Numero perfetto: le auto a tre ruote ‘Velocissime’
Tre o quattro ruote? All’alba della storia dell’automobile forse la domanda più importante è stata questa: “la invento con tre o quattro ruote? Nel 1886, a distanza di pochi mesi, i primi chilometri sono stati percorsi secondo l’uno e l’altro principio: Karl Benz su tre ruote, Gottlieb Daimler su quattro. L’automobile a tre ruote ha sempre solleticato le menti. All’inizio l’auto era un giocattolo perciò questo genere di prodotto funzionava come una scommessa. Con la motorizzazione di massa dei primi Anni ’50 questi tentativi hanno proliferato. Ma non c’è niente da fare: fino a che non volerà sul serio l’automobile avrà sempre quattro ruote. Ecco le tre ruote Velocissime (delle auto con più di quattro ruote abbiamo parlato qui).
DAVIS DIVAN THREEWHEELER 1947. Nel 1947 il commerciante di auto usate Glen Gordon ‘Gary’ Davis si butta nella produzione. Ispirandosi alla cabrio a tre ruote costruita da Frank Kurtis (la Californian giustappunto) progetta la Divan, una ‘morbida’ convertibile a tre ruote. La Divan è molto innovativa per la sua epoca: telaio tubolare, carrozzeria in alluminio, quattro posti affiancati, motore 4 cilindri Hercules da 2,2 litri con 50 cv, freni a disco. Costruisce due prototipi e ottiene 1,2 milioni di dollari con una sontuosa operazione di Marketing e Comunicazione: presenta la Divan con un grande evento pubblico a Los Angeles, acquista numerose pagine di pubblicità sui giornali, mette in piedi una rete di dealer e raccoglie 350 ordini. Inoltre costruisce uno stabilimento e convince i dipendenti a lavorare gratis con la promessa di guadagno non appena le vendite fossero iniziate. Ma il progetto si dissolve come neve al sole: vengono costruiti dodici esemplari, i concessionari restano a bocca asciutta, i dipendenti non vedono un centesimo. Davis stesso viene condannato a due anni di lavori forzati.
STE MATHIS 333 1940. Allo scoppio della guerra il mondo rimane attonito: la violenza nazista travolge ogni tentativo di rivalsa nondimeno la ‘guerra lampo’ non si concretizza. Nella Parigi occupata si inizia già a pensare al dopo: nel sobborgo di Gennevilliers è partito in gran segreto il progetto VEL 333, acronimo di “auto economica leggera, tre ruote, tre posti, tre litri per cento chilometri”. È curato dall’ingegner Jean Andreau, autore dello stile ispirato a principi di efficienza aerodinamica e dotato di uno stile molto avanzato per l’epoca. Il motore è un bicilindrico boxer di 700 cc, dotato di sistema dedicato (con singolo radiatore) per ognuno dei cilindri. Il peso è di gran lunga inferiore a 400 kg. La guerra blocca ogni iniziativa ma nel ’45 i lavori riprendono. La VEL 333 viene presentata al Salone di Parigi del ’46 ma a causa dei tempi difficili gli Alleati non ne autorizzano la produzione. Ne vengono completati solo dieci esemplari. Nel ’48 l’azienda ci riprova con un nuovo progetto, questa volta sviluppato attorno a un motore sei cilindri boxer 2.8. Il design è non meno futurista e avanzato. Ma nemmeno questa volta si concretizza e l’azienda dopo poco dichiara fallimento.
PEUGEOT 20CUP 2005. A differenza della VLV del 1941 e della Asphalte del 2009, la 20Cup del 2005 è una ‘vera’ Peugeot a tre ruote. Vista frontalmente non ci sono dubbi: una affascinante e suggestiva barchetta, una ‘leoncina’ pronta per la Mille Miglia. Ma la vista posteriore rivela la sua vera meccanica, un matrimonio tra un’auto e una moto: un braccio (con il suo gruppo molla-ammortizzatore), che sostiene la ruota dotata di sistema frenante. Questo originale prototipo monta il nuovo 4 cilindri turbo da 1,6 litri con iniezione diretta per 170 cv, in imminente lancio commerciale sul listino Peugeot.
BADSEY BULLET 1979. Il sudafricano John William Badsey negli Anni ’60 fonda la sua azienda e si lancia nella produzione di scooter. Nel tempo libero è un attivo pilota di auto, moto e, dopo la conquista della licenza, anche di barche. Nel ’76 sviluppa un motore per la Formula 1 e nel ’79 costruisce l’unica auto della sua storia. La Bullet è una spigolosa barchetta con tre ruote basata su un telaio tubolare e mossa da un motore quattro cilindri motociclistico di 1,1 litri in posizione anteriore, centrale e trasversale. Si accede in abitacolo sollevando la grande porta a farfalla che costituisce parte della fiancata. Una volta chiusa i due occupanti possono contare su un piccolo parabrezza avvolgente per ognuno. La velocità massima dichiarata è di oltre 240 km/h. Secondo le poche informazioni disponibili la produzione è stata di circa dieci esemplari.