Numero perfetto: le auto a tre ruote ‘Velocissime’
Tre o quattro ruote? All’alba della storia dell’automobile forse la domanda più importante è stata questa: “la invento con tre o quattro ruote? Nel 1886, a distanza di pochi mesi, i primi chilometri sono stati percorsi secondo l’uno e l’altro principio: Karl Benz su tre ruote, Gottlieb Daimler su quattro. L’automobile a tre ruote ha sempre solleticato le menti. All’inizio l’auto era un giocattolo perciò questo genere di prodotto funzionava come una scommessa. Con la motorizzazione di massa dei primi Anni ’50 questi tentativi hanno proliferato. Ma non c’è niente da fare: fino a che non volerà sul serio l’automobile avrà sempre quattro ruote. Ecco le tre ruote Velocissime (delle auto con più di quattro ruote abbiamo parlato qui).
MORGAN THREEWHEELER 1909/2011. Quella inglese, si sa, non è passione per l’auto: è ‘cultura’, diversa e più potente. Un britannico circola in spider anche in una giornata uggiosa (a capote abbassata, naturalmente). Henry Frederick Stanley Morgan fonda la Morgan Motors nel 1908 e acquista un bicilindrico Peugeot da 7 cv per costruirsi una moto. Inizia a lavorare al telaio ma cambia idea e sviluppa un veicolo con tre ruote, un ibrido tra un’auto e una due ruote. La struttura di base è un unico tubo centrale (nel quale scorre l’albero di trasmissione) con due tubi componenti paralleli più piccoli che contengono gli scarichi. All’estremità anteriore è collocata la frizione e da qui si dipartono i braccetti di una inedita sospensione a ruote indipendenti. Nel novembre 1910 la vetturetta viene esposta all’International Motor Cycle Show di Olympia. Poi partecipa alla cronoscalata di Shelsley Walsh: nessuna velleità di vittoria ma solo farsi vedere. Il successo, però, è notevole al punto che Morgan (ha costruito solo questo prototipo per sé), riceve numerose richieste che lo convincono iniziare una piccola produzione. Al Salone di Olympia del 1911 espone diverse versioni, a dimostrazione del risultato. Nel 2011, a un secolo di distanza, Morgan ricrea l’atmosfera degli inizi, di quell’epico esordio. La nuova TreeWheeler rinasce con un bicilindrico Harley Davidson da 117 cv, telaio tubolare, vestito in alluminio, cambio a cinque marce, 500 Kg, 185 km/h.
RELIANT ROBIN 1973. Non è possibile dimenticare un’auto che, nel bene e nel male, è una stella del motorismo inglese. Nel male perché non si può sottacere che fosse oggettivamente pericolosa. Nel bene perché la ricordiamo come vittima nella serie televisiva di Mr. Bean. L’automobile più ‘insicura’ al mondo, veicolo per strade più dritte possibili, entra in produzione nel 1973 per sostituire la Regal. Ha un telaio scatolato in acciaio, carrozzeria in vetroresina, peso inferiore a 500 kg e un motore 750 cc da 32 cv ‘appoggiato’ sull’unica ruota anteriore. Le ruote posteriori di trazione hanno la barra antirollio. Non è necessaria la patente perché è omologabile come ciclomotore. Nel ’75 il propulsore passa a 850 cc e la potenza a 40 cv. La produzione inizia su licenza anche in Grecia e India. Nel 1981 la Robin lascia il posto alla più moderna Rialto ma se ne sente la mancanza così nel 1989 torna con la seconda generazione (fari anteriori della Ford Fiesta). Nel 1999 Reliant introduce la terza serie con fari dell’Opel Corsa. La produzione si conclude ufficialmente nel 2001.
PEEL P50 1963. L’auto più piccola del mondo esordisce al Salone di Londra del ’62. Il veicolo al cui confronto una Smart è un autobus è lunga 4 piedi e mezzo (134 cm contro 250 della citycar tedesca del ‘98), larga 99 e alta 120. Monta una formica monocilindrica da 49 cc per 4,5 cv (tre marce senza retro) e pesa meno di 60 kg. Oggi è ancora in vendita: la versione normale, la P50 Turbo, la P50 Cabriolet e la P50 elettrica. Tutte sono in vendita anche in scatola di montaggio. Della produzione originale, poche decine di esemplari fino al ’65 sull’Isola di Man, ne sopravvivono una trentina. Nel 2016 uno di questi è stato venduto da Sotheby’s a 176.000 euro.
RELIANT-BOND BUG 1970. Nel 1969 Reliant acquisisce la Bond Cars Ltd. e porta a compimento la realizzazione di un modello a tre ruote per la Young Generation. Nasce così la Bug disegnata da Tom Karen e commercializzata nel giugno 1970 con la promessa di rivoluzionare la mobilità. È rivolta soprattutto al pubblico giovane quindi, nelle sue intenzioni, non vuole essere pratica e versatile né tantomeno economica. Le sue caratteristiche la portano senza dubbio in risalto nel suo periodo: parte dalla base della Reliant Regal a cui si aggiunge un quattro cilindri di 700 cc, unica porta che integra anche il parabrezza, peso intorno a 450 kg, circa 125 km/h e disponibile in più versioni (versione base Bug 700, 700E e Bug 700 ES full optional con finestrini ruote in lega, volante sportivo, doppio specchietto). La Bond Bug è disponibile unicamente con vernice arancione. La produzione si conclude nel 1974 dopo circa 2500 esemplari prodotti, non certo un successo di vendita anche se, comunque, un certo successo di immagine viene conquistato. Gli stampi sono inizialmente conservati e in un secondo momento venduti. Anni dopo compare sul mercato britannico una riedizione della Bond Bug ma con quattro ruote.