Jean-Philippe Imparato guida l’Alfa Giulia GTAm
Il debutto dell’Alfa Romeo Giulia GTAm si avvicina, ma prima che gli esemplari di serie arrivino nelle mani dei loro fortunati proprietari, un collaudatore ‘speciale’ ha voluto mettere alla prova questa ‘super Giulia’: è Jean-Philippe Imparato il nuovo amministratore delegato dell’Alfa Romeo e – come abbiamo avuto modo di scoprire di recente – grande appassionato del marchio del Biscione.
Wow. What a thrill to get behind the wheel to test the fantastic performance of the #AlfaRomeoGiuliaGTAm at the iconic #Balocco proving ground! Pleasure to meet the engineers of this extraordinary project being developed at Balocco, like many of our past legends #ProudlyAlfaRomeo pic.twitter.com/d26ZkBrbqZ
— Jean-Philippe Imparato (@JPImparato) March 10, 2021
EMOZIONANTE. Dopo aver fatto visita al Museo Storico Alfa Romeo e ai principali siti produttivi sparsi sul territorio italiano, il manager francese di origini italiane si è recato alla pista di prova di Balocco dove, in compagnia del team che sta portando a termine lo sviluppo della vettura, si è messo al volante del prototipo della Giulia GTAm per una serie di giri veloci nell’impegnativo proving ground del Gruppo. Le sensazioni e le impressioni raccolte da Imparato sono state come di consueto affidate al suo profilo Twitter dove il CEO del Biscione ha definito l’esperienza di guida come un “brivido d’emozione” e “un piacere” l’incontro con gli ingegneri responsabili della vettura.
ESTREMA. Per realizzare la nuova Giulia GTA gli ingegneri di Arese sono partiti dalla variante Quadrifoglio; tuttavia ogni aspetto della berlina da 510 cavalli è stato rivisto, a partire proprio dalla cavalleria. Il V6 duemilanove sulla GTA sviluppa 540 cavalli e ha una ‘voce’ ancora più vigorosa grazie all’impianto di scarico in titanio realizzato dalla Akrapovič. Più potenza, ma sopratutto più stabilità e leggerezza: le carreggiate anteriore e posteriore della Giulia GTA sono state allargate di 50 mm rispetto alla Quadrifoglio con ammortizzatori, molle e boccole specifici mentre l’utilizzo del carbonio per molti pannelli della carrozzeria come il paraurti e i passaruota anteriori (cofano e tetto sono di carbonio già sulla Quadrifoglio) e i sedili a guscio ha permesso di risparmiare diversi chili. Anche a livello estetico la Giulia GTA è ancora più aggressiva della Quadrifoglio: ci sono minigonne più pronunciate, nuovi splitter anteriore e spoiler posteriore, cerchi in lega monodado e un’inedito diffusore che integra i due terminali di scarico centrali dell’impianto Akrapovič. L’Alfa Romeo Giulia GTA sarà prodotta in edizione limitata a 500 esemplari.
Gian Filippo Imparato si diverte come un ragazzino girando in tondo a Balocco con l’esasperazione dell’Incompresa, quel gran pezzo di auto della Giulia GTAm, facendosi i selfie sulle Alfa Romeo detenute alla “Macchina del Tempo”.
Ora vedremo se Imparato riuscirà a sostituire i vertici di Alfa Romeo, se si attiverà per assumere un ristretto staff di uomini nuovi, oltre a trovare e valorizzare in FCA un qualificato team di progettisti aeronautici, aerospaziali, elettronici, chimici e meccatronici con cui concepire finalmente “La Giulietta” intesa la berlinetta o crossover sportivo a ruote alte, destinata a grande popolarità, vera e propria icona dell’invettiva progettuale italiana, come fu quella del 1955, ma rigorosamente elettrica. Non si possono buttar via soldi per pistoni, valvole, manovelle e tubi di scarico.
Urge la necessità di ingaggiare un confronto tecnico nel campo di gioco dell’innovazione tecnologica con Tesla Model 3 Performance, Tesla Model Y, Volkswagen ID.3, Seat El Born, Hyundai IONIQ 5, Kia EV6 e Jaguar E-Pace.
Senza un’Alfa Romeo elettrica di ampio consenso internazionale non potranno mai quadrare i conti.
Per il rilancio sportivo, la rinuncia alla sponsorizzazione a Sauber è cosa nota, con un decimo di elargizione, Romeo Ferraris farebbe vincere in pista “La Giulietta” alla spina.
Inutile e dannoso per le sanzioni da versare ai concorrenti in crediti verdi, tentare di vendere vetture che appartengono al passato, insostenibili per le emissioni per accontentare i soliti quattro amici al bar.
Sarebbe un successo effimero per le ridotte dimensioni della produzione complessiva, inadatta a reggere il confronto con l’evoluzione del mercato europeo, figuriamoci quello internazionale.
Deve nascere in Alfa Romeo un nuovo sentimento, una nuova sfida, quella della “Civiltà delle macchine elettriche” un nuovo sapere tecnico-scientifico interdisciplinare, un ponte tra saperi diversi dove la macchina e la fabbrica non sono più Alfa Romeo ma diventano “L’Alfa Romeo”.
Presto vedremo se Imparato ha pieni poteri e autodeterminazione nelle scelte aziendali come seppe fare Giuseppe Luraghi, diversamente sarà lui a finire in bocca al Drago Visconteo.