Alfa Romeo Giulia GTA: nel 1965, il capolavoro
La Giulia GTA nasce per sostituire la TI Super berlina nelle gare Turismo. Quest’ultima, presentata a fine giugno ’62 a Monza, dal settembre ’63 (Salone dell’Auto di Francoforte) viene affiancata dalla Giulia Sprint GT, versione sportiva contraddistinta dallo stesso pianale della berlina, affascinante carrozzeria coupé opera di Bertone e motore (il quattro cilindri bialbero di 1570 cc) cresciuto da 92 a 103 cavalli. Ma la vera protagonista sportiva è la quattro porte: mentre cresce nei consensi e lancia il polo produttivo di Arese – alle porte di Milano – il 24 aprile ’63 la dimensione sportiva della Giulia Berlina entra nel vivo con la nascita della TI Super alleggerita e pronta corse: corpo vettura più snello (pannelli di carrozzeria più sottili, vetrature posteriori e lunotto in plexiglas) motore 1600 da 112 cv (due carburatori doppio corpo più grandi, valvole maggiorate), cerchi in magnesio, quattro dischi, oltre 185 km/h. La TI Super esaurisce velocemente la produzione di 500 esemplari necessaria all’omologazione e tra il ’63 e il ’64 partecipa con grande successo nel Campionato Europeo Turismo. Ma per trovare l’adeguato testimone che segni il passaggio a un modello ancora più volitivo, Alfa Romeo affida al grande Carlo Chiti dell’AutoDelta lo sviluppo della Giulia Sprint in chiave più sportiva per le competizioni.
ALLEGGERITA. Al Salone dell’Auto di Amsterdam del 18 febbraio 1965 fa il suo debutto la Giulia Sprint GTA, capolavoro del Biscione che fa del suo acronimo (pari a Gran Turismo Alleggerita) una sigla a caratteri di platino nel libro d’oro dell’Alfa Romeo. Il design della Giulia Sprint GTA differisce da quello di una Sprint GT normale per pochi particolari: la presa d’aria del radiatore dell’olio, la mascherina alleggerita, le maniglie-porta più semplici, cerchi in lega di magnesio e il triangolo bianco con il Quadrifoglio sui fianchetti anteriori. L’alleggerimento di tutta la macchina (il peso a vuoto è di appena 745 kg) si deve alla carrozzeria in alluminio che porta un alleggerimento di oltre due quintali. Il quattro cilindri 1.6 bialbero, con testa in elektron, ha la doppia accensione come la Giulia TZ coda tronca allestita da Zagato. Il bialbero produce 115 cavalli a 6000 giri e la coppia massima, 142 Nm, è raggiunta a 4000 giri. Il pianale resta quello della Giulia, le sospensioni hanno ammortizzatori più rigidi e i quattro dischi dell’impianto freni non sono dotai di servo. La versione da gara, preparata dall’Autodelta, è ancora più estrema, con potenza vicina a 170 cavalli.
CARRIERA SPORTIVA. La Giulia GTA esordisce in gara alla Mille Chilometri di Monza del ’65: Russo Arcioni e Zuccoli-Zeccoli debuttano ancora senza omologazione e portano a casa un 18esimo posto (e un 1° nella classe Prototipi fino a 1600) e un ritiro. Dall’ottenimento del permesso la GTA si lancia alla conquista dell’Europeo Turismo. LA GTA conquista i titoli ’65, ’66, ’67 e ’69. Nel ’68 si aggiunge la GTA Junior 1300 per le classi minori (la versione stradale eroga 92 cv, da 150 in su quella da corsa) e nel ’70 la GT Am.
GTA MK1: LE IMPRESSIONI DI GUIDA. Secondo un lungo test drive del ‘65 la Giulia GTA ha il suo enorme motivo di vanto nel motore e nell’erogazione sempre pronta a qualsiasi regime. Durante la prova, specie a velocità elevate, la GTA non manifesta problemi di calore e non viene riscontrata la necessità del radiatore dell’olio ulteriore per abbassare la temperatura d’esercizio. Lo stesso non può dirsi dell’assetto, troppo morbido e poco incisivo nonostante la cura sportiva ricevuta. LA GTA è convincente in frenata grazie alla modulabilità dell’azione e al controllo rapido e istintivo della lieve tendenza al bloccaggio delle ruote. Vengono infine giudicate positivamente la reattività dello sterzo, la manovrabilità del cambio e la visibilità. [Consulenza: Alfa Blue Team, Milano]