20 anni fa: VW Passat W8, la ‘mezza’ Bugatti?
1500 cavalli, 1600 Nm di coppia, 420 km/h di velocità massima, da 0 a 300 km/h in 13″6. Numeri stratosferici che s’aggiungono ai dettagli estetici e tecnici, al lusso del blasone e degli interni, alla ricchezza delle dotazioni, alla straordinaria esclusività del mezzo. Unica pecca, per noi comuni mortali, il costo che s’aggira sui 2,5 milioni di euro. La Bugatti Chiron è nata per essere un sogno destinato a pochissimi e tale resterà. Andando però a ritroso con la memoria e sfogliando i listini auto del Gruppo Volkswagen di quasi due decenni fa, c’è una vettura solo apparentemente anonima che di fatto nascondeva sotto al cofano metà di quello che sarebbe diventato il propulsore della Veyron e della Chiron. Nell’era delle ID.3 e ID.4 pare incredibile, ma nel 2001 alla Volkswagen il problema da risolvere era come infilare un motore a otto cilindri sotto al cofano della Passat. Nasceva così la Passat W8, la familiare con ‘mezzo motore’ della Bugatti Veyron
BANCO DI PROVA. La fortunata Passat, che all’inizio del 2001 era già giunta alla quinta generazione, beneficiò di un restyling conosciuto come B5/5. Il telaio e il pianale restarono pressoché immutati, ma la lunghezza aumentò di 28 mm per la berlina e di 7 mm per la Variant. Vennero cambiati gruppi ottici, paraurti, cofano griglia anteriore e l’ESP diventò di serie su tutta la gamma. L’elettronica di bordo venne aggiornata e arrivarono tanti confort e funzionalità di auto di categoria superiore: navigatore satellitare dinamico, sintonizzatore TV, fari Bi-Xenon con regolatore di profondità, sensori di parcheggio posteriori e anche un sistema di celle solari integrate nel tetto che consentivano l’alimentazione di un ventilatore per raffreddare l’abitacolo a vettura spenta. A livello strutturale, la scocca fu rinforzata in alcune zone, i pannelli della carrozzeria furono ispessiti e vennero aggiunte delle saldature al laser. Nel 2002, l’aumentata robustezza permise alla Passat di reggere anche un motore ‘leggermente’ sovradimensionato per la tipologia di auto, ma abbastanza compatto da stare al posto di un V6: un quattro litri W8 abbinato alla trazione integrale 4Motion e al cambio manuale (o automatico a convertitore di coppia). La coppia massima di 370 Nm era disponibile a 2750 giri: applaudito per la progressione eccellente e un livello di vibrazioni molto contenuto, l’inusuale otto cilindri della Passat non brillava per potenza assoluta – 270 cavalli in tutto -, ma il vero obiettivo non era creare una Passat ad altissime prestazioni: si trattava piuttosto di un esperimento per il gruppo VW, che da lì a breve si sarebbe cimentato nei grandi motori W12 (per Bentley e Audi) e W16, il cuore, appunto, della Bugatti Veyron e – nella sua versione più evoluta – della Bugatti Chiron.
OVERKILLED. Nonostante gli oltre 1800 kg di peso, la Passat W8 raggiungeva i 250 km/h di punta massima e passava da 0 a 100 km/h in 6″5 con il cambio manuale a sei marce o 7″8 se dotata del più comune (e lento) automatico a cinque rapporti. Le prestazioni non all’altezza delle concorrenti e il prezzo di listino piuttosto alto per l’epoca – circa 50mila euro – condannarono la Passat W8 a vita breve: al successivo rinnovo del 2004, la Passat perse questa gustosa opzione. Gli anni d’oro della Volkswagen di Ferdinand Piëch hanno regalato al panorama automobilistico meccaniche davvero originali, spesso eccessive, ma proprio per questo tanto affascinanti. Morale della favola: vorreste una Chiron ma non avete lo stipendio di Cristiano Ronaldo? Se calate un po’ le vostre pretese e non disdegnate qualche visita ‘di troppo’ dal meccanico trovate una Passat W8: potrete dire ai vostri amici di avere sotto al cofano mezzo motore dell’attuale hypercar di Molsheim.