Pirelli: i test in Sardegna delle gomme per il WRC
Trentadue gradi all’ombra, polvere come nebbia, insetti che fanno gli insetti in maniera fantasiosamente fastidiosa. Ma è tipico di queste situazioni e lo spettacolo è assicurato e anche le pecore, al passaggio della C3 WRC guidata dal norvegese Andreas Mikkelsen, alzano la testa e ne seguono il rombo che si avvicina tra i tornanti della Gallura, ai cui lati curiosi e tifosi si accalcano. Applausi. No, non è il Rally d’Italia, purtroppo, anche se gli ingredienti ci sono quasi tutti: un’auto di vertice, un pilota pluridecorato, le condizioni climatiche e di superfice tra le più estreme del mondiale. Ma se non è una gara del campionato è comunque un assaggio, un antipasto un po’ tardivo (la gara era prevista in calendario a giugno) del WRC. A offrirlo in questi giorni nel nord della Sardegna, sulle stesse strade del mondiale, è la Pirelli. L’occasione è fornita dalla prima sessione di prove outdoor del programma di sviluppo degli pneumatici destinati al World Rally Championship 2021.
200 KM AL GIORNO. Oggetto dei test, che impegnano una quindicina di tecnici Pirelli, guidati da Terenzio Testoni, sono i P Zero da asfalto e gli Scorpion per gli impieghi su sterrato. Il programma di prove si articola in decine di passaggi e manovre per un totale di circa 200 chilometri al giorno, una distanza di gran lunga superiore a quella di una gara, e sempre nelle condizioni più estreme. “Questi test sono di particolare importanza soprattutto per gli impieghi su terra”, spiega Testoni. “Nella World Championship circa l’80 percento degli eventi si tengono su sterrato. Per questo abbiamo scelto la Sardegna che presenta superfici particolarmente impegnative, che non solo sono quelle del Rally d’Italia, ma anche tra le più sfidanti al mondo”. Il che significa abrasività del fondo stradale ai massimi livelli, rischio tagli e urti altissimi, temperature del suolo e dell’aria elevate.
TEST RIGOROSI. Obiettivo di questa prima sessione di test, alla quale seguiranno altre due nella prossime settimane, è determinare quanto e come l’accresciuta potenza e downforce delle vetture World Rally incida sul degrado, la resistenza e la prestazione dei pneumatici. Che devono essere adatti a tutte le vetture e a tutti gli stili di guida dei piloti. “Il nostro metodo di lavoro – aggiunge Testoni – prevede prima l’utilizzo di uno pneumatico già testato e di sicura affidabilità, per poi passare a una serie di prototipi in modo da misurarne le prestazioni e la resistenza in maniera comparativa. Tale procedura non riguarda solo lo sviluppo delle gomme da rally, ma anche quelle da pista, Nel caso del rally, però, il compito è molto più impegnativo perché le variabili degli impieghi stradali sono molto più numerose di quelle che si presentano in pista. Per questo torneremo ancora in Sardegna per nuove sessioni, in modo da poter testare i nostri prototipi in una varietà di condizioni molto ampia”. Che è poi il metodo di lavoro che si segue anche per lo svluppo delle gomme di produzione per le auto di serie. Anche in quel caso, infatti, occorre puntare all’equilibrio tra sicurezza, che è la prima funzione di uno pneumatico, e prestazione, oltre che della massima affidabilità in ogni situazione e con ogni tipologia di vettura. “In realtà – sorride Testoni – se le gomme rally sono impegnative da sviluppare e testare, quelle stradali lo sono anche di più. Non tutti gli automobilisti sono dei Mikkelsen che sanno come gestire le criticità e hanno a disposizione tre specifiche da asfalto e magari una gomma da bagnato”.
INGEGNERI… E SPETTATORI. Ad affiancare i tecnici sul campo in Sardegna, ci sono gli ingegneri di Bicocca. I dati raccolti alla fine di ogni sessione di test, infatti, vengono inviati e analizzati dagli esperti dell’R&D di Milano e costituiscono la base delle sessioni successive. Il rombo della C3 si placa solo al calare del sole, che si nasconde dietro i boschi di sugheri e le falesie. La gente – i sardi sono appassionati veri – passa al parco assistenza Pirelli a caccia di autografi e curiosità. Ma soprattutto di normalità: “ci mancavano le macchine rally, bello rivederle. Speriamo che il mondiale si tenga, a ottobre” dicono, mentre porgono piccoli doni e offrono caffè. E anche questo, a modo suo, è spettacolo.