Hongqi S9: l’hypercar cinese sarà prodotta in Italia
Dai prossimi mesi la Motor Valley, quella parte dell’Emilia Romagna da sempre sinonimo di eccellenza motoristica, parlerà anche un po’ di mandarino. Il colosso automobilistico cinese FAW in joint-venture con Silk EV – un’azienda americana specializzata nella progettazione di auto elettriche, già presente nel modenese – ha confermato l’investimento di un miliardo di euro per la realizzazione di un impianto di ricerca e produzione sul territorio per una nuova gamma di vetture ad alte prestazioni della Hongqi, il marchio di lusso del gruppo cinese.
GRANDI NOMI. Un progetto ambizioso del quale al momento non sono stati ancora rivelati tutti i dettagli, ma che oltre a portare nel Bel Paese il cuore dello sviluppo e della produzione, vedrà impegnate prestigiose aziende italiane, come la Dallara, che offrirà alla joint-venture cino-americana la sua expertise in quanto ad aerodinamica del veicolo e materiali compositi, due discipline ancora più importanti quando si parla di EV per abbassare il peso gravato dalle batterie e migliorare l’autonomia. Anche lo stile delle vetture verrà firmato da un italiano: sarà infatti il designer Walter De Silva a curare le forme delle Hongqi che usciranno dalla linea di produzione emiliana.
PRIMA LA HYPERCAR. La definizione del sito produttivo arriverà nei prossimi mesi e sarà accompagnato dalla creazione di un centro di ricerca e sviluppo dedicato. La prima auto a varcare le porte dell’impianto italiano sarà la hypercar Hongqi S9: annunciata poco più di un anno fa all’ultimo Salone di Francoforte, sarà spinta da un sistema ibrido per 1400 CV di potenza combinata. La presentazione della versione di serie è attesa in aprile alla kermesse dell’automobile di Shangai. L’impegno del costruttore cinese in Italia non riguarderà però soltanto hypercar multimilionarie: la S9 sarà infatti seguita da altri tre modelli sviluppati in Italia – denominati S7, S5 e S3 – che abbracceranno un’offerta più ampia di sportive, ma anche di suv di lusso, alcuni delle quali a trazione 100% elettrica. Riguardo la commercializzazione di queste vetture al di fuori della Cina non ci sono ancora certezze, ma la volontà della joint-venture tra FAW e Silk EV sembra essere quella di creare un nuovo marchio ad hoc per il mercato europeo.
C’è un solo luogo.
Il luogo dell’abbandono che deve ritornare grande.
La Fabbrica Blu a Campogalliano di Gianpaolo Benedini, cugino di Romano Artioli.
È lì che risiede il Genius Loci, lo “spirito del luogo”.
Una produzione di eccellenza deve rispettare il luogo, integrarsi con esso, ascoltare il suo genius loci.
Una produzione collegata a tutto ciò che il luogo è e che vuole essere.
E sarà.
La Fabbrica Blu è adatta alla costruzione accurata ad opera dell’uomo, perché gli spazi coperti sono inondati dalla luce naturale.
La luce è la protagonista assoluta dei due grandi padiglioni perché tutto l’involucro è trasparente grazie a shed integrati nei portali strutturali.
La luce naturale entra d’alto e dai lati ed ha una qualità paragonabile a quella di un atelier sculturale.
Il cilindro a struttura radiale degli uffici con i condotti di ventilazione integrati nel basamento e nelle colonne cave non sono da meno.
Cosa mancherebbe?
Manca la sostenibilità della produzione.
Mancano le tecnologie per creare energia elettrica dal sole.
Il limite sono i due ampi padiglioni translucenti la cui superficie deve restare libera, esposta alla luce.
Il limite è la superficie di copertura degli altri tre piccoli volumi, inadatti all’estensione fotovoltaica anche a concentrazione.
Ogni limite è superabile su un’area di oltre 7 ettari da trasformare in una centrale energetica solare per rendere la produzione carbon neutral.