Guarda, un Rolls che vola…
“È la sola volta che sono riuscito a portare dentro e fuori dalla Francia 10 galloni di benzina senza doverci pagare sopra le tasse”. Mentre tu il 2 giugno eri lì a sventolar bandiere e a guardar Frecce Tricolori, il resto del mondo celebrava i 110 anni di una dichiarazione che ha cambiato la storia. Proprio questa. Certo, letta così sembra una frase a metà tra la ragazzata e la sbruffonata di un aspirante contrabbandiere. Ma in realtà, chi l’ha detta era Charles Stewart Rolls, inglese, figlio del primo Barone Llangattock. A volerle contestualizzare, poi, queste parole sono state le prime dette a caldo dopo un Inghilterra-Francia-Inghilterra in 95 minuti: in volo. Anno di grazia 1910.
UN MALE INGUARIBILE. Charles è gravemente malato. Questa è la verità. All’inizio pare solo affetto da incontinenza meccanica acuta. È quando il giovane Rolls si dedica a dadi e bulloni più che a corteggiar gonnelle. Sempre sporco di grasso, in casa viene subito soprannominato Dirty Rolls. Del resto sono gli anni in cui il rampollo corre in bici e rivende auto (Peugeot). Poi la sindrome ha una mutazione e diventa mal d’aria cronico. E Rolls comincia a volare. Non più solo con la fantasia, visto che i registri di volo sui palloni aerostatici riportano il suo nome ben 170 volte. Nel 1907, il colpo di fulmine: incontra due americani, con la testa tra le nuvole come lui. Sono i fratelli Wright, che stavano battendo a tappeto l’Inghilterra per promuovere la loro nuova invenzione. È a loro che Rolls pensa quando il suo compagno di merende (e affari), Royce, non lo supporta in questi azzardati voli pindarici. Per questo, dopo una settimana di pioggia incessante, è proprio su un apparecchio costruito su licenza degli americani che Charles decolla alla volta della Francia. L’aereo, con struttura in legno e coperture in tela, ha un’apertura alare di 12 metri e pesa 457 chili.
ANDATA, RITORNO E ADDIO. Il piano era semplice: vado a prendere un croissant in Francia e torno. Poi, una volta sopra il continente, Charles cambia il programma al volo e decide di non atterrare più, limitandosi a sorvolare il campo dove le autorità francesi lo stavano aspettando per un’accoglienza in pompa magna. E torna indietro. Diventa così il primo a compiere, senza scalo, la doppia trasvolata della Manica. Una cosa impensabile (110 anni fa). A tal punto che tra i primi a congratularsi con lui c’è addirittura re Giorgio V in persona. Ma purtroppo, passa poco più di un mese e Royce si vede costretto a mandare avanti l’azienda senza il suo amico volante: caduto sul campo (di volo) il 12 luglio. Per questo motivo, da quel giorno, lo sfondo dello stemma della doppia R si lista a lutto e diventa nero.