Lancia Lambda, la festa a Torino per il centenario
Torino riabbraccia le ‘sue’ Lancia Lambda a un secolo esatto di distanza dal primo collaudo che, il 1° settembre 1921, convinse Vincenzo Lancia a mettere in produzione l’automobile rimasta famosa come il suo più grande capolavoro. Una quarantina di equipaggi provenienti da tutta Italia e da mezza Europa sono giunti all’ombra della Mole a bordo delle loro eleganti torpedo lo scorso mercoledì. E il grande raduno, organizzato dal Lancia Club e dal Registro Lambda Italiano, non poteva che cominciare sulle stesse strade solcate da Monsù Censin cent’anni fa: un’arrampicata in alta quota sul Colle del Moncenisio, ripercorrendo il celebre percorso di collaudo che, tra ripide salite e continui tornanti e saliscendi, sancì la definitiva approvazione di quel progetto così all’avanguardia.
WORLD CAR. Curiosi e passanti che nelle vie e nelle piazze di Torino in questi giorni s’imbattono nell’arzilla e crepitante carovana probabilmente non sanno che i brevetti e i primati della Lancia Lambda non si contano sulle dita di una mano. Eppure le automobili che oggi guidano tutti i giorni moltissimo devono a questa centenaria creatura, frutto del coraggio di osare e della continua ricerca della perfezione tecnica che animavano Vincenzo Lancia e i suoi collaboratori. Dai cancelli della vecchia fabbrica del Borgo San Paolo, di cui oggi, tristemente, non resta praticamente nulla, tra il 1923 e il 1931 ne uscirono più di 13mila. Oggi ne rimangono più o meno 450, delle quali 300 vivono all’estero. Una specie di world car ante litteram, insomma, amatissima oggi come allora, quando di automobili per le nostre strade ne circolavano ancora poche, anche fuori dall’Italia, come sarebbero state successivamente – in tempi in cui era indubbiamente più facile esserlo, però – il Maggiolino della Volkswagen e la Land Rover.
UN MARE DI INNOVAZIONI. Per la scocca autoportante, il più famoso primato della Lambda (oggi, a parte le fuoristrada pure, che hanno il telaio separato dalla carrozzeria, tutte le automobili sono fatte così), Vincenzo Lancia s’ispirò allo scafo di una nave, chiedendo ai suoi disegnatori – tra i quali brilla il nome di Battista Falchetto, l’autore di un’altra primizia tecnica, la sospensione anteriore a ruote indipendenti – di farla il più leggera e rigida possibile. Ne nacque una ‘vasca’ di straordinaria robustezza, declinata, nei nove anni in cui rimase in produzione, in altrettante serie con configurazioni a passo corto e lungo ed eleganti carrozzerie berlina e torpedo.
LA PARATA A VILLA REY E LA MOSTRA AL MAUTO. Vedere oggi per strada una Lancia Lambda è un evento più unico che raro ed è stato un vero privilegio poter assistere in prima fila a una sfilata come quella ospitata nel cortile di Villa Rey, seicentesca sede dell’Automotoclub Storico Italiano che, lo scorso giovedì, ha accolto i quarante equipaggi per una raffinata cena piemontese. A corredo dell’articolo, alcune immagini della serata con protagoniste le Lancia Lambda e i loro orgogliosi proprietari. Appassionati ed esperti di tecnica dell’automobile, si ritroveranno questo pomeriggio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino per assistere a una conferenza d’approfondimento sui loro antichi e nobili gioielli. Delle auto partecipanti al raduno, undici rimarranno esposte per tutto il mese di settembre nella grande piazza interna del museo, dove racconteranno ai visitatori la storia di un capolavoro di stile e tecnica che non finisce mai di stupire.