Bizzarrini, il mito riprende forma

Bizzarrini, il mito riprende forma

Rosse, basse, modellate con le nude mani per fendere il vento: un occhio poco esperto quasi certamente finirebbe con lo scambiarle per delle Ferrari. E non sbaglierebbe di molto, perché la casa di Maranello, in questa storia, c’entra eccome. Chi tra i più giovani amanti dei motori del passato non ha mai sentito il nome di Giotto Bizzarini sarà felice di scoprire la sua storia: livornese classe ’26, ingegnere, dopo aver lavorato per l’Alfa Romeo, la Ferrari e la Iso Rivolta, nel 1964 decide di mettersi in proprio, allestendo una piccola officina nella sua città natale. Il sogno di realizzare in autonomia una macchina sportiva in grado di dare del filo da torcere alle più veloci e affascinanti gran turismo del cavallino rampante sfocia nella creazione della 5300 GT Corsa: disegnata da un giovane Giorgetto Giugiaro, fu costruita tra il 1965 e il 1968 in 133 esemplari con l’aiuto del pilota piemontese Piero Drogo, che con Bizzarrini già aveva lavorato nel 1962, realizzando la famosa Ferrari Breadvan per conto della Scuderia Serenissima di Giovanni Volpi.

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COME NEI FAVOLOSI ANNI ’60. Oggi, nell’ambito di un ambizioso progetto varato lo scorso novembre nel Regno Unito dalla divisione Automotive di Pegasus Brands, dealer di auto di lusso con sedi a Londra, Ginevra, Kuwait, Abu Dhabi e Dubai, il mito Bizzarrini è pronto a infiammare di nuovo i cuori degli appassionati. E quale miglior prima uscita pubblica, per il team capitanato dai tre manager ex Aston Martin Ulrich Bez, Christopher Sheffard e Martin Janette Green, del tradizionale ‘Concours of Elegance’ britannico nato nel 2012 e dal 2017 ospitato dagli elegantissimi giardini dell’Hampton Court Palace, a East Molesey, nel Surrey? Lo stand dell’appena rinata Bizzarrini è un bagno d’emozione. E tornare indietro agli Anni ’60 è un attimo che chiunque apprezzi l’arte applicata all’automobile vorrebbe veder durare in eterno. A dominare la scena sono, naturalmente, la 5300 GT, la P538 e la P578, fiammanti e originalissime dalla prima all’ultima vite da sembrare appena uscite dalla fabbrica, ma anche la bisarca Fiat 684 e il furgoncino Fiat 238 nella livrea ufficiale dell’epoca contribuiscono a dare potenza all’effetto revival.

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IN FIBRA DI VETRO O DI CARBONIO. Mentre il pubblico e gli addetti ai lavori, dal vivo e in rete, si gustano lo spettacolo, in fabbrica i lavori sulla 5300 GT Revival Corsa 24/65 procedono a ritmo serrato. Le nuove Bizzarrini saranno costruite rispettando i metodi, i materiali e le tecniche del passato, beneficiando però di tutta una serie di processi e tecnologie moderne, a partire dalla scansione 3D dei modelli originali, che partendo dalle scocche esistenti consentirà una riproduzione fedele al millimetro dei disegni eseguiti a mano sui tecnigrafi quasi sessant’anni fa. I futuri, fortunati proprietari, che per sedersi al volante delle loro Bizzarrini dovranno attendere almeno fino al febbraio del prossimo anno, potranno scegliere se far realizzare la carrozzeria in fibra di vetro, proprio come una volta, o di carbonio, come avviene sulle moderne supercar: oltre che dal gusto personale – spiega l’amministratore delegato dell’azienda, Christopher Sheppard – dipende anche “dall’intenzione o meno dei clienti di partecipare alle gare per auto storiche”, che hanno regolamenti molto rigidi e non ammettono ammodernamenti così radicali.

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UN COLPO DI SCENA IN ARRIVO? Naturalmente, alla luce delle moderne norme sulla sicurezza, in sede di omologazione alcune modifiche al progetto originale si sono rese necessarie. Per esempio, i serbatoi supplementari, che sul modello storico erano collocati nella parte bassa delle fiancate, sono stati eliminati, lasciando un’unica vasca dietro l’abitacolo. La 5300 GT Revival Corsa 24/65, concepita per le competizioni ma – sottolinea Sheppard – facilmente modificabile in fase di produzione per essere utilizzata anche sulle strade di tutti i giorni, sarà costruita in una serie limitata di 24 unità che omaggia l’esemplare telaio 0222, il più famoso di tutti: nella 24 Ore di Le Mans del 1965, pilotato dai francesi Regis Fraissinet e Jean de Mortemart, conquistò la vittoria nella classe riservata alle auto sopra i cinque litri di cilindrata. Ma il futuro riserverà altre sorprese, perché la Bizzarrini ha chiesto a Giugiaro di immaginare la sua 5300 GT come un’auto moderna. Pare che il maestro abbia già temperato la matita, improvvisando qualche bozzetto davanti ad alcuni membri della dirigenza, lasciandoli senza parole. Non avevamo dubbi…  

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