#bigwednesday: Cesare Fiorio, manager vincente

#bigwednesday: Cesare Fiorio, manager vincente

Non era lui al volante delle Delta campione del mondo di rally o della Beta Montecarlo Turbo da pista, ma ha segnato in modo indelebile la storia dell’automobilismo mondiale: stiamo parlando di Cesare Fiorio, il dirigente sportivo italiano che nel ruolo di direttore sportivo e di responsabile delle competizioni ha conquistato in poco più di vent’anni nel mondo delle competizioni qualcosa come 18 mondiali tra titoli costruttori e piloti spaziando dai rally con Fiat e Lancia, e sempre con quest’ultima, al campionato mondiale endurance agli inizi degli Anni ’80. Senza dimenticare l’esperienza in Formula 1, ricca di diverse soddisfazioni, dove come direttore sportivo della Ferrari: dal 1989 all’inizio del 1991 portò all’attivo 25 podi e 9 vittorie su 36 GP disputati. Imprese affrontate con un carisma e un’innata dedizione a guidare dietro le quinte meccanici e piloti. Uomini che con con le loro vittorie hanno portato alto il nome dell’Italia, delle sue eccellenze e dei suoi uomini.

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IL DEBUTTO DA PILOTA. Cesare Fiorio nasce a Torino nel 1939, da Sandro Fiorio, ex capo redattore del dipartimento di pubbliche relazioni di Lancia. Il giovane Fiorio è pertanto già da piccolo vicino al mondo dei motori e alla casa torinese. Il suo debutto nel mondo delle competizioni avviene nel ruolo di pilota esterno: mentre acquisisce la laurea in Scienze Politiche – disciplina apparentemente estranea al mondo delle corse ma che gli sarà utilissima nelle future gestioni manageriali e diplomatiche con team e piloti – comincia a correre con Fiat e Lancia riuscendo a vincere nel 1961 il titolo italiano di velocità di categoria GT (classe 1150 cc) a bordo di una Lancia Appia Zagato. Nella sua breve carriera agonistica di pilota, si annoverano inoltre alcune esperienze alla guida della Lancia Flaminia Zagato, tra cui l’edizione del ’62 della Targa Florio e il Rally Monte-Carlo conclusosi con un ritiro.

Lancia Flaminia Sport Speciale Zagato

NASCE L’HIGH FIDELITY. Dopo un anno di servizio di leva obbligatorio nella marina italiana, nel febbraio del 1963 entra nella direzione della Lancia. In quel periodo la casa torinese, ufficialmente ritirata dalle competizioni (l’ultima gara della Scuderia Lancia risaliva al GP del Belgio del 1955) non provava più molto entusiasmo per le corse, ma Fiorio aveva l’intenzione di cambiare questo atteggiamento e per dare una svolta al futuro sportivo della Lancia. Così il giovane insieme ad un esiguo staff composto da solo due meccanici e l’aiuto dell’ingegnere Zaccone Mina “confinati in un angolo dei capannoni Lancia” (come da lui stesso dichiarato), si dedica all’elaborazione di tre Lancia Fulvia Coupé. Un progetto che mette le basi per una futura squadra corse per il rally chiamata High Fidelity (HF).

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LA FULVIA CONQUISTA IL TITOLO. Passano due anni e nel 1965 le Lancia Fulvia HF modificate vengono messe alla prova nel contesto locale dove ottengono subito alcuni successi nei rally nazionali e mostrano le loro potenzialità alla direzione della Lancia che sino ad allora non aveva preso in seria considerazione il progetto. Forte dei primi risultati ottenuti Fiorio comincia ad assumere ingegneri di talento per migliorare le sue vetture e dal 1966 diversi piloti iniziano a competere con le sue Lancia e le continue soddisfazioni, portarono la dirigenza Lancia, in mano all’ingegner Fessia (da sempre contrario a impegnare la Casa nelle competizioni) a rivalutare interamente il progetto di Fiorio, ormai considerato l’unico referente, e a seguirne sempre più gli svolgimenti. Con queste premesse arrivano anche i primi successi su scala mondiale, con la vittoria di Sandro Munari al Tour de Corse del 1967 e la vittoria di Ove Andersson al Rallye de Espana del 1967. Nel 1969 il gruppo HF di Fiorio viene formalizzato in HF Squadra Corse, diventando il nuovo reparto corse ufficiale del produttore piemontese. Sempre in quell’anno il team vince il titolo europeo con Harry Kallstrom, con tre vittorie e altrettanti podi, battendo gli altri concorrenti come Alpine, Ford e Porsche. L’entrata nello stesso anno della Lancia nel Gruppo Fiat non interrompe lo sviluppo della sua squadra corse: Fiorio rimane il direttore del reparto e dopo aver conquistato il secondo posto nell’European Rally Championship del 1971, a gennaio 1972 arriva il primo successo mondiale: Sandro Munari, al volante che Fulvia 1.6 Coupé HF, vince il Rallye Monte-Carlo. Seguono altre due vittorie in Marocco e a Sanremo e la Lancia conquista il suo primo titolo costruttori.

