I fantastici quattro: tutti per un… motore elettrico
Guarda questa foto. Guardala bene. Cosa ti sembra? Ti do una mano: non è l’esame di maturità e neanche quello per la patente. Ma è la rappresentazione di un teorema. Anzi, della saggezza di un adagio popolare secondo il quale la fame aguzzi l’ingegno. Voilà.
POVERI, MA BELLI. Nel mondo dei motoristi è noto che le due ruote sia un mercato meno ricco di quello delle quattro. Meno margini di produzione, meno numeri, meno soldi che girano in generale. E la foto che ritrae i grandi capi di Honda, Piaggio, Yamaha e KTM te lo dimostra in maniera lampante. Perché una cosa così sarebbe stata impensabile tra i produttori delle sardomobili (così venivano chiamate le macchine nelle pubblicità Piaggio che furono). Pensa solo al can-can che ha dovuto fare Musk per la sua auto elettrica o BMW, che dell’idrogeno ne ha fatto una bandiera già da decenni. O Toyota con l’ibrido. Del resto si sa, i soldi sono come i cavalli: più ne hai e più ti perdonano inserimenti sbagliati, staccate timide e, sostanzialmente, poca visione della traiettoria da seguire. Hai fatto un errore? Basta spalancare il gas, e tutto si recupera. Anche nel business.
L’UNIONE FA LA FORZA. Ti ricordi quando col tuo cinquantino ogni centimetro di traiettoria sulla strada faceva la differenza? Quando le frenate da manuale permettevano a quel frullatore che avevi in mezzo alle gambe di non inginocchiarsi nelle salite e tenere la terza invece di dover arrivare lassù in seconda? Ecco, è evidente che questi quattro capoccioni abbiano avuto 14 anni e un ciclomotore. Perché hanno imparato la lezione. E oggi la applicano all’elettrificazione dei propri prodotti (come sai a suo tempo Veloce aveva già accennato l’intenzione… ma adesso si parte davvero). Come? Sviluppando standard che rendano intercambiabili le batterie, per esempio, o che impongano regole comuni alle varie unioni, più o meno europee. Forza, siamo tutti con voi!