Mole Urbana: l’elettrica a noleggio per la città
Dalla fine dell’anno per gli spostamenti in città ci sarà una nuova soluzione tutta elettrica e italiana: è la Mole Urbana il quadriciclo a batterie progettato dal Umberto Palermo e costruito dall’azienda toscana Pretto.
RETRÒ. Il designer siciliano padre delle sportive creazioni di Mole Costruzioni Artiginali ha voluto dare una forma completamente nuova ai veicoli cittadini prendendo ispirazione della genesi della storia automobilistica. Il risultato è un veicolo particolarmente compatto ispirato nelle forme alle prime automobili di inizio Novecento, ma dai dettagli futuribili dei comandi di guida e delle interfacce di controllo.
A NOLEGGIO. Mole Urbana è larga soli 149 cm e alta 140 cm e sarà disponibile in tre lunghezze (320, 340 e 370 cm) e diverse configurazioni di sedili (da uno a tre). A seconda del pacco batterie installato, il quadriciclo può percorrere 75 o 150 chilometri tra un pieno di energia e l’altro. La velocità massima come da normative per i quadricicli è limitata a 50 km/h e sarà disponibile una versione guidabile già da 14 anni. Mole Urbana non sarà in vendita ma sarà offerta dalla società Movim in formula di noleggio a lungo termine; la produzione inizierà nei prossimi mesi e le consegne dei primi cinquanta esemplari è prevista nel quarto trimestre dell’anno.
Stile ne ha, carattere forse troppo.
EV car for goths la definirei.
Design gotico retro’ per questa citycar elettrica con forti sentori di Amish buggy e dell’antenata elettrica di Oliver Fritchle.
Il vero problema di Mole Urbana però, non è rappresentato dallo stile del design.
Il problema di questo progetto è che non presenta le dimensioni di una compatta citycar.
Questo problema fondamentale nella congestione del traffico cittadino che presto sarà un’intoppo elettrico, è stato genialmente risolto dal Guru della mobilità sostenibile: Christopher Borroni-Bird.
Christopher Borroni-Bird consulente di General Motors e di Segway, la famosa impresa proprietaria della tecnologia giroscopica elettrica, ideo’ il PUMA.
Prima di descrivere il PUMA (Personal Use Mobility and Accessibility Project), bisogna chiedersi perché fosse necessario ideare un veicolo cittadino così geniale.
Perché?
Semplice. Guardate le auto in città, spesso c’è una sola persona alla guida, diventa quindi logico offrire un servizio con flotte di veicoli piccoli, elettrici e connessi che potrebbero consentire la mobilità personale per tutti indipendentemente dall’età, dal reddito o dalle capacità di guida.
Ma quando vedremo i mezzi adibiti a questi tipi di servizi che inizieranno a emergere nei prossimi anni?
Quando verranno messi a punto i veicoli autonomi ad uso individuale del Prof. Borroni-Bird, ai tempi in cui lavorava alla GM?
Christopher Borroni-Bird anche se è stato il precursore, non ha ottenuto ancora il riconoscimento che merita per i suoi veicoli urbani.
Infatti, sono certo che a molti di Voi il suo doppio cognome non ricorda nulla.
Proprio nulla?
Neppure la piattaforma “AUTOnomy skateboard chassis” di General Motors del 2002 che diede lo spunto a Musk per il model S e tutte le altre Tesla sul divenire?
General Motors è ancora fermamente convinta che le idee del Prof. Borroni-Bird potrebbero a breve imporsi in tutte le città metropolitane.
In fatti, le sue ultime proposte sono state sviluppate con il gruppo cinese Shanghai Automotive Industry Corp. Group (SAIC), partner di GM nella costruzione di automobili per il mercato cinese in forte espansione. Ma anche gli altri team di progettazione di General Motors sparsi per il mondo hanno calato le loro proposte sulla scorta delle idee del Prof. Borroni-Bird: General Motors Holden, in Australia ha concepito Xiao (Laugh), General Motors Europe era responsabile del Jiao (Pride) e Advanced Design Studio di General Motors in California ha creato Miao (Magic).
Riprendiamo ora ciò che avevamo lasciato: il PUMA.
Un lustro fa, girando per New York potevate imbattervi nel PUMA un veicolo elettrico su un unico asse stabilizzato dinamicamente, risultato del combinato lavoro svolto da Prof. Borroni-Bird con i veicoli elettrici e i sistemi di comunicazione veicolo-veicolo (V2V) con la tecnologia di stabilizzazione dinamica con giroscopi, proprietaria di Segway.
È proprio Segway, il partner tecnologico protagonista di questi prototipi EN-V, che ha realizzato le piattaforme alla base di diversi progetti.
Il PUMA impiega due motori elettrici, un pacco batterie agli ioni di litio e una “gestione intelligente dell’energia digitale” per trasportare due o più passeggeri fino a 35 miglia all’ora. La distanza massima prevista nei collaudi è di circa 25 miglia.
È realizzato in fibra di carbonio, Lexan e materiali acrilici, che pesano poco più di 450 kg. con un ingombro che è solo un terzo di quello di un veicolo standard. L’innovazione sono le due ruote consentono agli EN-V PUMA di ruotare all’interno della propria lunghezza.
In definitiva, i veicoli potrebbero guidare e parcheggiare autonomamente – specialmente durante i periodi di punta del traffico – comunicando tra loro per evitare ingorghi. Inoltre comunicheranno con la rete elettrica per ricaricarsi nei momenti ottimali.
Perché auto più piccole e autonome?
Perché, secondo i futuristi, nel mondo potrebbero esistere otto miliardi di esseri umani entro il 2030, di cui oltre il 60% vivrà nelle aree urbane.
È semplice: non ci sarà spazio per veicoli più grandi.
La soluzione sarà quella di viaggiare in un pod a due ruote PUMA che evitando il traffico – lasciandovi parlare al telefono, rispondere alle e-mail o guardare un film – vi condurrà a destinazione.
Non ho dubbi.