GMA T.50: abitacolo e customer experience

GMA T.50: abitacolo e customer experience

Continua l’approfondimento sull’ultima creatura di Gordon Murray, la T.50

SOLO CIÒ CHE SERVE. “Gli interni sono stati creati intorno al pilota. La posizione di guida centrale è la dimostrazione più chiara di questo approccio. Ogni singolo elemento è a portata di mano per chi siede davanti al volante. La purezza del design era il nostro obiettivo, ovviamente ricercando la massima qualità sempre e comunque. L’abitacolo è spazioso ed esclusivo, fatto che rende la T.50 capace di attraversare tutti i continenti in totale comodità”. Dall’esterno, a prima vista, la T.50 sembra una vettura da corsa monoposto. Il sedile del guidatore risalta di un colore vivido, mentre i due sedili passeggeri che lo fiancheggiano sono si fondono con la paratia posteriore di colore scuro. Quando le porte si sollevano, troviamo un’ampia apertura che garantisce facile accesso all’interno. Il particolare design della monoscocca in fibra di carbonio elimina la necessità di travi di torsione che dal centro dell’abitacolo mirano all’esterno del telaio: la superficie calpestabile interna è quindi libera da qualsivoglia ostruzione. Ogni cliente avrà un sedile personalizzato, il volante regolato in altezza e profondità in fase di costruzione, così come tailor-made sarà la pedaliera. In armonia con tutto il resto, ogni pedale è un’opera d’arte: fresato in alluminio dal solido, la frizione e il freno vantano un motivo simile ad una ragnatela che risparmia peso e fornisce una superficie antiscivolo. Il pedale dell’acceleratore è invece realizzato in titanio. A destra del guidatore, la leva del cambio – sempre in titanio – si trova all’estremità di una struttura che si estende accompagnando il suo sedile; la parte inferiore di questa struttura ‘galleggia’ sulla cabina, rivelando il meccanismo del cambio, sempre in titanio. Qui troviamo una serie di controlli tra cui il selettore della modalità di guida, la ghiera per le funzioni del sistema infotainment e, soprattutto, il pulsante d’avvio del motore posizionato centralmente, rivestito da una copertura anodizzata in rosso. All’estremità di questa specie di ‘braccio’ una piccola piastra incisa al laser indica il numero di costruzione del veicolo. Il volante in fibra di carbonio a tre razze regala una presa salda. Dietro il volante, i paddle consentono al guidatore di suonare il clacson o accendere i fari senza mai togliere le mani dal volante. Non esistono touchscreen, né comandi a leva: anche gli indicatori di direzione vengono azionati con i propri pollici da pulsanti posti sulle razze orizzontali. Ogni controllo è analogico, ogni display è stato progettato per la massima funzionalità, ogni interruttore in alluminio aerospaziale è soddisfacentemente tattile, posizionato ergonomicamente e privo di fastidiosi ‘giochi’. Davanti a chi guida c’è un contagiri analogico da 12 cm con il suo ago fresato in alluminio pronto a portarvi in quel paradiso sospeso oltre i 10mila giri. Gli interruttori a destra controllano il riscaldamento, la ventilazione e l’aria condizionata, mentre a sinistra i due comandi inferiori sono per tergicristalli e luci; nel quadrante in alto a sinistra – il più intrigante, caratterizzato da una grafica con la ventola della T.50 – troviamo il comando per configurare le quattro modalità aero selezionabili dal pilota.

