veloce15: perché tutti parlano di elettrico?

veloce15: perché tutti parlano di elettrico?

Si rifletteva, l’altro giorno in qualche angolo della redazione, sull’invasione di ‘elettrico’ nel mondo degli spostamenti. Se ne fa un gran parlare. Eppure tutti noi siamo affezionati, quando non malati, di motori tradizionali. Specie se a benzina e plufrazionati. Eppure, ancora, il moltiplicarsi della proposta di EV/elettrificate renderà quasi inevitabile il fatto che – prima o poi – ci ritroveremo con una di queste auto in garage. Le ricerche di mercato più aggiornate parlano di un 51 per cento di auto elettriche entro il 2030. In pratica, domani. Per capire un po’ meglio il perché di questa imminente ‘onda d’urto’, abbiamo provato a mettere insieme le ragioni (prima di tutto politiche) che ci hanno messo tutta questa elettricità alle porte. 

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PAROLA D’ORDINE: ECO. Ecco perché abbiamo deciso di dedicare questo numero di veloce15 al tema della sostenibilità, “concetto introdotto nel corso della prima conferenza ONU sull’ambiente nel 1972”, parola della Treccani. Parola, sostenibilità, al centro della rivoluzione che ci aspetta nei prossimi anni e che in qualche modo è stata sancita dal Green Deal europeo di inizio anno: chi vuole capire qualcosa su come sarà il nostro futuro a medio e lungo termine, dovrà prenderci dimestichezza. Perché l’obiettivo è quello rendere l’Europa un’area a impatto climatico zero entro il 2050. Il Green Deal è quindi una ‘tabella di marcia’ che segnala le azioni da svolgere per mettere ‘a terra’ concetti come “l’uso efficiente delle risorse per ottenere un’economia pulita e circolare” o il “ripristino della biodiversità” e – certo – “la riduzione dell’inquinamento”.

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SCELTE FUTURE. Per intenderci, da tutto questo, dipende la scaletta con cui le Case auto stanno sfornando e sforneranno idee per muoversi domani. Ma pure, da automobilista, la ragione della scelta di un modello piuttosto che di un altro; o ancora, da fruitore di mobilità, di un determinato tipo di ‘mezzo’ in luogo di un altro. Questo, e qualche ragione che (direttamente o indirettamente) ci ha portato a tutto questo, nel nuovo veloce15, che trovate qui. Buona lettura!

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Un commento su “veloce15: perché tutti parlano di elettrico?”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    L’aspetto ecologico o presunto tale, della mobilità elettrica è un piacevole effetto secondario, a patto di generare energia elettrica da fonti rinnovabili non fossili.

    È secondario perché la mobilità elettrica non è fine a se stessa.

    Essa è parte integrante del sistema che assisterà la nostra esistenza.

    Le vetture elettriche si stanno evolvendo insieme a blockchain, 5G, Intelligenza Artificiale AI, cybersecurity e investimenti.

    La blockchain sarà sempre più usata nei servizi di mobilità, nell’ecommerce, nella Pubblica Amministrazione, nella sicurezza di documenti, informazioni e contratti. Tutte le tipologie di transazione economico finanziaria incluso l’uso di un qualsiasi mezzo elettrico sarà trattata con blockchain all’insegna della velocità, sicurezza, affidabilità e trasparenza.

    Per una trasformazione digitale globale serve il 5G o il 6G per far dialogare le macchine, dall’IoT all’M2M (machine-to-machine), dall’intelligenza artificiale al machine learning, fino all’industria 4.0, alle auto a guida autonoma e alle grandi piattaforme per la raccolta, l’elaborazione e la gestione dei big data.

    Le automobili che nei prossimi anni saranno elettriche, connesse al 5G o 6G e a guida autonoma. Grazie a connettività, elettrificazione e reti interconnesse delle smart cities, utilizzeremo auto che ci verranno a prendere sotto casa, senza comprarle ed avremo a disposizione assistenti virtuali che allargheranno il loro raggio d’azione nell’auto, oltre a casa e ufficio. Intelligenza Artificiale che già serve a fare ricerche su Google, acquisti su Amazon, vedere film su Netflix, sistemi predittivi di AI che sono tutto il tempo al lavoro per consentirci queste funzionalità. Assistenti virtuali evoluti sulla base Alexa di Amazon e Google Assistant, che gestiranno appuntamenti, programmeranno viaggi e ordineranno anche la colazione all’autogrill mentre si caricherà l’auto elettrica. Assistenti che diventeranno sempre più intelligenti e capaci di prevedere i nostri comportamenti e le nostre abitudini.

    È l’Intelligenza Artificiale che consentirà alle auto di imparare a guidare da sole, come ha dimostrato Alphabet, con il lancio di Waymo che a bordo porta con sé incorporata l’AI.

    Connessione, elettrificazione, reti e infrastrutture digitali hanno bisogno di cybersecurity per proteggersi.

    Una cosa è certa, per fare tutto questo, servono nuovi investimenti e partenariati pubblici e privati con multinazionali, guarda caso nate da start up, ovviamente.

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