Goodwood, Festival of Speed a pedali
Sai quella funzione dei social che ti ricorda cosa stavi facendo l’anno scorso? Ecco, in questi giorni Google continua a farmi vedere immagini di oldtimer sparate a velocità folle su per una salita. O moto allineate nell’erba di un campo annebbiato dai fumi di uno scarburatissimo BBQ. Insomma, souvenir di Goodwood. Mai avrei pensato che il Festival (of Speed) più incredibile di sempre potesse diventare così presto roba da amarcord strappalacrime. Invece le pandemie, adesso lo sappiamo, sono capaci di tutto.
L’ALBUM DEI RICORDI. Di solito non mi faccio tirar dentro. Invece questa volta mi sono messo a guardarle tutte, le foto, per illudermi di essere di nuovo lassù, Oltremanica. Ed è stata una scoperta. Perché quando sei circondato da continui fuochi d’artificio, non solo pirotecnici, ma anche motoristici, sopraffatto da tutto quel ben di meccanica che dio ha mandato in terra, be’, qualcosa inevitabilmente ti scappa. E così va a finire che dopo quell’abbuffata ti ritrovi sazio e felice, certo, ma se uno dovesse chiederti di dirgli per filo e per segno di cosa ti sei strafogato, potresti non ricordarti un sacco di pietanze. Per questo, scorrendo le foto del 2019, ho fatto uno zompo sulla sedia. Ma come! La Honda RC181 di Mike Hailwood? O l’Harley Davidson da corsa con quel numero 24 che fa subito Pasolini? C’erano anche loro, sì… Per non parlare di manciate di Triumph tre cilindri e di giapponesi a quattro allineate come bottiglie in una cantina di vini tenuti lì per la gioia dei palati più fini. Che orgia, ragazzi. Ma poi a un certo punto, superata la fase del “ma dai”, è subentrata quella dell’ “accidenti”, il classico down che segue i picchi troppo alti. Glicemici e non: i cancelli di Goodwood chiusi (almeno fino alla Speedweek di metà ottobre), roba da non credere…
LA FAVOLA DI GOODWOOD. Durante il lockdown, mentre tu eri rinchiuso in quella scatola con affaccio scala di servizio che ti hanno venduto spacciandotela per casa, anche il Duca di Richmond e Gordon non se la stava passando tanto meglio, visto che è rimasto bloccato nella sua tenuta che oltre a ville, boschi e parchi comprende il ben noto circuito di Goodwood… Infatti pare sia stato proprio il veder la pista tristemente vuota che abbia gettato il nobiluomo in uno sconforto che ha richiesto l’intervento di un gabinetto medico al completo. “Signor duca, non faccia così, tornerà a sentire il rombo dei motori, non si abbatta. Ma intanto esca a prendere un po’ d’aria…”. Così, un bel giorno, presa la bicicletta, il duca esce, dirigendosi… No, non verso quel bosco che scende al lago e sale per la collina che vede il mare. Il Signor Goodwood va dalla parte opposta: dove c’è la pista. Insomma, morale della favola, quando torna a casa, dopo un paio d’ore, ha un’idea. Aprire quella che fu una base della RAF prima e il circuito automobilistico più temuto d’Inghilterra poi, proprio alle bici… Del resto, in questo periodo strano, cosa c’è di meglio di un’area protetta, Covid free, per le scampagnate con pargoli e fidanzate in tutta sicurezza? Ecco allora che ai cancelli principali invece di controllare pass e numero sulla fiancata verificheranno la tua temperatura mentre dentro, i marshall che di solito sventolano bandiere rosse, gialle o blu, distribuiranno spinte ai ciclisti più in affanno. Orari: giovedì dalle 17.30 alle 20.30 e domenica dalle 9 alle 16. E vissero tutti felici e contenti.