C’erano una volta le Morgan, per fortuna ci sono ancora
IMMUTABILI E INIMITABILI. Esistono due elementi simbolici che più più di altri raccontano la storia della Morgan: da un lato le lavorazioni in legno di frassino, impiegato anche a integrazione del telaio, dall’altro le iconiche 3-wheelers. Ancora oggi, infatti, la gamma Morgan sfoggia la Super3, della quale abbiamo scritto recentemente, che si rifà a un’usanze degli inizi del Novecento e alla primissima produzione della casa inglese. Tanto era “ordinario” quel modo di progettare che, quando fu deciso di mettre in produzione una Morgan con quattro ruote nel 1936, venne spontaneo adottare la sigla 4/4 : 4 cilindri e 4 ruote. Poi, nel 1950, divenne Morgan +4 quando dal motore originario di 1,1 litri, si passò a un’unità “plus” di 2 litri.
UNA MANO DALLA BMW. Questa breve introduzione storica serve per arrivare alle Morgan Plus 4 e Plus 6 di oggi, che sono state aggiornate ma utilizzano sempre motori e cambi BMW, attorno ai quali continua ad esserci un telaio e una carrozzeria che conservano l’artigianalità delle lavorazioni in alluminio e legno. Gli ordini sulle rinnovate Plus 4 e Plus 6 2023 sono aperti, la produzione partirà a gennaio e i prezzi in Italia, dove le vetture inglesi sono importate da Romeo Ferraris, sono di 92.966 euro nel primo caso e di 116.304 euro, chiavi in mano.
AGGIORNAMENTI COL CONTAGOCCE. Ma come come cambiano queste due roadster? Sono per lo più novità che riguardano i materiali e il comfort a bordo. Sono stati introdotti tessuti con lavorazioni più accurate, accostamenti a due tonalità e 7 opzioni di abbinamento tra pelle e tessuti. Ma ci sono anche nuove finiture in legno, ovviamente lavorato a mano. La plancia è in alluminio, personalizzabile tra le colorazioni silver opaco, nero opaco o in tinta con la carrozzeria e alla base della plancia stessa si inserisce un elemento unico in legno massello, ripreso dall’impiallacciato sul tunnel. Che è proposto in due diversi disegni intarsiati, più un terzo ambiente chiamato Engineered con profili in alluminio sull’impiallacciato.
QUATTRO CILINDRI PER LA PICCOLA. Il cambio manuale a sei marce è standard sulla Plus 4, che è motorizzata con un 2 litri turbo a quattro cilindri da 258 CV e 350 Nm. In alternativa, ma senza sovrapprezzo, c’è la trasmissione automatica ZF a 8 rapporti e, in questo caso, il motore è regolato per fornire 50 Nm in più. La Plus 4 arriva a 240 km/h ed essendo leggerissima (poco più di un tonnellata) scatta da 0 a 100 in 5,2 secondi, che scendono 4,8 nel caso dell’automatica.
SEI CILINDRI PER L’AMMIRAGLIA. Il cambio automatico, invece, è l’unica opzione prevista per la Plus 6, che adotta un sei cilindri in linea turbo di tre litri da 340 CV e 500 Nm. In questo caso le prestazioni sono superiori, perché la velocità massima raggiunge i 267 km/h, mentre bastano 4,2 secondi per lo 0-100. Questa versione ha anche il telaio allargato: 3,89 metri di lunghezza (6 centimetri più della Plus 4) e 1,75 metri in larghezza (+10 cm), per un’altezza di 1,22 metri (-3 cm). Differenze marginali si contano invece al capitolo massa: a secco la Plus 4 dichiara 1.009 kg con cambio automatico e 1.013 kg con il manuale, mentre la Plus 6 si attesta a 1.114 kg.
UN PO’ DI ELETTRONICA IN PIÙ. Tra le “primizie” tecniche introdotte sulle Plus va detto dell’airbag ma anche del controllo di stabilità, sviluppato per lavorare in sinergia con il nuovo impianto frenante firmato AP Racing nella componente fisica e Continental nella gestione elettronica. Il sistema è regolabile su più soglie di intervento. Ancora sul fronte dell’elettronica, ci sono le tre modalità di guida – Normal, Sport e Sport+ (ma quest’ultima solo con cambio automatico) – che prevedono calibrazioni specifiche in base alla marcia inserita, alla pressione esercitata sul pedale del freno e all’angolo del volante. A completare l’elenco delle novità ci sono gli ammortizzatori modificati nelle tarature, per offrire un miglio feeling di guida alle alte velocità. Mentre alle boccole elastiche di rigidità differente va il compito di filtrare le imperfezioni della strada alle basse frequenze. Però, rispetto all’idea che sta alla base delle Morgan, questi ultimi dettagli possono passare in secondo piano rispetto ai particolari delle lavorazioni artigianali. Con tutte le virtù e i difetti che ne conseguono.