Premio Veloce 2020: mare, sole e DeepSpeed
Nel 2019 DeepSpeed lancia una campagna di crowdfunding. Vuol portare a casa 450mila euro. E ne arrivano 70 (mila) in più. Che vengono prontamente restituiti. La verità è che questo premio poteva arrivare anche allora (se ci fosse stato). Perché si capiva che le acque si stavano muovendo. Anche se sarebbe stato un azzardo, sai quanti sogni si infrangono contro gli scogli della realtà (e del mercato)? E quello di motorizzare elettricamente barche e motoscafi superveloci con i jet (elettrici, appunto) poteva essere l’ennesimo ad andare in frantumi. Ma quest’anno è tutta un’altra storia. Perché non solo è arrivato il brevetto, di questo pezzo che sembra una cosa uscita da un film di Star Wars, ma anche perché è partito il conto alla rovescia della sua commercializzazione: 2022. Hai mai visto una rivoluzione più veloce di questa?
Questo inedito propulsore elettrico a reazione hydro-jet potrebbe rappresentare un trovato d’ingegno nella nautica pari a quello dell’elica.
Il brevetto, al momento australiano AU 2019283971 B2, si deve a Ernesto Benini e William Gobbo.
Il corpo del reattore a navicella comprende per mezzo di una pompa elettrica un’aspirazione dinamica anteriore avente sezioni di passaggio sostanzialmente crescenti secondo il senso di deflusso in modo tale da provocare un rallentamento della velocità locale del fluido ed un aumento di pressione. L’ugello di scarico posteriore ha invece sezioni di passaggio decrescenti nel senso di deflusso del fluido, in modo tale da provocare un aumento della velocità locale del fluido e una diminuzione della pressione, creando così un getto propulsivo di spinta all’uscita.
Il reattore è costituito dallo statore anulare coassiale con l’asse di rotazione della girante, un rotore anulare che gira all’interno del canale di convogliamento. Il dispositivo di propulsione comprende un diffusore a lame fissato nell’alloggiamento della navicella, disposto all’interno di detto canale di convogliamento a valle della girante rispetto al senso di deflusso, predisposto per convogliare il fluido in direzione assiale lungo la direzione di estensione dell’alloggiamento.
Il dispositivo di propulsione comprende come detto, le alette di guida di ingresso multiple fissate nell’alloggiamento della navicella, posizionate all’interno di detto canale di convogliamento tra la sezione di ingresso e la pompa predisposta per far girare il fluido secondo una velocità tangenziale maggiore rispetto alla rotazione della girante.
Sarebbe interessante avere i dati sull’efficienza del sistema, potenza elettrica assorbita calcolata a partire da consumo e velocità, capacità batteria ed autonomia.
Un problema potrebbe essere rappresentato da eventuali sacchetti di plastica immersi che aspirati potrebbero occludere il canale di convogliamento impigliadosi nelle alette di guida del flusso del fluido.
È un’invenzione estremamente interessante e da seguire per i futuri sviluppi ed applicazioni.
Ernesto Benini e William Gobbo potrebbero rivoluzionare il mondo della nautica ed avviare la transizione elettrica a reazione hydro-jet anche se il litio delle batterie non va proprio d’accordo con l’acqua.