Lamborghini Huracán STO: dalla pista, per la pista
Arrivati all’autodromo di Vallelunga teatro del nostro test, non nascondiamo di esserci emozionati nello scoprire che avevano allestito un box personalizzato tutto per noi, col nostro nome sulla poltrona relax ‘da pilota’, set di cerchi e gomme di ricambio, uno staff di tecnici e telemetristi a nostra disposizione e una lucidissima Lamborghini Huracán STO che ci aspettava. D’altronde, un track day era fondamentale (ed essenziale) per mettere alla prova le qualità di un’auto capace di 639 cv e 565 Nm di coppia – rispettivamente, a 8000 e a 6500 giri – tutti scaricati a terra dalle sole ruote posteriori. Già perché per la più estrema delle Huracán, la Lamborghini ha scelto la più classica delle trazioni, abbandonando giusto per una volta la sicurezza delle quattro ruote motrici in favore di un diverso tipo di connessione tra vettura e guidatore e una maggiore leggerezza. La perdita del secondo asse di trazione ha consentito – tra gli altri – di contenere il peso in soli 1339 kg. Ovvero 83 kg in meno di una Huracán EVO a trazione integrale, o per restare in tema di special edition, 43 kg in meno di una Huracán Performante, di suo già alleggerita. Calcolatrice alla mano, il rapporto peso potenza è di 2,1 kg/cv e complice il velocissimo cambio robotizzato a doppia frizione con sette marce : la casa dichiara 3″ netti nello ‘0-100’ e 9″ per lo ‘0-200’ e 320 km/h di punta massima. Insomma, almeno sull’asciutto difficilmente sentirete la mancanza del ‘4×4’ negli ‘spari’ da fermo.
FIGLIA DELLE COMPETIZIONI. STO, ovvero ‘Super Trofeo Omologata’, più che un acronimo è una dichiarazione d’intenti: si tratta dell’edizione street legal, ossia omologata per la strada dell’auto da corsa della Lamborghini. Le sue soluzioni tecniche, oltre che il suo design, derivano, infatti, dalle Huracán Super Trofeo EVO (che corrono nel campionato monomarca Lamborghini Squadra Corse) e dalle GT3 EVO con le quali la casa di Sant’Agata partecipa brillantemente alle gare di durata come la 24 Ore di Daytona (nella quale ha vinto per ben tre volte) e la 12 Ore di Sebring (due vittorie). Il fatto che per averla occorra sborsare almeno 304.283 euro ne fa un giocattolo per facoltosi appassionati, ma non si tratta di una vettura in serie limitata: le prime Lamborghini Huracán STO stanno già arrivando nelle concessionarie in questi giorni, anche se sono già tutte assegnate. Il bello, infatti, è che c’è già una lunga lista d’attesa: dal suo debutto avvenuto online lo scorso novembre, la vettura ha già totalizzato circa 1500 prenotazioni, vale a dire grossomodo l’equivalente del primo anno di produzione.
AMA DISTINGUERSI E FARSI NOTARE… Il 75 percento dei pannelli della carrozzeria della Lamborghini Huracán STO sono in fibra di carbonio: alcune parti hanno struttura ‘a sandwich’, soluzione di matrice aerospaziale che consente di ridurre del 25 percento il materiale utilizzato senza che risulti penalizzata la rigidità strutturale; i restanti elementi sono in alluminio, e la stessa accoppiata di materiali contraddistingue il telaio. Esclusivi il cofano, che in un unico elemento integra anche i parafanghi (la casa parla, non senza un pizzico di ironia, di ‘cofango’), l’inedita ala posteriore biplano e l’air scoop, una presa d’aria aggiuntiva sul tetto con pinna longitudinale che discende al centro del lunotto, quest’ultimo con copertura a feritoie. I cerchi in lega di magnesio (altra soluzione votata alla leggerezza), con diametro di 20” e larghezza maggiore al retrotreno, sono disponibili con finitura nera, color alluminio oppure rame; calzano pneumatici Bridgestone Potenza Sport e Race specificamente sviluppati per questa vettura e proposti con due mescole diverse, una stradale e l’altra pistaiola.
TANTE SOLUZIONI SPECIALI. L’accurato studio dei flussi d’aria ha permesso di incrementare sensibilmente la deportanza che cresce del 53 percento rispetto alla Huracán Performante, con un’efficienza globale cresciuta del 37 percento. Come su una vera auto da corsa è possibile modificarla in base al tracciato con lo splitter anteriore e l’ala posteriore regolabili – manualmente -su tre posizioni. Contraddistinguono la Lamborghini Huracán STO pure il parabrezza, più leggero del 30 percento rispetto a quello delle altre versioni, e l’arco in titanio collocato dietro le poltrone, che offre ancoraggio alle cinture racing a quattro punti; ridotto, inoltre, il materiale utilizzato per l’insonorizzazione dell’abitacolo. Completa la dotazione l’impianto frenante Brembo con dischi carboceramici di 390 mm di diametro (per 34 mm di spessore) all’avantreno e di 360 mm (per 28 mm di spessore) al retrotreno; rispetto a quelli standard promettono un aumento della potenza frenante del 25 percento e della resistenza allo stress del 60 percento. La corsa del relativo comando è stata leggermente incrementata per migliorarne la reattività e la modulabilità.
