Audi RS Q e-tron: polvere, sabbia e sudore

Audi RS Q e-tron: polvere, sabbia e sudore

Ha’il, Arabia Saudita, 2 gennaio 2022: tecnicamente mancano più di tre mesi al via del Rally Dakar, ma per le squadre partecipanti non c’è un minuto da perdere. Lo sa, meglio di altri, l’Audi, che affronterà la massacrante maratona nel deserto saudita con la nuovissima RS Q e-tron (qui per saperne di più), senza dubbio tra le macchine più attese nella nuova categoria T1-E riservata ai modelli elettrici. La divisione sportiva della casa di Ingolstadt sta proseguendo a ritmo serrato i collaudi del bolide a batteria: dopo i test in Germania e in Spagna, il team, con gli equipaggi al gran completo, ha deciso di sfidare le dune e il caldo torrido del deserto del Marocco. Due settimane di guida senza sosta che, spiega Andreas Roos, project manager factory racing di Audi Sport, non sono servite solo a migliorare l’auto, ma anche ad “aiutare piloti e copiloti a comunicare meglio tra loro”, in una gara dove l’intesa tra chi tiene il volante e chi legge il roadbook fa tutta la differenza del mondo.

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AFA E TEMPESTE DI SABBIA. Il rapporto tra il guidatore e il navigatore “era uno dei tanti punti che volevamo affrontare dopo i test di Saragozza”, rivela Roos, che spiega come per il test in Marocco siano state apportate modifiche all’abitacolo della Audi RS Q e-tron “per aumentare lo spazio a bordo e favorire la comunicazione”. Un’altra variabile con cui l’Audi ha dovuto inevitabilmente fare i conti durante i test marocchini è stata il caldo, con il termometro spesso e volentieri sopra 40°C. “In Arabia Saudita, a gennaio le temperature saranno più basse”, confida Roos, mentre “le tempeste di sabbia” che hanno creato più di un grattacapo al team principal di Q Motorsport, Sven Quandt, saranno uno scenario assai probabile anche lungo la pista sabbiosa che in tredici giorni porterà Carlos Sainz e compagni da Ha’il a Jeddah. 

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DAL DESERTO ALLE STRADE DI TUTTI I GIORNI. Le due settimane in Marocco – sottolinea Roos – sono state comunque utilissime per “testare nelle condizioni più estreme il prototipo” della RS Q e-tron che la casa dei quattro anelli schiererà ai nastri di partenza della Dakar. Spiega il manager: “Componenti come il motogeneratore che trasforma l’energia elettrica in cinetica e viceversa, per esempio, non sono stati progettati per funzionare in climi così caldi, ma torniamo dal Marocco con molti spunti di miglioramento per la macchina. Il tempo stringe e faremo di tutto per farci trovare pronti”. Fondamentale “sfruttare al massimo le prestazioni della batteria” ad alta tensione, che possono subire variazioni in base alla temperatura. Di qui l’importanza dei test nel deserto e della Dakar, un banco di prova senza paragoni per “acquisire esperienze che stiamo già condividendo con i nostri colleghi impegnati nella progettazione delle vetture stradali”, conclude Roos. 

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