Lancia Fulvia HF

UNA RALLYSTA COL CUORE FERRARI. Forte della vittoria del titolo ICM – l’ultimo: nel 1973 viene infatti inaugurato il World Rally Championship – Cesare Fiorio ottiene dalla dirigenza Fiat l’ok definitivo per la nuova auto da competizione. In cantiere dal 1971, la nuova vettura non ha nulla a che vedere con la Fulvia; ma quello che ha davvero dell’incredibile è che il motore viene chiesto a Enzo Ferrari. Così con il cuore a sei cilindri a V della Ferrari Dino 246GT nasce un’auto celebre non solo per le vittorie ma per aver rivoluzionato il modo di fare i rally in quell’epoca: la Lancia Stratos HF. Il debutto avviene nella seconda parte del 1972, mentre il primo successo arriva nel 1973 al Rally Firestone di Spagna. Quell’anno accostando sia la vecchia Fulvia sia la nuova Stratos, Sandro Munari porta a casa il titolo del campionato europeo di rally. La Stratos diventa la regina dei rally e sotto la direzione di Fiorio la Lancia conquista i titoli costruttori del campionato mondiale di rally nel 1974, 1975 e 1976; quest’ultimo ottenuto con un dominio assoluto al Rallye Monte-Carlo del 1976 con i piloti : Sandro Munari, Bjorn Waldegard e Bernard Darniche.

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I SUCCESSI IN PISTA. Negli anni successivi le logiche del gruppo Fiat vedono Fiorio sempre impegnato nei rally, ma questa volta con una nuova vettura la Fiat 131 Abarth capace di conquistare altri tre titoli mondiali (1977, 1978 e 1980). Tuttavia ancora prima che la 131 Abarth esaurisca la sua striscia vittoriosa Cesare Fiorio lascia temporaneamente il mondo del rally per passare al Campionato mondiale Sportcar FIA. A partire dal 1979, il torinese tenta di progettare una nuova auto da corsa, ma la Lancia lo costringe ad utilizzare la Beta per promuovere e incentivare le vendite della Beta Montecarlo, la piccola coupé stradale presentata nel 1975. Nonostante la vettura non abbia almeno sulla carta l’aspetto di una GT di successo Fiorio e il suo capace team di ingegneri la portano alla vittoria al primo tentativo. Un’impresa riuscita anche grazie all’abilità di Fiorio di mettere al volante della Beta Montecarlo gli esperti piloti di rally quali: Riccardo Patrese, Walter Röhrl e Markku Alen. La Lancia Beta Montecarlo Turbo si aggiudica il titolo nella divisione Under 2 litri nella stagione WSC del 1979 e nei due anni a seguire.

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LA RIVALITÀ CON AUDI. Dopo i successi in pista nel 1982, Fiorio torna nei mondo del rally: è un momento di grandi cambiamenti e sulla scena internazionale è arrivata l’innovativa Audi Quattro. Fiorio si accorge immediatamente dei grandi vantaggi della trazione integrale e ordina di iniziare i lavori per lo sviluppo di un telaio Delta con quattro ruote motrici e con il motore della Abarth 131, salvo poi dover demordere per mancanza di tempo per terminare il progetto e migrare sulla neonata Lancia Rally 037, un’auto a due ruote motrici, basata sulla monoscocca Beta Montecarlo. Nel 1983 la 037 vince non senza difficoltà il titolo costruttori (ma non quello piloti) – sarà l’ultima volta di un’auto a due ruote motrici – ma l’anno successivo (1984) il dominio della casa di Inglostadt è assoluto con la vittoria di entrambe i titoli costruttori e pilota. La risposta di Fiorio non tarda ad arrivare e dopo essere stato nominato anche a capo delle attività sportive della Fiat nel 1984 il team di ingegneri si mette al lavoro sulla Delta S4, la sventurata creatura da 500 cv con cui Henri Toivonen vinse l’ultimo rally del 1985 (RAC Rally).

