Morricone e la liaison (involontaria) con le auto
Addio Maestro. Si è spenta all’alba del 6 luglio, dopo 91 prolifiche primavere, la fiamma di Ennio Morricone: compositore, direttore d’orchestra, musicista, arrangiatore e mito. Si, perché le personalità creative come la sua, vita natural durante votata all’universo musicale in ogni sua singola declinazione, sono delle perle più uniche che rare. Ha scritto musiche per più di 500 (!) opere tra film, serie tv e spot pubblicitari, spaziando attraverso un’ampia gamma di generi, che hanno fatto di lui uno dei più prolifici e magnificenti compositori di tutti i tempi.
Diplomatosi in tromba, strumentazione per banda e composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma tra il 1946 e il 1954, completa in seguito la sua formazione studiando anche musica corale e direzione di coro. L’anno successivo, come giovane arrangiatore in RCA, inizia a confezionare brani che costituiranno la dorsale italica del sound anni Sessanta e seguenti. Nel 1964 riallaccia i rapporti con un suo compagno di quinta elementare, il regista Sergio Leone, e qui inizia una vera e propria epopea cinematografica che porta il Maestro alla fama mondiale. Sue le colonne sonore dei migliori western all’italiana, anche di quelli diretti da Sergio Corbucci e Duccio Tessari. Nel decennio successivo approda ad Hollywood componendo musiche per registi americani come Brian de Palma, Carpenter, Levinson e Nichols fino ai giorni nostri con Stone e Tarantino. Nel 2007 premio Oscar onorario “per i suoi contributi magnifici all’arte della musica da film” dopo essere stato nominato per cinque volte tra il 1979 e il 2001 senza aver mai ricevuto il premio. Nel 2016 arriva il secondo Oscar per la partitura di ‘The Hateful Eight’, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe. Morricone ha vinto anche tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize.
Una mole di lavoro tanto densa di genio quanto straordinaria all’interno della quale, noi di Veloce, abbiamo voluto ricercare un fil rouge, un nostro singolare percorso della memoria che vuole essere omaggio e testimonianza di questo personaggio immenso, inimitabile ed inarrivabile. Fatto di colonne sonore oniriche e quattro ruote più o meno celebri.
I MOTORIZZATI (1962). Nella pellicola di Camillo Mastrocinque, il geometra Mario Bianchi è il fortunato vincitore di una lotteria aziendale, il cui premio è la milionesima Fiat 600 immatricolata a Roma: lui rifiuta il premio e racconta — rivolto allo spettatore — manie, sogni e incubi che gli hanno fatto perdere la passione per il mondo dell’automobile. Cinque episodi incrociati fatti di mogli dalla guida spericolata, impiegati ultradevoti alla loro utilitaria, eventi dai tratti noir, ladri maldestri e proprietari troppo distratti.
DIABOLIK (1968). Nella trasposizione cinematografica del fumetto delle sorelle Giusanni, diretta Lamberto Bava, l’intrepido ladro mascherato è come di consueto alle prese con colpi milionari, inseguimenti al fulmicotone con l’ispettore Ginko alle calcagna e con la bellissima compagna Eva Kant. La colonna sonora di questo cult movie è stata pubblicata solamente nel 2001: precedentemente inedita, ad eccezione del singolo ‘Deep Down’, interpretato da Maria Cristina Brancucci in arte Christy come lato B del singolo ‘Amore amore amore amore’, tratto dalla colonna sonora del film ‘Un Italiano in America’ con Alberto Sordi.
UN BELLISSIMO NOVEMBRE (1968). Nino è un adolescente piuttosto irrequieto che vive alle pendici dell’Etna in una famiglia della borghesia medio-alta. Quando tutta la famiglia si sposta in una masseria nei pressi di Catania, Nino s’innamora della zia Cettina, sposata, ma tutt’altro che restia a provocazioni e tradimenti. Perché ci ricordiamo di questo film? Perché uno dei personaggi giunge in villa con una fantastica Alfa Romeo 33 Stradale. Un film, una poesia in ogni suo dettaglio, per la regia di Mauro Bolognini.
L’AUTOMOBILE (1971). Nel terzo ed ultimo episodio di ‘Tre Donne’, ciclo di film tv che ha come protagonista l’immortale Anna Magnani, si narra di Anna Mastronardi, matura ex-prostituta diventata una specie di istituzione per la vita notturna romana. Ormai sola e senza un vero scopo esistenziale decide di comprarsi un’automobile, per soddisfare il suo bisogno di sentirsi una donna realizzata e per mettersi in bella evidenza di fronte a tutta la bella gente di via Veneto. La sua scelta ricade su una Fiat 850 Spider e le musiche a fare da sottofondo a questa rinascita sono tutte opera del Maestro.
SPOT RENAULT 18 (1982). Questa breve clip dal claim ‘Il diesel si scatena’, serve a promuovere la versione con motore a gasolio della storica berlina francese prodotta tra il 1978 e il 1989 in oltre due milioni di unità. Elementi tratti da ‘Spartacus’ di Stanley Kubrick si fondono con colori e tensioni dei western di Leone — regista del video. Tra le note del Maestro, la vettura sradica le catene che la imprigionano, per poi fuggire dall’anfiteatro stile Colosseo dove era custodita fino a quel momento.
SPOT PEUGEOT 607 (2004). Atmosfere da spaghetti western anche per la pubblicità della sfortunata Peugeot 607, l’ammiraglia della casa transalpina nel decennio 2000-2010: la protagonista s’aggira per una città deserta, incutendo timore reverenziale in tutte le vetture che temono il suo confronto e cercano di nascondersi impaurite. Le note sono quelle de L’uomo dell’armonica, originariamente composte da Morricone per ‘C’era una volta il West’.
DEATH PROOF (2007). Quentin Tarantino, così come di Sergio Leone, è un massimo estimatore delle musiche Morriconiane. Nella seconda pellicola del progetto ‘Grindhouse’, quella che ruota attorno alle peripezie di un gruppo di ragazze inseguite dal maniaco Kurt Russel a bordo delle sue muscle car ‘a prova di morte’, le note del compositore romano vengono suonate due volte: la traccia Paranoia Prima viene dalla colonna sonora de ‘Il Gatto a Nove Code’ di Dario Argento, mentre Violenza Inattesa è stata composta ad hoc.
SPOT LANCIA DELTA (2008). Si, non è purtroppo la Delta che tutti vogliamo. È quella venuta dopo e finita male. Nonostante ciò, nel maestoso spot pubblicitario che vede il bel Richard Gere al volante della vettura torinese, la musica del Maestro ritma il viaggio della riscoperta interiore da Los Angeles al Tibet buddista, correndo parallela al claim della casa torinese coniato per quest’occasione: The Power to be Different.