BMW i3s: visione ancora contemporanea
Eccoci di fronte a una delle nostre auto elettriche preferite. Per genia, spirito pionieristico, materiali utilizzati, visione estetica e utilità. Non c’è – quasi – aspetto che sia stato trascurato: da quelli tecnici a quelli d’uso. Sembra, come poche, un’auto fatta da gente con un sacco di esperienza in fatto di automobili. E stiamo parlando di un modello nato nel 2013, mica ieri. Pensateci: dal suo arrivo, nessun altro Costruttore ha proposto qualcosa di altrettanto incredibile nella sua visione d’insieme. Nessuno è riuscito a infilare in un’auto tutta la quantità di trovate che ha portato con sé la i3. Niente di nuovo preso singolarmente. Ma l’unione fa la forza. E la i3, in questo è unica. Che siate o no dei sostenitori delle EV, questo modello è fatto da (ex) petrolhead per (ex) petrolhead. E la cosa piace.
UN ESEMPIO? Il suo colore è stampato nella materia di cui sono composti i pannelli in cfrp. Ciò significa che è la macchina ideale per non essere danneggiata nei parcheggi dei centri commerciali. O in qualunque altro posto la lasciate. E considerando che stiamo parlando di una stracittadina, seppur costosa, in questo si mostra coerente. Le sue portiere si aprono ad armadio, senza montante centrale; montante che è nella battuta di quella posteriore: questo vuol dire che chiudendo l’anteriore, quella dietro non può aprirsi: in pratica il luogo più sicuro per piccoli discoli… a meno che non siate adulti. E lì l’autonomia dell’apertura della porta potrebbe mancarvi. Ma nessuno è perfetto.
RINNOVABILE ALLA BASE. Questi due esempi dimostrano quanto quest’auto da città sia ancora incredibilmente sul pezzo. Anche perché poi c’è tutto il resto, che non è niente male. Telaio di carbonio con telaietti ausiliari (anteriore e posteriore) di alluminio, infotainment di penultima generazione BMW (l’età si sente, certo, ma quel multimedia era ‘avanti’ ed è stato aggiornato), interni realizzati con materiali grezzi, quasi architettonici nella loro vista d’insieme, con questo andamento vagamente ‘urbano’ della banda centrale della plancia rivestita in legno. Il processo produttivo avviene utilizzando energie completamente rinnovabili: il progetto ‘i’, che con gli anni abbiamo imparato ad abbinare agli allestimenti verdi delle BMW nacque in realtà per sperimentare tecniche costruttive, ingegneristiche e sostenibili che avrebbero permeato l’intera produzione dell’Elica.
TENUTA IN FORMA. Tornando alla i3, va ricordato che non ha perso occasione di aggiornarsi ed è per questo che a sette anni dal debutto è ancora performante; e fa pure molti più chilometri con il nuovo pacco batterie. Quello che non è cambiato è il design, che resta polarizzante: questa variante i3s è più grintosa grazie alla verniciatura a contrasto rossa e nera e ai grandi cerchi in lega, sempre neri.
LA POSIZIONE GIUSTA. Per guidare in città, inutile dirlo, è quasi perfetta. Nella vita quotidiana ti devi districare nel traffico e avanzare a singhiozzo e per questo è difficile pensare a un’auto migliore della i3. Prezzo a parte ovviamente. La seduta alta e la visuale da suv ti aiutano a cavartela negli ingorghi. È lunga quattro metri quindi si parcheggia facilmente un po’ dappertutto, complice il raggio di sterzata davvero incredibile.
UNA VERA BMW? Degli altri pregi è perfino scontato parlarne: è silenziosa, agile e quando serve è anche veloce grazie al motore montato dietro da 184 cavalli e 275 Nm di coppia. Schiacciando a fondo la i3s passa da 0 a 100 km/h in 6”9: non male. Ti basta poi sollevare il piede e la i3 frena. Come per tutte le elettriche la guida ‘mono-pedale’ è fondamentale per percorrere più chilometri tra una ricarica e l’altra: lasciando l’acceleratore si rallenta molto più in fretta di un’auto a benzina e l’energia cinetica viene trasformata in elettricità da rimettere nelle pile. Se siete bravi, dopo un po’ il freno vero e proprio lo utilizzerete solo per gli stop più bruschi. Sulla BMW i3, al contrario di molte rivali, l’intensità di questa frenata rigenerativa non è regolabile; un unico ‘livello’ per un buon compromesso che non scontenta nessuno: basta farci il… piede. Parlando di sterzo, la trazione posteriore lascia al volante il suo vero e unico compito, senza le fastidiose reazioni in accelerazione che si hanno sulle auto che tirano invece di spingere; anche per questo lo sterzo è preciso sebbene non leggero come su altre cittadine.
RESTA UNA BMW. Una nota di guida, a questo punto, va fatta anche sulla struttura in carbonio e alluminio. Che non è solo sicura in caso di incidente, ma è anche leggerissima e rigida e questo controbilancia il peso extra tipico delle EV (la i3s ferma l’ago della bilancia a 1290 kg). Ecco perché questo dispiegamento (apparentemente eccessivo) di tecnologia è in realtà la vera cifra tecnica della i3; ed ecco perché guidarla è così divertente. Che non è poco per una auto elettrica: non s’intraversa, a gestire la stabilità e le sue strette gomme provvede sempre l’esp, ma ti ricorda attraverso la sua guida che è una vera BMW. E anche di più di alcuni modelli più recenti a benzina.
PARLIAMO DI BATTERIA. Non manca la ricarica rapida, che in un’oretta ‘riempe’ i 42,2 kWh del pacco batterie e ti rimette in moto. Si percorrono tranquillamente 220 km e il dato dichiarato di 260 km (WLTP) è verosimile; certo, stando in ambito urbano. Lo spazio a bordo poi è adeguato anche per quattro, a patto che si viaggi (molto) leggeri: la capacità del bagagliaio (260 litri incluso il pozzetto anteriore) non è il suo punto forte. Ma la i3 è una visione. Che tra l’altro è credibile, longeva e pratica da guidare. Anche se non è un affare: anche questo non era un suo compito.
Tipologicamente è della stessa razza dell’Audi A2, il tentativo del gruppo Volkswagen di inserirsi in una nicchia di mercato, classificabile in varie tipologie di auto, dalla berlina “hatchback”, alla station wagon o alla compatta monovolume.
Non a caso deriva dalla concept car del 1992 BMW E1.
Una tipologia che voleva essere tutto, ma che concretamente non risponde all’interrogativo fondamentale.
Vuol essere tutto, ma cos’è?
Oggi, chi acquista un segmento B premium elettrico vuole il valore aggiunto di un design ben identificato, instant classic.
Lo dimostra l’attuale offerta della concorrenza: Mini Cooper SE, Honda e, Nuova Fiat 500 elettrica in svariate versioni, fino alla Abarth 500 elettrica bimotore che presto arriverà.
Non da meno, arriverà presto la meno premium, ma funzionale Centoventi, ottima interpretazione di Klaus Busse che strizza l’occhio alla Panda di Giorgetto Giugiaro.
BMW aveva prima annunciato la dipartita della i3, poi quella del CEO Harald Krüger sostituito da Oliver Zipse che l’ha di fatto resuscitata.
Ma un marchio come BMW, non è certo obbligato oggi ad avere un segmento B premium elettrico, alla sua altezza e con le sue caratteristiche.
A quale scopo progettare una sportiva elettrica, scattante e brucia semafori, con baricentro basso, aerodinamica e tutta dietro per avere l’handling BMW, quando è già presente la consorella Mini Cooper SE.