Vita da Stella: i quarant’anni della Geländewagen
FESTEGGIA 40 ANNI – È il 1979 e Geländewagen, figlia di un matrimonio misto, lui un tedesco attempato, elegante, col pallino della precisione, lei una provetta scalatrice austriaca, non poteva che nascere circondata da tutte queste Alpi. Dalla mamma Steyr Daimler Puch ha preso i tratti marcati e la vocazione per le arrampicate e dal papà Mercedes-Benz quel gran cuore e la mania dei dettagli. Oggi la Mercedes Classe G (Geländewagen vuol dire banalmente fuoristrada in tedesco) festeggia 40 anni. E per fortuna li dimostra tutti. Perché per le icone che attraversano mode e generazioni, gli anni vogliono dire esperienza, affinamento. Maturità. E i rinnovamenti, gli stravolgimenti rivoluzionari non sono altro che una dimostrazione che l’idea originale era buona. E che continua a evolversi.
NON PIÙ SOLO FUORISTRADA – Anche se la nuova Mercedes Classe G, lanciata nel 2018, non ha conservato che tre pezzi della G degli anni ’70 (maniglie, lavafari e il copri ruota di scorta), le caratteristiche che hanno reso mitica la serie precedente sono rimaste inalterate. Anzi no. La prima G infatti soffriva di una rara allergia all’asfalto (se non a basse velocità degne della papamobile qual è) che si manifestava in attacchi schizofrenici che la facevano saltellare di qua e di là come un cinghiale ferito. Un inconveniente che si poteva curare solo buttandosi in un fiume o su strade sterrate o scomparendo nei boschi. Rimedio non comodissimo per chi abitava in città circondate da autostrade e tangenziali. Ma per fortuna, con l’ultima serie hanno trovato la cura e adesso la G affronta l’autostrada con la stessa facilità con cui scala una pendenza del 100% o guada un fiume (di 70 cm). A proposito. Quando chiudi la portiera, devi pensare che le guarnizioni sono state pensate per resistere a 10 minuti di piena. Usa la forza, Luke.
IL PUNTO G – Facendo un giro in azienda avresti notato anche tu quello che ho notato io. E ti saresti sorpreso come me. Perché in un’era di scocche in fibra di carbonio, carrozzerie autoportanti realizzate su piattaforme condivise, trovarsi di fronte a un telaio a longheroni e traverse ti dà la sensazione di aver sbagliato anno. O pianeta. In realtà, è proprio questo il punto di forza dell’auto che ci sta appollaiata sopra e che viene calata in un punto preciso della catena di montaggio che gli operai chiamano matrimonio. Che si sa, è una cosa che solo dio può sciogliere.
TRE AUTO AL PREZZO DI UNA (CARA) – L’ultima arrivata tra le Mercedes Classe G è quella con la motorizzazione a gasolio. Che di questi tempi sembra già uno scoop di per sé. Ma a sorprendere non è la gran coppia che uno si aspetterebbe da un 6 cilindri in linea di 2925cc (700 Nm tra i 1200 e i 3200 giri), ma quella silenziosità che ti fa venire il dubbio che non sia davvero un diesel. La strumentazione digitale a due piazze è quella che hai già visto nelle altre Mercedes, e che ti piace, mentre quei tre tasti lì in mezzo sono quelli per cui compri una G e non un SUV. Ti presento i bloccaggi dei vari differenziali (anteriore, centrale e posteriore), che ti permetteranno di trainare l’arca di Noè quando verrà l’apocalisse o di prendere una scorciatoia quando trovi la solita coda al Brennero e vuoi proseguire sulle mulattiere della guerra. Quando sei in fuoristrada il cambio automatico aiuta a concentrarsi su quello che proiettano sugli schermi. Attenzione, quello che vedi non è l’ultimo film di Indiana Jones, ma l’avventura che c’è davanti al muso della tua G. Che in autostrada la Mercedes Classe G vada (finalmente) bene fa piacere, ma quello che mi è piaciuto di più è il suo comportamento sulle stradicciole di campagna. Quelle che su macchine ad altezza d’uomo faresti raccordando le curve, staccando qui e allungando là. Come mi sono ritrovato a fare su questa G dimenticandomi completamente che in autostrada era appena stata una limousine e uno schiacciasassi nel bosco. La G è un’auto più che dura, piantata, quadrata e nervosa il giusto. Che a tratti ti fa dimenticare peso e altezza e che ti porta a spasso con quel brio che 330 cavalli (per uno 0-100 km/h in 6,4 secondi) sanno dare. Per ora è disponibile solo nell’allestimento ‘Stronger than time’ (più forte del tempo). Uno slogan, una garanzia.