltre trent’anni. Sono volato in Inghilterra ogni volta che c’era uno step importante da decidere. Ho seguito il progetto da vicino e posso garantirvi che è un motore da urlo.
E poi è alimentato a biocarburante, il che non guasta in tempi in cui l’attenzione nei confronti dell’impatto ambientale delle automobili è ai massimi storici
È ovvio che nel progetto di un’auto del genere, concepita per un esclusivo uso in pista, le emissioni inquinanti vengono dopo molte altre cose. Comunque, sul tema siamo molto attenti e con l’utilizzo di carburanti sintetici siamo riusciti ad abbatterle del 65%. Un gran bel risultato per una macchina pensata per arrivare a 370 km/h su un circuito.
Con l’accordo politico di fine ottobre, l’Unione europea è a un passo dall’ok definitivo al divieto di vendita delle auto con motore termico dal 2035. E, con l’aria che tira, potrebbero non esserci deroghe nemmeno per i “piccoli” costruttori di supercar. Saranno gli e-fuel a salvare le supercar a benzina dall’elettrificazione di massa?
È evidente che non sono le poche super sportive con motore termico in circolazione a decidere le sorti del pianeta. Mi auguro perciò che, rispettando le più severe normative Euro7 e con i biocarburanti, le supercar con motore endotermico possano continuare a esistere. Senza nulla togliere all’elettrico puro, è innegabile che guidando un’auto a corrente, pur super performante, si perdono due sensi su cinque: dove vanno a finire l’udito e l’olfatto, senza il rombo di un motore a pistoni e gli odori caratteristici di un’auto da corsa? E poi c’è un problema di bilancia: le supercar elettriche sono troppo pesanti. Avranno anche molti più cavalli di quelle a benzina, ma il piacere di guida non è lo stesso.