La prima volta di Nico Rosberg su una Ferrari F40
“Caro vicino di casa, sono Nico Rosberg, campione del mondo di Formula 1 nel 2016. Guidare una Ferrari F40 è nella lista dei miei desideri. Mi faresti provare la tua?”. I due post-it gialli, scritti frettolosamente in stampatello maiuscolo e appiccicati al finestrino della Ferrari dei suoi sogni, sono giunti al destinatario, che abita a Monaco nello stesso complesso residenziale del 36enne pilota tedesco e non ha esitato neppure un istante a concedere un test drive all’ex alfiere della Williams e della Mercedes.
AMORE A PRIMA VISTA. La Ferrari F40 per Rosberg è un colpo di fulmine. Ed essendo a tutti gli effetti un primo appuntamento con una signora di una certa età (e una chiara fama di osso duro…) il suo approccio è giustamente cautelativo. Non troppo, quanto basta. D’altronde vincere un campionato del mondo di Formula 1 ai danni di un compagno di box come Lewis Hamilton, che in carriera di allori iridati ne ha incassati sette, qualcosa vorrà pur dire. Osservando le immagini della prova su strada, che parte dal centro di Monaco e prosegue tra i tornanti delle colline sopra il Principato, si vede subito di che pasta sono fatti l’uomo e la macchina.
QUESTIONE DI PUREZZA. Automobilisticamente parlando, Rosberg è un nativo digitale, ma come tutti i piloti di razza sa esattamente come domare la meccanica vecchia scuola di un’auto di appena un paio d’anni più giovane di lui. “È dura come un mattone”, esordisce senza mezze misure dopo le prime curve, confessando e spiegando la sua grande passione per questo genere di vetture: “La vera bellezza delle auto d’epoca sta nella loro purezza – afferma Rosberg -. Non serve andare così veloce per avvertire le vibrazioni, sentire i rumori e capire come si comporterà la macchina. Oggi guidiamo auto perfette, mentre sulla F40 persino un’operazione scontata come cambiare marcia richiede tempo. Devi saper cogliere l’attimo, ascoltare i giri del motore e rilasciare la frizione al momento giusto. Adoro questo genere di sfide”. Alzando il ritmo, il pilota tedesco alza pure la soglia di concentrazione: vietato sbagliare, con tutti quei muretti di pietra ai bordi della strada, al volante di un’auto il cui valore, in casi di esemplari perfettamente conservati come questo, può anche superare i due milioni di euro.
DIVERTIMENTO GARANTITO, MA DISTRARSI È VIETATO. “È una bestia fenomenale! – esclama il pilota di Wiesbaden, che tra una scalata con il punta-tacco e l’altra si sente come un bimbo in un negozio di caramelle e quasi non riesce a distinguere il sogno dalla realtà -. È incredibile quanto sia rigida. Dico sul serio, forse avrebbero potuto farla più morbida, ma c’è da dire che è davvero incollata alla strada. Avvertire il limite è difficile, perché la macchina sobbalza continuamente e i due turbo ti danno un calcio nella schiena senza alcun preavviso. È un’auto che impone la massima prudenza e bisogna stare sempre molto attenti, perché nella guida veloce è abbastanza pericolosa”. Il test drive, comunque, fila liscio come l’olio, e anche Ruben, il giovanissimo cameraman che siede sul sedile del passeggero, sembra godersi alla grande l’esperienza, seppur con un filo di comprensibile apprensione. Paradossalmente, il momento più stressante si è verificato al calar della sera in pieno centro, quando Rosberg, procedendo a passo d’uomo, si è trovato a mancare una precedenza in un senso unico alternato ed è quindi stato costretto a percorrere per intero la viuzza che aveva imboccato in retromarcia. Che dire, alla fine è anche in situazioni del genere che tornano utili dieci anni abbondanti di Formula 1…
