Abarth 1000 SP, a volte ritorna (in 5 esemplari)
Anno 1966. Dopo l’esperienza dell’Alfa Romeo Abarth 1000 Bertone e la successiva nomina di Mario Colucci a direttore tecnico della Casa dello Scorpione, Carlo Abarth incaricò l’ingegnere milanese di lavorare ad un progetto ambizioso e rivoluzionario per quei tempi: la Abarth 1000 SP. Una vettura a ruote coperte realizzata esclusivamente per partecipare alle competizioni, costruita in soli 50 esemplari. Ne uscì una spider leggera – 480 kg circa – e potente — era mossa da un quattro cilindri bialbero con 105 cavalli — caratterizzata da linee semplici, basse e filanti. Raggiungeva i 230 km/h e ben presto colse importanti vittorie grazie sia a scuderie che a clienti privati.
43 ANNI DOPO. Nel 2009, dopo il lancio della Fiat 500 e della nuova 500 Abarth, al Centro Stile Fiat & Abarth – all’epoca diretto da Roberto Giolito, oggi direttore di FCA Heritage – si studiavano nuove soluzioni per allargare la gamma dello Scorpione. Tra le diverse alternative, si valutava di lavorare ad una possibile reinterpretazione della 1000 SP, immaginando un’auto sportiva di taglia media, dalla silhouette accattivante e dalle linee essenziali: caratteristiche che senza dubbio avrebbero potuto — e anche oggi potrebbero — interessare il cliente Abarth tipo. Una vettura leggera, dall’eccellente rapporto peso/potenza, diventa la base di due progetti distinti e sviluppati in parallelo. Il primo è quello di una Abarth 1000 SP contemporanea, il secondo dell’Alfa Romeo 4C, ma come ben sappiamo solo quest’ultima arrivò in strada: la vicina parente non superò invece lo stadio di bozza.
ANNO 2021. Lo scorso maggio, però, il disegno tecnico è stato estratto dal cassetto dove era stato abbandonato, perfezionato e sviluppato. Nella nuova Abarth 1000 SP riecheggiano linee ed elementi estetici che caratterizzavano la sua progenitrice: il corpo vettura sinuoso — con le superfici morbide dei parafanghi — la vetratura del cockpit e i deflettori laterali sagomati con il profilo ribassato verso il roll-bar. Le geometrie del posteriore sottolineano un’armonia perfetta tra i gruppi ottici e gli scarichi, con le asole aperte per il raffreddamento motore analoghe a quelle della sua antesignana. La livrea è rigorosamente rossa e, citazione che riecheggia nel tempo, su tutto il corpo vettura compaiono le caratteristiche prese d’aria, dall’apertura sul cofano anteriore fino agli slot di raffreddamento su quello posteriore. Anche la fanaleria rispetta lo schema della 1000 SP storica, con proiettori puntiformi sul muso e una sola coppia di fanali rotondi a sottolineare la notevole larghezza dell’auto dalla vista posteriore. Sotto alla carrozzeria, invece, il telaio tubolare della storica Sport Prototipo ha lasciato il posto a un telaio ibrido, con la cellula centrale in fibra di carbonio e l’avantreno in alluminio. Il quattro cilindri sovralimentato da 1742 cc, montato ovviamente in posizione posteriore centrale, eroga 240 cavalli e una coppia massima di 350 Nm, l’80 percento dei quali è già disponibile a 1700 giri. La raffinata meccanica della concept vanta sospensioni a triangoli sovrapposti all’anteriore, mentre al posteriore sono presenti sospensioni con schema MacPherson evoluto; i freni sono dual-cast autoventilanti con pinze Brembo a 4 pistoncini da 305 x 28 all’anteriore e autoventilanti forati 292 x 22 al posteriore.
ANNO 2022. È notizia recente che, quella che sarebbe dovuta essere solo una one-off, verrà prodotta in una serie limitata di cinque esemplari. Chi lo sa, magari ne vedremo qualcuno correre su quei tracciati gloriosi calcati oltre mezzo secolo fa dalla loro iconica progenitrice, al Nürburgring o alla riedizione della Targa Florio. Dopo tutto è questo il destino di ogni discendente che si rispetti: ricongiungersi con il proprio passato, dopo averne ereditato tutti i tratti migliori.