Isdera Commendatore 112i: la supercar mai nata
Raccontandovi i videogiochi di guida passati alla storia non ci siamo potuti esimere dal menzionare il glorioso Need for Speed II, pubblicato nel 1997 da Electronic Arts. A differenziarlo notevolmente dai titoli che l’avevano preceduto in passato c’era l’esotismo abbastanza sfrenato delle supercar che il giocatore poteva scegliere. Devo confessarvi che proprio in quell’anno – avevo quindici anni – scoprii una vettura a me sconosciuta fino a quel momento: la Isdera Commendatore 112i. Facciamo qualche passo indietro per raccontare la genesi di questa unicorno germanico.
L’INGEGNERE MANCATO. La nascita del marchio Isdera è indiscutibilmente collegata al curriculum del suo fondatore, Eberhard Schulz. Alla fine degli Anni ’60, mentre la Ford GT otteneva il suo quarto successo a Le Mans, Schulz abbandona la facoltà di ingegneria per costruire un prototipo – narra la leggenda – nel retrobottega di una lavanderia: si chiama Erator ed è praticamente una copia con porte ad ala di gabbiano della mitica V8 a stelle e strisce che dominava da anni l’endurance della Sarthe. Grazie a questo progetto il mancato ingegnere ottiene un posto come designer in Porsche e qualche anno dopo passa in Mercedes. Nel 1978 disegna la CW311, concept che riprende e rinfresca le linee delle C111, ma la casa a tre punte non ha interesse a mandarla in produzione.
NASCE L’ISDERA. Così matura l’idea di mettersi in proprio e nel 1982, a Leonberg, fonda l’Isdera, acronimo di Ingenieurbüro für Styling Design und Racing. La prima vettura a venire alla luce è la Spyder 033i, seguita dalla Imperator 108i nel 1984 e dalla Spyder 036i nel 1986. Al Salone di Francoforte del 1993 viene presentata la Commendatore 112i, protagonista della di questa storia. Il suo nome italiano è un omaggio ad Enzo Ferrari; la sua linea pulita e filante si rifà invece alle vetture del Gruppo C.
V12 A CAMBIO MANUALE. Il cambio Getrag manuale a sei rapporti è quello della Porsche 911 Turbo, l’impianto frenante deriva da quello della 928 e i fari anteriori vengono presi in prestito dalla 968. Sotto al cofano, montato in posizione posteriore-centrale, alloggia un V12 Mercedes da sei litri – poi usato anche dalla SL 600 AMG e dalla Pagani Zonda S – in grado di generare oltre 410 cavalli. Con un peso di 1477 kg la 112i dovrebbe riuscire a raggiungere i 100 km/h in 4″7 e a spingersi, aiutata da un Cx di tutto rispetto, fino a 341 km/h. Tra le peculiarità più salienti ci sono: fondo piatto, doppio serbatoio benzina, portiere e cofano motore ad ali di gabbiano – si, Schulz era un patito di questa soluzione – telaio che abbassa la vettura di 76 mm alle alte velocità, sospensioni attive e un deflettore posteriore a controllo elettronico che incrementa l’efficacia della frenata. Su questo modello statico lo specchietto retrovisore è a periscopio – come sulla Imperator 108i che l’ha preceduta – ed è quindi priva dei tradizionali specchi laterali.
ESEMPLARE UNICO. Isdera pensa ad una serie limitata, ma poco dopo entra in bancarotta. La società viene acquistata da un facoltoso investitore elvetico per cui Schultz che completa un esemplare di 112i guidabile su strada: arriva nel 1999, viene ribattezzato Silver Arrow, ha gli specchietti retrovisori laterali, dei cerchi in lega Mercedes-Benz anziché i BBS dorati del prototipo e il V12 Mercedes viene portato a 6,9 litri per 611 cavalli. Interessante notare che su questa supercar, praticamente mai nata, non c’è alcun badge Isdera, ma solo una stella a tre punte. Ah, i favolosi Anni ’90.