Toyota Land Cruiser, 70 anni in off-road
Da sette decadi esatte la sua nomea ne circonda le forme facilmente riconoscibili. Si, perché la Toyota Land Cruiser è entrata di diritto nella storia dell’auto grazie a doti fuoristradistiche che ne fanno un mezzo inarrestabile e indistruttibile. Chi ha viaggiato nei deserti africani o mediorientali lo sa bene: questo autentico carro armato nipponico è – insieme alla Mitsubishi Pajero (coming soon) – una garanzia per chi deve cimentarsi nelle situazioni più estreme con dune, sabbie e pietraie. Non è un caso che il Land Cruiser V8 sia il veicolo prediletto per le scorribande nel deserto da ricchi arabi tradizionalisti. Versatile e affidabile, vero, ma anche confortevole in off-road e, all’occorrenza, su asfalto. Perché un conto è andare nella località sciistica preferita con una suv – di qualsivoglia misura – armata di gomme M+S e dire ‘se la cava bene in fuoristrada’, un altro è dare una vettura in pasto alle sabbie del Sahara per giorni e giorni. La storia della Toyota è Land Cruiser è una specie di romanzo epistolare, cerchiamo di ripercorrerla per capisaldi.
COME MOVIMENTIAMO LE TRUPPE? Al termine del secondo conflitto mondiale il Giappone, sconfitto, avvia una politica di sviluppo industriale che in pochi decenni lo porterà a diventare una delle prime potenze economiche del mondo. L’ascesa del Sol Levante viene supportata dagli Stati Uniti, interessati a consolidare la propria influenza nell’area e a servirsi delle aziende del territorio per soddisfare le necessità locali. Una di queste consiste nel muovere le truppe verso la vicina Guerra di Corea: l’esercito americano commissiona a Toyota un veicolo a quattro ruote motrici e in soli sei mesi, partendo dai progetti di un camion 4×4 prodotto qualche anno prima, i tecnici giapponesi mettono a punto la capostipite della dinastia Land Cruiser, prendendo ispirazione — naturalmente — da Willys e Defender.
LA SCALATA DEL TEMPIO. I test del primo fuoristrada Toyota si concludono nell’estate del 1951 con una prova spettacolare effettuata da uno dei collaudatori più apprezzati del marchio, Ichiro Taira. Quest’ultimo, ispirandosi al samurai Heikuro Magari – che nel 1634 si arrampicò a cavallo per la scalinata del tempio di Atago – sale tutti gli scalini del tempio di Fudo stupendo chiunque e placando anche le anime più scettiche sulla bontà del progetto. Qualche settimane dopo viene presentata la BJ.
L’INCROCIATORE. La dirigenza della Casa dei Sette Ellissi s’accorge ben presto che la domanda mondiale di fuoristrada è in rapida crescita e presto arrivano le varianti civili. Ce n’è per tutti i gusti, dalla versione chiusa con tetto in metallo a quella pick-up con spazio fino a otto passeggeri, con ruote di scorta sistemate sotto al pianale, sul passaruota e sul portellone posteriori. Nel 1953, grazie ad Hanji Umehara, amministratore delegato di Toyota, la denominazione passa a Land Cruiser, l’incrociatore terrestre.
SERIE 20. Negli Anni ’50 debutta anche la Serie 20, pensata per lo sbarco sui mercati esteri, in particolare negli USA dove nel 1958 arriva la FJ25. La gamma si amplia ulteriormente con versioni a passo corto, diverse tipologie di carrozzeria e trazione e il nuovo modello si rivela subito meno spartano e più confortevole. Sul piano meccanico, accanto al motore Tipo B, s’affianca un sei cilindri benzina da 3,9 litri con 105 cavalli e cambio a tre rapporti. Appartiene a questo periodo pure la prima variante lunga; la produzione da pochissime unità raggiunge quota 3770 nel 1959.
SERIE 40. Ma la definitiva affermazione della Land Cruiser arriva con la successiva generazione, la Serie 40, presentata nel 1960 e in vendita fino al 1984. Quasi cinque lustri dove l’iconica off-road nipponica entra definitivamente nella storia battendo record su record di vendite: nel 1982 si tocca quota 130mila unità. Un successo generato da molti fattori, tra cui la modernità della catena di montaggio Toyota, potenze elevate anche nelle versioni entry level, estetica, confort, ma sopratutto doti fuoristradistiche davvero eccellenti. Altri plus sono l’introduzione del primo esemplare a gasolio nel 1967 – inizialmente a 6 cilindri e poi a 4 cilindri dal 1974 – e la vastità della gamma adatta a tutte le esigenze. Tra passi diversi, tetti morbidi o rigidi, carrozzerie a due o quattro porte, configurazioni pick-up o autocarro leggero, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
AI QUATTRO ANGOLI DEL GLOBO. Toyota diversifica la produzione introducendo sul mercato altre varianti, come la prima Station Wagon – Serie 55/56, 1967-1980 – e la successiva Serie 60 – dal 1980 al 1990 – più potente, spaziosa e lussuosa. Nel 1984 è il momento della Serie 70 che segna un salto quantico per la Land Cruiser sia a livello di meccanica, sia di design. Rimangono invece fedeli alla linea le infinite doti di versatilità, robustezza e affidabilità nell’off-road più estremo: capacità che il fuoristrada giapponese mantiene ovunque, dal deserto del Sahara ai ghiacci dell’Antartide. Queste caratteristiche rimarranno anche nelle generazioni seguenti, amplificate e arricchite sempre di più: Serie 80 — dal 1989 al 1997 — Serie 90 — dal 1996 al 2002 — Serie 100 — dal 1998 al 2007 — Serie 120 — dal 2002 — e infine Serie 200 — dal 2007. Oggi la Toyota Land Cruiser è disponibile in oltre 190 paesi del mondo e ha superato i 10 milioni di esemplari prodotti.