1000 Miglia ’21: il giro ‘al contrario’ non ha deluso

Si è chiusa sabato 19 giugno la 1000 Miglia, 39esima rievocazione storica della Corsa Più Bella del Mondo, la grande classica che ha incoronato Brescia tra le capitali del mondo dei motori dal 1927 al 1957. Un quasi ritorno alla normalità post Covid, dopo l’edizione insolitamente autunnale disputata a ottobre 2020 (a maggio – in piena pandemia – lo svolgimento non era stato possibile), sebbene con qualche giorno di ritardo. Tre giorni di gara intensi, vissuti però in senso antiorario: rispettando comunque la tradizione degli arrivi di tappa a Viareggio e Bologna, l’edizione 2021 ha ripreso il senso di percorrenza di molte edizioni della corsa storica facendo rotta verso la costa Tirrenica e risalendo – dopo la sosta a Roma – attraverso l’Appennino tosco-emiliano.

LA LUNGA CORSA CALDISSIMA. Un’edizione quella del 2021 asciutta ma torrida, che ha messo alla prova gli equipaggi, ad esempio con il tris di passi Cisa-Futa-Raticosa mai toccati all’interno della stessa edizione. Perché oltre alle parate in centro e alle interviste, nella 1000 Miglia c’è ancora l’avventura vera, quella che per 34 auto si è interrotta prima del rientro a Brescia e fatta di svarioni che fanno deviare dal percorso del roadbook, guasti da riparare al volo al ciglio della strada o a fine tappa e arrivi in hotel nel cuore della notte.

STRANIERI, VIP E ASSI DEL CRONOMETRO. La varietà non si ferma al percorso, anche in termini di partecipanti la 1000 Miglia è un melting pot. Gli italiani la fanno da padroni, ma sono ben 31 le nazionalità rappresentate con Olanda e Germania in pole position. Come ogni anno poi, la lista degli equipaggi offre materiale per i cacciatori di volti noti: quest’anno oltre al presidente di Stellantis John Elkann c’erano anche il mammasantissima dei collezionisti italiani Corrado Lopresto, gli ex piloti Jacky Ickx, Arturo Merzario e Jochen Mass e la conduttrice TV Camila Raznovich. Tra loro poi tanti regolaristi esperti e habitué della Freccia Rossa, che ogni anno si ritrovano alla partenza per contendersi il primo posto.

VECCHIE GLORIE E NON SOLO, NON NECESSARIAMENTE IN GARA. Un’occasione per rifarsi gli occhi col meglio della produzione automobilistica del periodo ‘27-‘57: tra le tante meritano una menzione tre Alfa Romeo 6C 1750 carrozzate Zagato (roba da Nuvolari, per intenderci) e 18 Ferrari tra cui la 340 America Spider Vignale che fu condotta alla 1000 Miglia del 1952 da Pietro Taruffi e la 275/340 America Scaglietti; e poi ancora 2 Bugatti Type 35 e 5 Bugatti Type 37, 3 Maserati da corsa ‘ufficiali’ del Tridente e 11 Mercedes-Benz 300 SL. Macchine in gara a parte, la 1000 Miglia offre al suo pubblico anche tante chicche fuori tema, che si tratti dei cavallini moderni del Tributo Ferrari, delle silenziosissime elettriche della 1000 Miglia Green che si svolge in parallelo (quest’anno con Jaguar I-Pace,  Mercedes EQA e Porsche Taycan, oltre alla concept car Hyper Suv Vision 2030 di Fabrizio Giugiaro) o delle tante storiche e supercar che arrivano a Brescia per il via di questa grande classica. La nota dolente? Anche i ladri d’auto subiscono il fascino della Corsa Più Bella del Mondo: quest’anno da un parcheggio – e pure custodito – è sparita una Porche 964 azzurro Tiffany di un appassionato straniero.

VITTORIA AI VETERANI. Ed è proprio una delle Alfa Romeo 6C, quella col numero 43 di Andrea Vesco e Fabio Savinelli, ad aggiudicarsi l’edizione 2021. Un privilegio, quello del gradino più alto del podio, che tocca spesso a vecchie conoscenze della classica bresciana: Vesco – a sua volta bresciano – si porta a casa la coppa per la quarta volta, dopo quattro giorni in cui sono gli equipaggi costantemente in lotta per la testa della classifica sono stati una manciata. Il resto del podio è appannaggio delle Lancia, ovvero le due Lambda Spider Casaro degli equipaggi Belometti-Bergomi e Fontanella-Covelli. (Testo: Cesare Sasso)