Goodwood Revival: nostalgia al potere
UN SALTO INDIETRO NEL TEMPO. Avete un debole per le auto d’epoca e vorreste vivere l’epoca degli anni d’oro del motorsport, quelli che vanno dai ’30 ai ’60 del secolo scorso? In Italia abbiamo la Mille Miglia, abbiamo la Targa Florio (in programma dal 13 al 16 ottobre 2022), abbiamo i campionati dedicati. Una meraviglia. Ma credeteci: se avete nostalgia di quando l’elettronica non si sapeva neanche cosa fosse, nulla è paragonabile al Goodwood Revival. Una manifestazione “parente” del Festival of Speed (l’organizzazione è la stessa e i due eventi si tengono a pochi chilometri di distanza), ma anche molto diversa. Nel Goodwood Revival, infatti, fanno la parte del leone le gare in circuito di auto e moto prodotte fino al 1966, ma anche tutta l’atmosfera che regna intorno alla pista è d’epoca, fin nei minimi particolari. Mentre nel Festival of Speed, la sfida è contro il tempo: quello impiegato per percorrere un percorso in salita di 1,8 km, aperto a tutti i tipi di veicoli, purché con un passato degno di nota, ma anche a quelli nuovissimi. Tanto è vero che, ormai, il debutto di molte supercar e hypercar avviene proprio qui, all’inizio dell’estate (l’edizione del 2023 si terrà nel weekend del 25 giugno).
LA RESURREZIONE. La più recente edizione del Goodwood Revival si è tenuta nel weekend del 16-18 settembre. Ed è stata la solita, grande festa, con oltre 100.000 spettatori, un parco auto da brivido, gare combattute e un’atmosfera unica, in cui ciascuno diventa parte dello spettacolo perché invitato ad abbigliarsi come al tempo che fu. Alla base di tutto ci sono un circuito, la sua storia e la visione di un uomo – lord March – che ha saputo vedere lontano. Sviluppata dopo la seconda guerra mondiale fra le verdeggianti colline del Sussex, a sud-ovest di Londra, la pista di Goodwood è uno stretto e impegnativo nastro d’asfalto lungo 3,8 chilometri, che miscela tratti veloci, chicane e saliscendi. E spettacolare, anche perché le vie di fuga sono limitate, quindi i bolidi non passano in lontananza, dietro alte recinzioni, ma sono lì, che quasi li puoi toccare. Il circuito venne chiuso alle competizioni nel 1966, dopo aver ospitato anche gare di Formula 1. Ma le auto stavano diventando sempre più veloci e sarebbero serviti lavori continui e costosissimi per garantire la dovuta sicurezza. Proprio un terribile incidente avvenuto qui nel 1962, ad esempio, pose fine alla carriera sportiva di Stirling Moss. Però proprio questo lento abbandono ha rappresentato la fortuna di Goodwood, che si è conservato inalterato (seppure un po’ acciaccato) fino agli anni 90. Poi è entrato in gioco lord March, che dal nonno ha ereditato la pista e una passione inesauribile, e che ha creduto in un sogno. Certo gli inglesi stravedono per le auto d’epoca, ma trent’anni fa il settore era ancora molto di nicchia, quindi il recupero dell’impianto poteva sembrare un azzardo e invece…
SUCCESSO IMMEDIATO. E invece, sull’onda del successo del Festival of Speed, nato nel 1993, lord March ha lanciato nel 1998 il Revival: un vero “salto nel passato” che è piaciuto fin da subito. Box, tribune, bar, la pista stessa, sono stati restaurati riportandoli con precisione maniacale a come erano negli anni 60. I meccanici, i piloti e gli spettatori sono caldamente invitati a vestirsi come all’epoca, viene creato un vasto contorno di negozi e stand a tema e non mancano giostre e giochi per i bambini, nonché gruppi musicali che fanno ballare al ritmo del charleston o del boogie woogie. E per completare il quadro c’é anche un ampia esposizione di aerei d’epoca che quest’anno offriva addirittura il simulatore di uno Spitfire.
PILOTI E VIP. Ma il cuore dell’evento è rappresentato dalle più affascinanti auto del passato e da una schiera di piloti di alto livello: le glorie di un tempo, che magari vengono per incontrare i vecchi amici e fare un bagno di pubblico, ma se sono ancora in gamba sfidano, in gare disputate all’arma bianca, i colleghi più giovani. Fra i primi, quest’anno, per celebrare i 75 anni della Ferrari con una parata, abbiamo visto campioni del mondo, o comunque protagonisti della F1 di un tempo: Jackie Stewart, Damon Hill, Gerhard Berger. Ma c’era anche Adrian Newey, il geniale progettista della Red Bull, che è anche un vero appassionato. Fra i “giovani” citiamo il campione del mondo di Formula 1 del 2009, Jenson Button (nella foto sopra), che nella gara delle GT ha fatto il vuoto con la Jaguar E-Type iscritta proprio da Adrian Newey, oppure Romain Dumas, due volte primo alla 24 ore di Le Mans e detentore del record alla salita del Pikes Peak, che nella prima prova delle turismo, con una smisurata Ford Falcon “settemila” ha fatto una gran fatica a lasciarsi alle spalle un’Alfa Romeo Giulia GTA (quella degli anni ’60…). Ma, del resto, le auto italiane sono sempre ben rappresentate e si fanno valere. Ma l’occasione richiama anche molti vip: quest’anno, ad esempio, si è visto Rowan Atkinson, forse più noto come “Mister Bean”, che è anche un grande appassionato e pilota a tempo perso. Ma questi sono solo pochi esempi del programma di una tre giorni fittissima di spunti interessanti che si ripeterà anche l’anno prossimo, dall’8 all’11 settembre 2023, riportando gioiosamente l’orologio indietro nel tempo. Sapete cosa diceva lo slogan di quest’anno? “Goodwood non è una cosa di questo mondo”. Agli inglesi piace l’ironia, e infatti sull’adesivo c’era il disegno di un Ufo. Ma comunque, per un appassionato, è difficile pensare a qualcosa di più intrigante.
Photo credit: PA, Joe Harding, Michail Pospisil, Dominic James