Bella cul*na: le Porsche 911 Carrera turbolook/1
La 356 è un krapfen perfetto. Si coglie in lei una forma unica che sale dal frontale sul tetto, s’incurva con delicatezza e declina verso la coda: se lo sguardo scende sui lati la 356 è perfetta, snella, liscia essenziale. Sulla 901 del ’63 è ancora un oggetto magro, esile, stretto. Poi, sulla 911 ST del 1970 accade qualcosa. È una 911 da corsa con motore 2.3 (poi cresciuto a 2.5). Ci sono due versioni, “Slim” e Large. La prima, concepita per i rally, conserva la carrozzeria stretta. Con il layout da pista i passaruota si allargano in modo indecoroso: è una Turbolook ante litteram. Le successive Carrera RSR 2.8 e 3.0 sono gonfie sui lati ma sono auto da corsa, non fanno testo. Ma la Turbo 3.0 del ’75 trasforma l’extra larghezza di una Elfer stradale in un valore. L’enorme spoiler posteriore è grande, tanto. Disturba coloro che trovano inutili tutti quei cavalli e adorano quei fianchi così ampi, quella forma così curvy. Ecco la genealogia delle 911 Turbolook con un occhio di riguardo più ‘feticista’ verso quelle più rare ed esclusive.
PORSCHE 911 3.2 TURBOLOOK 1984. Al Salone di Francoforte dell’81 Porsche fonde l’immagine possente della 911 Turbo con la personalità femminile di un’auto scoperta: presenta un prototipo a trazione integrale con carrozzeria della 930 ma senza alettone. La 911 Turbolook resta un concept ma spiana la strada alla 911 Cabrio, che entra in produzione nell’82 nell’ambito dell’SC. Manca, però, di godere delle forme seducenti di una Turbo senza la sua enorme potenza. Con l’avvento della Carrera 3.2 il programma sulla 911 si modifica in ottica espansiva: tra la 3.2 e la 3.300 viene inframezzata una versione Turbolook (Coupé, Targa, Cabrio e, nell’89, Speedster) che prende i connotati e il telaio di quest’ultima ma motore aspirato. Il ‘Pack 491‘ comprende: carrozzeria allargata da 163 a 177,5 cm, spoiler anteriore, sospensioni sportive, dischi freno maggiorati e forati, ruote da 16” con pneumatici più larghi. L’unico modo per distinguerla si limita allo scarico: singolo per la 3.2, doppio per la Turbo. Il prezzo è elevato per la presenza di componenti in condivisione con la 930: nel 1984, anno della sua introduzione, il kit per la Carrera 3.2 Turbolook vale 25.000 Marchi (molto più di una Volkswagen Golf). Per effetto dei continui aggiornamenti al rialzo arriva sfiorare i 30mila nel 1989, ultimo anno di produzione.
PORSCHE 964 JUBILEE 30 JAHRE ANNIVERSARY 1993. Nei primi mesi del ’93 l’azienda è in difficoltà e deve ripensare tutto. D’altro canto si festeggiano i 30 anni della 911 e bisogna festeggiare. Al Salone di Ginevra viene presentata la 911 Jubilee Edition 30 Jahre. Questa pomposa 911 Carrera 4 è disponibile in due sole colorazioni: grigio Argento e viola ‘Melanzana’. Si riconosce per la targhetta ’30 Jahre’ sul cofano motore. Si presenta con carrozzeria Turbolook ma priva dell’enorme ‘cucchiaione’ posteriore. Monta, invece, il piccolo alettoncino elettrico (si aziona automaticamente oltre 80 km/h e ritorna in posizione di riposo, a filo con la carrozzeria, sotto 10 km/h). Ci sono anche i cerchi Cup da 17” e gomme da 205/255 (ma i freni sono quelli normali). L’abitacolo è equipaggiato al meglio: questa versione speciale si riconosce per la placchetta smaltata sulla leva del cambio. L’allestimento comprende rivestimento in pelle totale, climatizzatore, impianto stereo, tetto apribile, cruise control e molto altro. Meccanicamente è una Carrera 4 (con quattro ruote motrici azionate da tre differenziali: il 31 percento di coppia all’anteriore, il 69 percento alle ruote posteriori). Il boxer 3.6 mono albero ad aria con un suono afrodisiaco eroga 250 cv. Il cambio è il 5 marce G50. La produzione è limitata a 911 esemplari.
PORSCHE 964 TURBOLOOK/AMERICA ROADSTER 1992. Nel 1989 nasce la famiglia 964. Il primo modello, la Carrera 4, è una 911 da ‘futuro 3000’, una sportiva avveniristica per i tempi che cambia le logiche di una sportiva ad alte prestazioni. L’anno dopo entra in scena la Carrera 2 e nel ’91 la missilistica Turbo da 320 cv e 270 orari. I clienti, però, sognano un’immagine ‘fuori misura’ da Turbo, condita con la suprema eleganza di questo modello ma non hanno bisogno di quella impetuosa cavalleria (lo 0-100 km/h di una Turbo 3.3 è 5″ netti. Sulla Turbo 3.6 si scende a 4″8) e di quell’ala ampia come una tavolata da matrimonio. Nasce perciò la 964 Carrera 2 Turbolook, opzionabile solo con carrozzeria Cabrio. Le sue particolarità: 177,5 cm di larghezza, ciclistica da Turbo (freni, sospensioni, assetto e handling) ma cuore di Carrera (boxer 3.6 monoalbero, 250 cv). In America questa versione è molto più rara ed esclusiva. Si chiama America Roadster e l riconosci per i piccoli rostri in gomma anteriori. La meccanica non cambia.
PORSCHE 964 SPEEDSTER TURBOLOOK 1993. La versione Speedster nasce nel ’54 nell’ambito della 356. È una Porsche ‘economica’ poco accessoriata e, eventualmente, pronta corse. Nel 1989, la Speedster è ricreata su base 911 Carrera 3.2 (parabrezza più basso e inclinato, “semi-tonneau” posteriore in plastica che nasconde la capote – rigorosamente manuale – e la panchetta rendendola una pura due posti) ma come versione speciale ed esclusiva e così vale nel ’93 allorché ritorna in produzione come 964. Le soluzioni meccaniche sono le medesime del modello precedente. L’abitacolo interno, molto essenziale, riprende quello della Carrera RS (non sono previsti, se non su richiesta, gli airbag, i sedili sono a guscio, le portiere sono più semplici, i cristalli sono più sottili). La meccanica proviene dalla Carrera 2 con motore 3.6, 250 cv, cambio a cinque marce. In listino è ufficialmente disponibile solo la Speedster ‘Slim’ ma il reparto Exclusive offre anche la larga Tubolook (opzione M491) con posteriore largo quasi 180 cm. Questa versione è molto rara: meno di venti unità ufficialmente allestite.
