Vins EV-01: alla ricerca della leggerezza
Per debuttare nel mondo delle EV, Vins ha ricercato le stesse qualità che contraddistinguono le sue due tempi (a cui abbiano dedicato un Film): essenzialità aerodinamica ma sopratutto leggerezza. Una caratteristica quest’ultima ancora più importante quando bisogna ‘portarsi dietro’ un pesante pacco batterie. La soluzione ha un nome e un cognome: materiali compositi. La Vins EV-01 utilizza un sofisticato telaio monoscocca in fibra di carbonio cavo all’interno: i gusci della monoscocca sono accoppiati secondo tecniche aeronautiche attraverso più fasi di colaminazione in assenza di adesivo. Una tecnica costruttiva che permette alla EV-01 di pesare quanto una moto tradizionale: circa 170 kg.
PROPULSORE SOFISTICATO. Il pacco batterie è prodotto da Z-Force: ha una capacità di 14 kWh ed è sostenuto da un sottotelaio mentre la frenata è assicurata da un doppio disco da 300 mm con pinze e pompa radiali all’anteriore e un monodisco da 220 mm con pinza singola dietro. I pneumatici sono 120/70 su cerchio da 17” davanti e da 160/60 sempre su cerchi da 17” al posteriore. A propellere la Vins EV-01 ci pensa il leggero e compatto motore elettrico Zero ZF75-5 della californiana Zero Motorcycles. È un un’unità trifase a magneti permanenti interni IPM, brushless, raffreddata ad aria in grado di erogare oltre 70 cv e 150 istantenei Nm di coppia. Per ridurre al massimo il peso del rotore, Zero Motorcycles ha definito un design a raggi in lega di alluminio del rotore, guadagnando coppia motrice e facilità nel salire di giri per raggiungere alte velocità di rotazione.
PARLIAMO DI CICLISTICA. Sul nodo strutturale anteriore in lega leggera di alluminio incollato alla monoscocca, è incernierata la forcella Hossack anch’essa in carbonio con un cinematismo ispirato alla Britten V1000; l’angolo di inclinazione dello sterzo è di 23 gradi ed è possibile regolarlo a piacimento. Il vantaggio di questa forcella è noto: oltre a ridurre gli attriti di scorrimento – e quindi copiare meglio gli avvallamenti stradali – questa forcella esercita anche un minore trasferimento di carico in staccata. Dietro, il forcellone, sempre di carbonio, monta un monoammortizzatore orizzontale trasversale a doppia attuazione, regolabile in compressione, estensione, precarico molla e altezza posteriore. Il fulcro del forcellone posteriore è coassiale all’asse di rotazione del rotore del motore elettrico per mantenere invariato l’angolo tiro catena.
FENDE L’ARIA. Dalle carene al cupolino, il design presenta forme morbide ed aerodinamiche, ideali per fendere l’aria alle alte velocità. La monoscocca a guscio è sagomata per inserirvi le gambe e si prolunga verso il centro di rotazione del manubrio. Le prese d’aria per l’inverter sono nascoste all’interno della carena per garantire un pescaggio dell’aria nella zona di massima pressione e convogliarla all’interno del telaio attraverso condotte S-duct. Per ricaricare la batteria dalle colonnine c’è una cover protettiva fissata sul dorso del telaio che consente l’accesso al vano servizi.
ELETTRONICA DI CONTROLLO. EV-01 è inoltre dotata di un’app per modificare con facilità le impostazioni di guida direttamente dallo smartphone grazie alle tre mappe dedicate: la Sport (votata alla potenza), la Eco (votata al risparmio energetico) e la Custom che permette una personalizzazione totale del mezzo. Quest’ultima consente di impostare parametri come l’erogazione del motore, la velocità massima, la potenza, il consumo ed il recupero dell’energia. Per la ricarica del motore sono previste due modalità: standard e rapida. Con ricarica standard servono quasi 10 ore per arrivare al 100 percento mentre con la rapida ne bastano ‘due e mezza’. Dopo aver scoperto le basi tecniche di questa moto ‘silenziosa’ e tecnologica abbiamo fatto due chiacchiere con Vincenzo Mattia CEO di Vins Motors per scoprire di più su questa nuova avventura nel mondo delle EV.
Perché Vins? Come è nato il nome della vostra azienda?
“Il mio nome è Vincenzo, ma quando lavoravo alla Ferrari i colleghi (stranieri) mi chiamavano abbreviandolo in Vince. Ho deciso di scriverlo all’italiana, esattamente come si pronuncia. Da questo mio piccolo ‘vezzo’ è nato il nome Vins”.
La vostra gamma abbraccia gli ‘opposti’ del mondo delle due ruote: un’elettrica e una due tempi. Da cosa deriva questa scelta?
“Noi siamo specialisti del due tempi che rimane in assoluto la scelta preferita dai nostri clienti e da tutti gli appassionati puristi della moto. Tuttavia abbiamo voluto aggiungere anche un versione elettrica per poter essere gli unici a poter proporre in una gamma premium sia una versione 2t che una elettrica“.
È la dimostrazione tecnica di come si possa realizzare una leggerissima ‘2T’ e un’altrettanto leggera elettrica?
“Questa è la seconda ragione per cui abbiamo voluto affrontare questo progetto: l’abbiamo vista come una sfida, nel tentativo di realizzare una moto elettrica che fosse realmente paragonabile a una moto ‘vera’. Il dato che salta agli occhi di tutti è il peso: la EV-01 pesa 170 kg in ordine di marcia, un valore paragonabile a moto endotermiche tradizionali e ben distante dalla stragrande maggioranza delle moto elettriche che, a parità di potenza, dimensioni e categoria, pesano dai 30 a 90 chili in più”.
Perchè avete scelto il motore Zero ZF75-5?
“Si tratta del powertrain elettrico motociclistico ad oggi più diffuso ed affidabile. Una diffusione che assicura una rete di vendita, assistenza e distribuzione dei ricambi all’altezza dei nostri standard”.
Prevedete di realizzare un sistema per batterie estraibili?
“Ci stiamo lavorando: un sistema di sgancio rapido sembra essere la scelta migliore, soprattutto se si pensa ad un utilizzo esasperato in pista. I tempi di ricarica, per quanto migliorati, non saranno mai paragonabili ad un rifornimento completo con benzina. Trovare una soluzione che consenta in una manciata di minuti di sganciare la batteria e sostituirla con un’altra già carica, renderebbe l’utilizzo della moto elettrica paragonabile a quello di una termica”.
Come avete modificato la monoscocca della moto a benzina per ospitare il motore e le batterie?
“Più che di adattamento parlerei di integrazione: già dalla prima fase di progettazione abbiamo realizzato la gamma endotermica ed elettrica a partire dalla stessa piattaforma di ciclistica. È un approccio abbastanza inusuale nel settore moto, che tuttavia nel nostro caso sta dando i risultati prefissati, sia in termini di prestazioni che di industrializzazione del prodotto. Non posso spingermi nei dettagli, soprattutto perché abbiamo progettato un sottotelaio di nuova concezione, con funzionalità di raffreddamento del powertrain. Lo studio è ancora in corso, ma non mancheremo di rilasciare i dati completi. Posso aggiungere che la scelta del motore Zero è stata fatta anche per una ragione di compattezza e facilità di installazione”.
(Testo: Alberto Spriano)