Fondazione Macaluso, dritti al cuore dell’auto
Pilota, designer, dirigente sportivo, amante e fine conoscitore dell’arte e della cultura italiana. Contenuti e valori che, nella sua intensa ed eclettica parabola professionale, ha saputo diffondere come pochi altri attraverso l’amore per gli orologi e le belle automobili da corsa.
LE PAROLE DI LORD MARCH. Il ricordo di Luigi ‘Gino’ Macaluso, nato a Torino nel 1948 e scomparso a Le Chaux-de-Fonds, in Svizzera, dieci anni fa, si riassume tutto nelle commosse, affettuosissime parole di un vecchio amico, Charles Henry Gordon-Lennox, undicesimo duca di Richmond e proprietario di Goodwood, la sconfinata tenuta agricola e sportiva del Regno Unito che ogni anno ospita il Goodwood Festival of Speed, la festa dei motori all’aperto più grande ed esclusiva del mondo. “La foto di Gino è sempre sulla mia scrivania – ha detto Lord March –; di Gino ricordo l’infinita passione per le corse e per ogni forma d’arte. E poi gli orologi: ne ha disegnati di bellissimi e un giorno me ne regalò uno che conservo con amore”.
UN’EREDITÀ INESTIMABILE. In attesa di poter scoprire i nuovi spazi torinesi della fondazione – nata un paio d’anni fa per iniziativa dei figli di Gino Macaluso, Stefano, Anna, Massimo e Margerita, e di Monica Mailander Macaluso – i giornalisti e i rappresentanti delle istituzioni del settore presenti alla videoconferenza, svoltasi su Zoom e trasmessa in diretta sui canali social dell’associazione, hanno avuto un primo assaggio del fitto programma che da qui ai prossimi mesi vedrà la fondazione in prima linea. Attorno alla figura eclettica e poliedrica di Gino Macaluso, Campione europeo ed italiano rally nel 1972 e nel 1974, prende forma una collezione che lui stesso aveva cominciato a costruire con pazienza, amore e dedizione. Pezzi mai banali, scelti in base al palmarès e allo stato di conservazione. Bolidi da competizione tornati all’antico splendore (e in invidiabili condizioni ex corsa) grazie alle cure dei professionisti del restauro che operano nell’officina, fiore all’occhiello e cuore pulsante della fondazione.
GIOIELLI DA MOSTRARE. Auto perfettamente efficienti e, perciò, in grado non soltanto di raggiungere con le proprie ruote le sedi di prestigiose mostre nazionali e internazionali, ma anche di esibirsi a tutto gas nell’ambito di attività dinamiche e rievocazioni storiche. Un bel modo di diffondere la cultura dei motori e, più in generale, le eccellenze del nostro paese, che tanto deve e tanto ha contribuito alla creazione e alla diffusione dell’automobile nel mondo. Sfogliando il calendario della fondazione, tre sono gli appuntamenti imminenti da segnare in agenda. Nel mese di ottobre verrà presentato a Torino, Milano e Londra un libro edito da Rizzoli e intitolato ‘Mac‘, ovvero il soprannome di Gino Macaluso nel mondo delle corse. Alla fine dello stesso mese andrà in scena il Milano Monza Open-Air Motor Show, un’occasione unica per vedere, con tutta probabilità tra i cordoli dell’autodromo di Monza, le auto da corsa della fondazione. Infine, dal 3 dicembre 2020 al 9 maggio 2021, il Mauto di Torino, che nel recente passato ha collaborato con la Fondazione Macaluso per la realizzazione di diversi eventi, ospiterà la mostra ‘The Golden Age of Rally‘. Si tratta di un’accurata selezione di vetture protagoniste di pagine memorabili del motorsport internazionale a cavallo degli Anni ’60 e ’90. Una rassegna itinerante che da Torino, capitale italiana e culla dell’automobile, si sposterà nelle sale dei più prestigiosi musei d’Europa, degli Stati Uniti e del Giappone.
