Premio Veloce 2020: Artist, Daniel Arsham
Le opere di Daniel Arsham proiettano lo spettatore in un futuro prossimo parallelo, fornendo una prospettiva lucida sul passato recente. Lui è un artista newyorkese, la cui produzione creativa spazia dalle sculture figurative agli oggetti più o meno contemporanei come le automobili. Si, perché i brand cercando nuovi stimoli e direzioni artistiche inedite. Lo scorso settembre, Arsham ha presentato uno dei suoi ultimi lavori: una Porsche 930 Turbo completamente restaurata e da lui reinterpretata. La sua livrea particolare (e i suoi richiami storici alla 935 K3 di Dick Barbour), i suoi interni fantastici (dipinti a mano) con il pomello del cambio stile 917, i cerchi tributo a quelli della RSR: elementi di poesia automotive plasmati ad arte e per fare Arte.
ARTIST 2020. Un connubio perfetto tra storia, buon gusto e stile che a noi di Veloce ha fatto riflettere. Piace, certo, ma sopratutto dimostra quanto la contaminazione del mondo auto verso nuovi lidi possa portare verso nuove forme di bello. Arsham aveva già collaborato con la Casa di Stoccarda in passato, realizzando una 992 caratterizzata da alcuni elementi ‘erosi’, ruvidi e cristallizzati, quasi post-apocalittici. Questa tecnica venne poi applicata in toto ad un’altra 992, questa volta in scala 1:3 poi finita all’asta. In una fase storica dove i brand automotive cercano nuovi stimoli ed inedite derive evolutive negli artisti contemporanei, la visione di Arsham è sicuramente la più lucida del lotto. Ecco perché il titolo di Artist 2020 del Premio Veloce 2020 va a Daniel Arsham.
IL COMMENTO di Nicolò Minerbi, Instagram Veloce
“‘Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa (per i futuristi la macchina era maschia) col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia’. Non l’ha detto Arsham, ma Marinetti, nel suo manifesto di più di un secolo fa. Grazie comunque all’artista americano che ce l’ha ricordato in maniera scultorea”.
