Flavio Briatore, il ritorno in Formula 1

Flavio Briatore, il ritorno in Formula 1

Un post, un messaggio chiaro. Flavio Briatore è al fianco di Stefano Domenicali – Presidente e CEO di Formula One Group – ed entrambi promettono nuove energie e nuovo excitement nella massima categoria automobilistica. Quale sia, nello specifico, la futura mansione dell’imprenditore d’origine cuneese in Formula 1 non è ancora chiara, ma pare abbia avanzato la sua candidatura per gestire l’intrattenimento di ospiti e VIP nel rinomato Paddock Club. Il messaggio ha suscitato clamore, tanto che anche Chris Horner, team principal di Red Bull in lotta con Max Verstappen per la vittoria nel Campionato Mondiale 2021, ha commentato: “È fantastico vedere che sei di nuovo coinvolto”.

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NON C’È DUE SENZA TRE. Dopo la prima avventura in Formula 1 come team manager della scuderia Benetton — due mondiali vinti con Michael Schumacher nel 1994 e 1995 — Briatore è rientrato come dirigente della Supertec — che forniva propulsori Renault a BAR, Benetton e Williams; successivamente è ritornato come team manager di Renault F1 — altri due mondiali vinti con Fernando Alonso nel 2005 e nel 2006. L’allontanamento definitivo, terminato con l’inedito colpo di coda di cui sopra, era coinciso con il Crashgate, scandalo esploso in seguito all’incidente di Nelson Piquet Jr. nel Gran Premio di Singapore del 2008. Secondo le accuse della FIA, una manovra imposta dal muretto Renault — gestito proprio da Briatore —  aveva favorito la strategia del compagno di squadra Alonso, poi vincitore della gara. Ricostruzione sempre negata dal manager piemontese, poi radiato dal Circus per essere definitivamente scagionato l’anno successivo con risarcimento danni.

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FLASHBACK. Dopo esser stato bocciato due volte all’Istituto Tecnico per Geometri di Cuneo dove ha per compagno Piergiorgio Odifreddi — poi matematico, logico, scrittore e accademico — consegue il diploma da privatista con una tesina sulla progettazione di una stalla. Fa il maestro di sci, gestisce ristoranti fino ad aprirne uno suo — che chiude poco tempo dopo — e diventa assicuratore. Negli Anni ’70 collabora con un finanziere vicino a Michele Sindona che verrà poi assassinato con una carica d’esplosivo collegata all’accensione della sua auto. Briatore si trasferisce quindi a Milano, inizia a frequentare la Borsa e grazie all’amicizia con Luciano Benetton apre alcuni franchising per il suo brand, facendo poi rapidamente carriera nel gruppo dirigente dell’azienda di Ponzano Veneto. Latitante alle Isole Vergini in seguito a un indagine sulle truffe nel gioco d’azzardo, rientra in Italia nel 1990 grazie all’amnistia.

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UNITED COLORS OF BENETTON. Briatore si impegna in Formula 1 dove prima ottiene l’incarico di direttore commerciale della Benetton — nata dalle ceneri della Toleman — e poi di direttore esecutivo. Dopo aver assunto e licenziato in poco tempo l’ingegnere John Barnard, chiama in squadra Tom Walkinshaw come direttore tecnico, che nel 1991 ha l’intuizione di ingaggiare dalla Jordan il giovane Michael Schumacher, malgrado questi abbia all’attivo una sola gara disputata in quella stagione. Schumacher vince una gara nel 1992 e un’altra nel 1993, per poi diventare Campione del Mondo nelle due stagioni successive in cui la Benetton vince anche i titoli costruttori. Alla fine della stagione 1994 Briatore rileva la Ligier, per poi rivenderla a Walkinshaw poiché i regolamenti della FIA non permettono di possedere più squadre contemporaneamente. Quando poi, dopo i mondiali vinti, Schumacher e alcuni tecnici si spostano in Ferrari nel 1996, la squadra di Benetton inizia a perdere colpi. Nello stesso anno Briatore compra anche una quota del team Minardi per poi rivenderla a Gian Carlo Minardi stesso e Gabriele Rumi. Nel 1997, in accordo con Luciano Benetton, lascia la scuderia anglo-italiana.

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MOTORI SÌ, MA ANCHE PALLONI. Dal 1998 dirige la Supertec, quando poi la Benetton viene venduta Renault nel 2001, Briatore diviene direttore esecutivo del nuovo team Renault. Nel 2005 e nel 2006 arrivano titoli piloti e costruttori. L’imprenditore manifesta interesse anche verso il calcio: tenta prima di acquisire senza successo il Palermo e poi nel 2007 acquista — insieme a Bernie Ecclestone — il Queens Park Rangers che in quattro anni risale fino alla Premier League. Dopo i successi di Alonso, scoppia il Crashgate di cui sopra.

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DI TUTTO DI PIÙ. Nel mentre ha trasformato la sua villa a Malindi, Kenya, in un lussuoso resort, ha fondato il Billionaire di Porto Cervo — di cui nel 2012 annuncia la chiusura salvo per riaprire l’anno seguente vendendolo ad una società di Singapore — ha vestito i panni di boss nel programma TV The Apprentice, ha aperto un secondo Twiga in quel di Monte-Carlo che s’aggiunge a quello di Marina di Pietrasanta, ha creato una società di consulenza per viaggi di lusso che fa capo al Gruppo Billionaire Life, viene indagato per presunta frode fiscale legata all’utilizzo dello yacht Force Blue di cui è beneficiario e tanto, tanto altro ancora.

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