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IL ‘MIRACOLO’ DELLA DELTA. Gli ultimi anni del Gruppo B infatti furono drammatici per la Lancia, segnati dagli incidenti mortali – nel 1985, Attilio Bettega e nel 1986, Henri Toivonen e copilota Sergio Cresto – che incisero sulla scelta di bandire il gruppo B. Per sempre. Messa la parola fine al Gruppo B, la Lancia si ritrovava così orfana di entrambe le vetture ma ancora una volta il genio di Cesare Fiorio rivoluziona il destino della casa, tirando fuori dal cassetto il progetto della Lancia Delta 4WD e lavorando duramente con i suoi per finire la nuova auto secondo le regole del Gruppo A prima dell’inizio della stagione 1987. La vittoria arriva già primo evento, il Rallye Monte-Carlo, con Miki Biasion e il suo compagno di squadra Juha Kankkunen secondo. Un dominio proseguito per sei anni con sei titoli costruttori di fila dal 1987 al 1992.

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FORMULA 1 E FERRARI. In quegli anni il direttore sportivo era chiamato anche a molti altri incarichi all’interno del Gruppo Fiat, per altre attività sportive, quali ad esempio un posto nel consiglio di amministrazione della Juventus F.C. nel 1987 e poi anche nel 1988, quando la Fiat acquistò l’Alfa Romeo e lo nominò a capo della Squadra Corse Alfa Romeo. Tuttavia tra questi doveri, probabilmente il più prestigioso fu l’incarico del 1989, quando debuttò in F1 come direttore sportivo della Ferrari. L’obiettivo di Maranello era quello di tornare competitivi dopo le deludenti stagioni della metà degli Anni ’80. Sotto la direzione di Fiorio la squadra vinse la prima gara in Brasile con Nigel Mansell e poi ancora in Ungheria e in Portogallo; la scarsa affidabilità della monoposto ha impedito alla squadra diretta da Fiorio di competere per il titolo con McLaren e Williams. Fiorio fu licenziato dalla Ferrari alcune settimane prima dell’inizio della stagione 1991, ma se ne andò soltanto dopo i problemi della squadra al Gran Premio di Monaco del 1991.

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I SUCCESSI ‘IN ACQUA’. Dopo aver lasciato la Ferrari, dal maggio 1991 al settembre 1992, fu scelto per guidare il  ‘Destriero’, un’avveniristica imbarcazione voluta da Karim Aga Khan da cui oggi derivano i traghetti veloci, con cui ha portato a termine la più veloce traversata atlantica (in 58 ore 34 minuti) da ponente verso levante compiuta da un’unità navigante non indirizzata a usi commerciali e compiendo un record mondiale ancora imbattuto. Del resto nel proprio palmares, il signor Fiorio, può vantare di essere un ottimo pilota di motonautica, vincendo in tutto 31 Gran Premi e diventando per due volte Campione del Mondo e per sei volte Campione Europeo tra la fine degli anni ‘70 e ‘80.

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DOPO IL RITIRO. L’esperienze nel circus tuttavia non si conclusero, poiché Fiorio tornò una prima volta nel 1994 come team manager della scuderia Ligier, allora di proprietà di Flavio Briatore, e poi nel 1996 fu brevemente coinvolto nella squadra Forti fino a metà stagione, per poi ritornare di nuovo alla Ligier fin quando la squadra fu rilevata da Prost e divenne Prost Grand Prix. Ancora, alla fine del 1998 entrò in Minardi come direttore sportivo salvo poi dimettersi due anni dopo. Dopo il ritiro è rimasto comunque legato al mondo delle competizioni, collaborando per diversi anni con la Rai, al programma televisivo Pole Position. Dopo tanti anni da manager, campione e pilota decide di sottrarsi alla frenesia delle corse scegliendo la tranquilla gestione di una struttura ricettiva, la Fattoria Camarda, nel territorio di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi. In quel luogo si dedica all’attività agricolo-produttiva della tenuta applicando le regole della sua precisa e attenta gestione manageriale. Cesare Fiorio è la pura espressione dell’italianità che ci distingue in tutto il mondo. La capacità di non sottrarsi mai alle difficoltà e di combatterle sempre a testa alta contro tutto e tutti. (Testo: Andrea Casano)

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