UNO STERZO PIÙ DIRETTO. Nella Lamborghini Huracán STO le sospensioni, di tipo magnetoreologico (con particelle magnetiche sospese nel fluido idraulico), sono state irrigidite, e lo sterzo è specifico: a comando elettromeccanico, ha il rapporto fisso (anziché variabile) ed è stato reso più diretto. Ci sono novità anche per le modalità di guida: quella standard si chiama STO e rappresenta il miglior compromesso nell’impiego stradale. In alternativa si possono impostare la modalità Pioggia, ottimizzata per i fondi a bassa aderenza e con ESC sempre attivo, e la Trofeo, che è dedicata alla guida in pista su asfalto asciutto e privilegia la neutralità delle reazioni della vettura. Il comando per selezionare i programmi di guida è nella razza inferiore del volante, che ha la corona schiacciata nella parte bassa ed è rivestito in Alcantara; quest’ultimo materiale lo ritroviamo nelle sagomate poltrone, abbinato a un tessuto denominato Lamborghini CarbonSkin, mentre la vera fibra di carbonio riveste i pannelli delle porte. Tutt’altro che spartano, l’abitacolo della Lamborghini Huracán STO offre anche il sistema multimediale rivisto in funzione dell’impiego in circuito: a esempio può mostrare la mappa del tracciato o la temperatura dei freni, e interagisce con la app Unica per consentire, attraverso lo smartphone, l’analisi della telemetria e delle immagini registrate da due telecamere di bordo.
MOTORE E CAMBIO FULMINEI. Solo i piloti di stazza e lunghezza superiore alla media si trovano costretti a cercare una posizione di compromesso al volante della Lamborghini Huracán STO: anche abbassando al massimo il sedile, il casco tocca frequentemente il tetto, il che rende necessario dare maggiore inclinazione allo schienale. Un piccolo fastidio che, però, si dimentica presto: appena si solleva la protezione del pulsante rosso di avviamento, sì dà vita al V10, si innesta la prima e ci si perde in un’accelerazione che sembra non avere fine. L’erogazione risulta perfettamente accordata alla voce del propulsore: bassi regimi fluidi, profondi e viscerali, medi corposi e alti regimi che, a partire da 5000 giri (dove ‘entra’ il variatore di fase) si stemperano in un crescendo rossiniano che si distende fino a 8600 giri, dove il frullare vorticoso e metallico delle valvole in titanio invade definitivamente l’abitacolo. Il tutto affiancato da un cambio puntualissimo, che passa da un rapporto all’altro con la rapidità di una mitragliatrice.
UN TORO DA IMPUGNARE PER LE CORNA. Che la Lamborghini Huracán STO sia davvero ispirata al mondo della pista lo si capisce fin dai primi giri di pista: come le vere racer ama le maniere forti, di essere ‘impugnata’ e indirizzata con decisione fra curve e varianti, anche se non è una prerogativa alla portata di tutti, visto che per farlo, è necessario un gran bel bagaglio di talento ed esperienza… Ma una volta presa confidenza ad affascinare sono prima di tutto la spiccata sensazione di maneggevolezza nelle ‘esse’ e nell’inserimento delle curve medio strette. Con la Lamborghini Huracán STO per percorrere tornanti e curvoni col motore in tiro bisogna applicare frequenti correzioni di sterzo per tenere la corda, per cui non si tracciano traiettorie fluide e rotonde, ma “spigolose” per quanto straordinariamente efficaci. Persino quando si forza l’ingresso in curva è davvero difficile che si manifesti il sottosterzo, mentre è quasi fisiologico il gratificante sovrasterzo dovuto alla incontenibile progressione del motore. Completano il quadro un efficace differenziale autobloccante ad assistenza elettronica, sospensioni “al bacio” e un assetto davvero equilibrato che consente di riprendere la vettura anche quando, esagerando, parte per la tangente. Semplicemente spettacolari i freni che permettono decelerazioni da far salire il cuore in gola: sono talmente pronti e grintosi che spesso ci si accorge di averli ‘pestati’ in anticipo e – con somma vergogna – ci si ritrova a dover dare un colpetto di gas per inserirsi in curva alla velocità corretta. Negli ultimi anni la Lamborghini ci ha abituato ad auto con un coefficiente prestazionale davvero ‘esagerato’, supercar capaci tanto di far girare la testa di chi le vede passare, quanto di infrangere i record al Nürburgring; quello che mancava era – colonna sonora a parte – quel totale coinvolgimento del pilota che soltanto un perfetto bilanciamento e una risposta agli imput di mani e piedi possono regalare. Con la Huracán STO cambia tutto: la velocità si combina alle emozioni lasciandoci davvero impressionati. Il nostro tempo passato in pista non ci ha permesso di trovarne veri e propri difetti, spazio per la testa a parte. Per un giudizio definitivo bisognerà aspettare di guidarla anche su strada. (Testo: Claudio Braglia)