L’Alpina entra nel Gruppo BMW

L’Alpina entra nel Gruppo BMW

Non chiamatelo tuner. L’Alpina, nonostante sia un brand conosciuto per il suo passato da elaboratore e per la stretta collaborazione con la Casa dell’Elica (attiva ormai da 57 anni), in realtà è a tutti gli effetti un marchio autonomo, che dal 1983 ha deciso di dedicarsi alla produzione di veicoli basati su modelli BMW. Ma il mondo dell’auto di oggi, e soprattutto di domani, richiede investimenti di grande entità per rispondere alla prossima transizione energetica, somme di denaro che la famiglia Bovensiepen (attuale proprietaria della Alpina) non poteva permettersi, ecco perché ha quindi deciso di cedere i suoi diritti alla BMW.

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L’ACCORDO. La famiglia Bovensiepen continuerà a sviluppare, produrre e distribuire vetture, mantenendo attiva la cooperazione attuale fino alla fine del 2025. Dal 2026 in poi però, la Alpina cesserà di essere un’azienda autonoma e la sua gestione passerà integralmente sotto la direzione del gruppo BMW. L’accordo non prevede il passaggio di quote societarie e la denominazione della società Alpina resterà invariata. L’attuale stabilimento di Buchloe continuerà a restare attivo fino al 2025: le modifiche del motore, della trasmissione, del telaio, della carrozzeria e degli interni delle vetture di Monaco resteranno quindi in questa sede fino a quella data, per poi passare internamente a BMW. Buchloe comunque non chiuderà definitivamente, manterrà in funzione i servizi di post-vendita (ricambi, assistenza e accessori) sia per i nuovi modelli che per quelli passati.

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I MOTIVI DELLA RIORGANIZZAZIONE. Il passaggio di proprietà e la riorganizzazione sono quindi puramente dettati dall’evoluzione delle normative. Infatti, l’Alpina ha chiuso il 2021 con ottimi risultati, esportando in tutto il mondo più di 2.000 unità, e considerando il segmento di mercato in cui opera, altamente ricercato, sono numeri che indicano solidità e stabilità dell’azienda. Ma la Casa della famiglia Bovensiepen rimane comunque un costruttore di piccola entità e non può sostenere gli investimenti necessari ad adeguarsi alla prossima mobilità elettrica, ai sempre più stringenti requisiti normativi in tema di emissione di CO2 e sicurezza, così come allo sviluppo di software e dei sistemi ADAS.

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LA RIORGANIZZAZIONE. A seguito dell’accordo con BMW la Alpina prevede di aprire una divisone specializzata nel restauro di veicoli classici e nel mercato del collezionismo dal nome Bovenspien. Un’area che però sarà anche dedicata alla proposta di servizi di mobilità per terzi parti: la profonda conoscenza ingegneristica della famiglia Bovensiepen sarà quindi a messa a disposizione anche ad altri produttori, oltre che al colosso di Monaco. L’ambito della consulenza della Alpina riguarderà sia i motori termici che quelli elettrici. Il passaggio di proprietà, tuttavia, porterà a una riorganizzazione del personale, ma la BMW si impegna a sostenere il ricollocamento dell’organico all’interno del gruppo o presso fornitori. (Testo: Federico Giavardi)

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