#evoweekveloce: da 1 a 10, tutte le Lancer Evo
Da uno a dieci, come la conta del nascondino. Da uno a dieci come le generazioni di Mitsubishi Lancer Evo. La titolata giapponese del mondo dei rally, diventa (per molti) di dominio pubblico a partire dalla sesta generazione. Un’auto famosa anche in virtù dell’eterna rivalità, non solo in gara ma pure in ambito commerciale, con un’altra giapponese, la Subaru Impreza, con la quale da sempre si sono giocate fan e clienti. Da domenica 12 aprile, parleremo delle sue evoluzioni e di come ha saputo reinventarsi per restare regina.
PERSEVERANTE. La Lancer Evo è la dimostrazione che quando dal Giappone si fissano con certe idee, il risultato è quasi sempre una garanzia. E senza neppure elaborare qualcosa di completamente nuovo; già perchè la Evo nasce dalla base meccanica della Galant VR-4, finita sotto alla scocca della Lancer in un ottica di contenimento dei pesi – fondamentale per l’impiego agonistico -. Sotto il cofano è il mitico 4G63 in versione turbo, ovvero il due litri sovralimentato; il motore che ha accompagnato ogni edizione di Evo. Dalle prime, più acerbe edizioni pompate della modesta berlina Lancer, passando al vero e proprio salto di qualità avvenuto a partire dalla V e della VI. E se con la VII si è cambiato letteralmente passo, realizzando una vettura completamente nuova, con la IX la Mitsubishi ha raggiunto l’apice, realizzando la migliore Evo della storia, che ancora oggi appassionati e preparatori rimpiangono.
FINE INGLORIOSA. Chiude la X, manifestazione del fatto che chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova. Un’auto incapace di entusiasmare, vittima della necessità di essere compresa da un pubblico più trasversale, e non più vincolata alle competizioni. Un vero peccato, perché come epilogo della Evo, avrebbe dovuto esserci una versione degna di nota. Quindi, se vi appassiona l’argomento, non perdetevi la #evoweekveloce: su queste pagine, da domenica 12 aprile.
