MAUTO, 12 prime volte: NSU Ro 80
Nata per competere nel segmento delle berline di medie dimensioni la Ro 80, era la risposta della NSU – casa automobilistica tedesca fondata nel 1873 in quel Neckarsulm – alle ben più famose Ford Taunus, BMW 1800 e Mercedes W115. Lanciata sul mercato nel 1967 – dopo quasi sei anni di sviluppo – la NSU Ro 80 aveva una carrozzeria dalle linee molto moderne e attente all’efficienza aerodinamica con un Cx di soli (per l’epoca) 0,36. Ma la grande peculiarità della tre volumi tedesca si trovava sotto al cofano dove un motore rotativo birotore di 995 cc per 115 cv spingeva la Ro 80 fino a 180 km/h di velocità massima. Un propulsore, quello a pistoni rotanti brevettato da Wankel nel 1957, che aveva destato grande interesse negli Anni ’60 e che in Europa aveva visto proprio la NSU diventarne la pioniera della sua applicazione sulle vetture di serie.
NON BASTA. Le innovazioni stilistiche e meccaniche della NSU Ro 80 capitalizzano l’interesse della stampa specializzata tanto che nel 1968 venne eletta auto dell’anno. Purtroppo però, la sua carriera commerciale parte da subito in grave difficoltà, condizionata dai frequenti episodi di guasti al motore e dai suoi consumi, lontani dai valori dichiarati dalla Casa: l’unità rotativa dimostrò infatti parecchi problemi di affidabilità con la necessità di interventi radicali già a 50mila chilometri e consumi ‘pericolosamente’ vicini ai 5 chilometri con un litro. Nel 1969 la NSU entrò a far parte del gruppo Volkswagen che, di fronte alle difficoltà mostrate dal motore rotativo decise di abbandonarne lo sviluppo con il pensionamento della Ro 80 nel 1977.
Scheda tecnica
Motore: birotore Wankel
Cilindrata: 995 cc
Potenza: 130 cavalli a 5500 giri
Velocità: 180 km/h
Peso: 1210 kg