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UNA DAILY SUPERHYPERCAR. “Ho progettato questa macchina affinché potesse essere utilizzata ogni giorno, con quasi 300 litri di spazio per i bagagli e tutto il resto, un impianto audio degno di tale nome e un’eccellente climatizzazione; grazie alla sua eccezionale visibilità, agli ingombri ridotti, alla facilità d’ingresso e uscita, la T.50 riscrive le regole di usabilità nella galassia delle supercar”. Il team della Gordon Murray Automotive ha lavorato molto per facilitare l’accesso alla cabina di pilotaggio. Più di quaranta persone di tutte le età e statura hanno preso parte ad una serie di test per valutare quale fosse la migliore configurazione interna possibile. Le porte diedrali migliorano entrata e uscita, mentre il fondo dell’abitacolo – come abbiamo già visto – è piatto e libero per tutta la sua larghezza. Una volta seduti a bordo, la visibilità di cui si gode è eccellente. Le proporzioni compatte della T.50 sono paragonabili a quelle di una berlina di segmento C, il che la rende facile da parcheggiare e/o condurre su strade particolarmente anguste o in centri urbani molto trafficati. A bordo c’è una grande quantità di spazio per stivare i vostri effetti personali: parliamo di 30 litri, combinati in cinque scomparti: uno sopra il poggiapiedi di ciascun passeggero, un altro sotto ciascun sedile passeggero e uno dietro il poggiatesta del conducente. I vani bagagli posteriore sinistro e destro sono a carico verticale, ciascuno con circa 90 litri di capacità e sono pronti ad inghiottire comodamente un trolley per lato. La capacità di carico totale è di 228 litri. Inoltre, utilizzando una valigia appositamente sagomata – che segue la forma del passeggero – si possono godere altri 288 litri di spazio. Nell’uso quotidiano, la T.50 è silenziosa e facile da condurre grazie anche a due differenti mappature: una che consente di raggiungere per i regimi massimi e di sfruttare tutti i 663 cavalli, l’altra limita il motore a 9500 giri e la potenza a 600 cavalli, per spostarsi con calma e magari portare i figli a scuola. L’altezza di marcia è di 120 mm all’anteriore e di 140 mm al posteriore, una manna dal cielo per dossi stradali di rallentamento o similari.

NESSUNA DISTRAZIONE CONCESSA. I display a bordo della T.50 sono intuitivi e di facile lettura. La grafica bianca su fondo nero garantisce facilità d’uso, riconoscibilità istantanea e zero distrazioni. Anche i display retrovisori sono stati ottimizzati per l’esperienza del conducente, offrendo un campo visivo migliore rispetto agli specchietti e pesando significativamente meno. L’esperienza acustica – oltre a quella orchestrata dal V12 e dal sistema di scarico – è di primissimo livello: Murray ha scelto Arcam, specialisti dell’audio di fascia alta, per creare un impianto audio su misura con 100 altoparlanti nominali da 100 W appositamente creati su misura per la T.50. L’intero kit pesa solo 3,9 kg e si collega in modalità wireless al vostro smartphone tramite Android Auto/Apple Car Play per tutte le funzioni di navigazione e telefonia Bluetooth, visualizzate nella schermata a destra del contagiri. Top.

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HAI DETTO CUSTOMER EXPERIENCE? I cento fortunati possessori della T.50 hanno ricevuto e riceveranno un servizio a dir poco personalizzato: dal primo contatto, durante tutto il processo di acquisto, delineamento delle specifiche di personalizzazione e fabbricazione effettiva del loro modello unico. Questo stesso approccio continuerà per tutta la durata della loro proprietà. Durante lo sviluppo dell’auto che ha condotto tutti noi alla presentazione di ieri, ai futuri proprietari è stata fornita un’anteprima del progetto, cui ha fatto seguito tutto il processo evolutivo del veicolo aggiornamento dopo aggiornamento. Quando ci avvicineremo alla data effettiva dell’avvio produzione nel 2022, i clienti saranno invitati a configurare la propria auto secondo le loro personali specifiche. Il Professore in persona ha incontrato e/o parlato con tutti i futuri acquirenti e sarà lui a consegnare la chiave di ogni singola unità dalle facilities della Gordon Murray Automotive in Inghilterra. In tutto il mondo, poi, i proprietari di T.50 avranno accesso a una rete di servizi dislocata principalmente tra Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Abu Dhabi, con un servizio d’assistenza sul posto a supporto sia di questi mercati sia di quelli in ogni altro punto del pianeta. Durante la fase di costruzione della loro auto, i proprietari verrano informati sullo stato di produzione effettivo della propria T.50 e avranno la possibilità di visitare lo stabilimento in ogni momento che riterranno opportuno. Dopo la consegna, verranno offerte una serie di esperienze di guida su misura allo scopo di migliorare continuamente la loro relazione con il loro gioiello a quattro ruote. E per dirla come direbbe il Professore: “Enough said”.

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