CZINGER 21C, hypercar all’americana

CZINGER 21C, hypercar all’americana

“Che faccio… lascio?”, chiese l’ingegnere quando capì che i cavalli sviluppati dal powertrain ibrido della nuova CZinger 21C erano più del peso complessivo dell’hypercar americana. Non si può escludere una conversazione di questo genere quando sul piatto ci sono 1250 cv e un peso a secco di 1183 kg. Un rapporto di coppia che tende a favore del divertimento. Un risultato in cui la componente elettrica vanta certamente un ruolo da protagonista, ma senza nulla togliere alla parte endotermica. Il silenzio in ambito hypercar è ancora difficile da digerire e in certi casi da tollerare.

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TUTTI IN FILA! Ciò detto, il raffinato lavoro della californiana CZinger ha una base solida. L’unica ammissione dall’esterno è la parte relativa ai pneumatici, frutto della collaborazione con Michelin. Una premessa per stabilire che sotto il cofano della 21C non presenziano unità di celebri costruttori, adattate alle esigenze della biposto americana. Meglio della definizione di due posti, perché le sedute sono in direzione longitudinale, proprio come succede in moto. Così la forma dell’abitacolo è ancora più rastremata e l’aria che fende la vettura è meglio indirizzata a schiacciare la CZinger 21C a terra. Per entrare nel cockpit della hypercar a Stelle e Strisce c’è solo una portiera che ha un meccanismo ad apertura verticale.

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SCHIACCIATA A TERRA. Di fatto ne sono state realizzate due versioni, sia mai che una fosse poca, che differiscono proprio per alcune differenze a livello aerodinamico, che ne modificano la dinamica di guida. Infatti oltre al modello stradale, ne è stato predisposto anche uno Lightweight – da 1151 kg – pensato per la pista. La 21C offerta per la strada vanta una velocità massima dichiarata di 432 km/h a fronte di 250 kg di downforce a 250 km/h, mentre la Lightweight si limita a 380 km/h, ma contando su 790 kg di schiacciamento a terra, sempre a 250 km/h. Le voci che arrivano dall’altra parte dell’oceano assicurano uno 0-100 km/h inferiore ai due secondi e appena 29 secondi per arrivare a 400 km/h. Numeri che se confermati potrebbero creare un certo disagio a Christian Von Koenigsegg.

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11MILA GIRI + ELETTRICO. Valori supportati da un motore endotermico sovralimentato, che vanta un’architettura V8 e una cubatura di 2,88 litri (ricordate la Ferrari 288 GTO!) e un regime di rotazione di 11mila giri/min. Ci sono poi due unità elettriche collocate sull’asse anteriore. Un sistema già visto e approvato sulla Honda NSX, in cui i motori elettrici sono però tre. Il pacco batterie della C21 è al litio-titanato, tecnologia che pure la Mitsubishi i-Miev impiega. Mentre il cambio, nella configurazione transaxle, è del tipo sequenziale a sette marce. L’elemento emozionale è palese sulla CZinger C21, sebbene non trascenda l’attuale tecnologia conosciuta in ambito automobilistico. Il punto d’innovazione si presenta alla voce sistema di produzione. Infatti la casa americana, al di là dell’ovvio impiego di carbonio, realizza diversi componenti con la stampa 3D. L’auto sarà costruita in soli 80 esemplari, nelle varianti da strada e Lightweight, al prezzo di 1,7 milioni di dollari.

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Un commento su “CZINGER 21C, hypercar all’americana”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    La tecnologia innovativa di Czinger è un esempio della rivoluzione digitale applicata alle strutture per produrre veicoli leggeri e resistenti.

    Tutto nasce a Los Angeles nella Silicon Valley, protagonista è la startup Divergent 3D fondata da Kevin Czinger che ha ideato e brevettato un sistema di produzione di veicoli basata sulle tecnologie digitali della stampa additiva in metallo 3D, meno costosa dei metodi di produzione tradizionali, più leggero e resistente, oltre ad essere meno impattante per l’ambiente.

    Una rivoluzione digitale che si contrappone alle Gigafactory Tesla e in generale all’industria automotive.

    Czinger indica una via alternativa per la produzione dei beni industriali.

    In luogo delle megafactories di Detroit o dei Gigafactories di Elon Musk, la produzione del 21° secolo sarà dominata da un modello industriale alternativo costituito secondo Czinger, da reti di piccole fabbriche urbane come la sua.

    Atelier di costruzione che saranno in grado di fornire veicoli a basso costo ed a basse emissioni di anidride carbonica, in piccole produzioni altamente personalizzabili. E che potrebbero contribuire a riportare lavoro alle comunità che l’hanno perso.

    Il sistema ideato da Kevin Czinger consente di:

    – produrre strutture leggere ed avanzate senza costosi investimenti in attrezzature;
    – creare attraverso il computer, nuove strutture ottenute attraverso l’ottimizzazione e la produzione additiva che evolve la struttura del veicolo rendendola leggera, resistente, sicura ed economica;
    – automatizzare la progettazione, la produzione e l’assemblaggio di strutture complesse utilizzando un software specifico non di progettazione, ma di produzione additiva e assemblaggio robotizzato; lo stesso sistema può essere utilizzato per un’ampia gamma di applicazioni automobilistiche, aerospaziali e di altro tipo;
    – ridurre l’impatto ambientale nel ciclo di vita del componente;
    – far convergere i cicli di prodotti software e hardware per ottenere innovazione.

    Tutto questi contenuti sono definiti nel brevetto internazionale WO 2015/175892 Al che descrive il sistema dei “Nodi modulari per telaio del veicolo e loro metodi di utilizzo”, un sistema caratterizzato da elementi di giunzione stampati in 3D che collegano con facilità, tubi in fibra di carbonio per formare un telaio spaziale tridimensionale strutturalmente rigido, applicato in una struttura spaziale che, nel caso della Blade, la leggerissima auto sportiva, manifesto tecnologico di Divergent 3D, costituisce il telaio di un veicolo.

    Proprio la Blade è stato ed è il prototipo tecnologico della tecnologia Divergent 3D e della Czinger 21C.

    Telai tubolari a configurazione spaziale ad alta resistenza ed elevata leggerezza, formati dal sistema di giunzione in connessione con tubi in fibra di carbonio che rappresentano un vantaggioso processo di fabbricazione a basso costo, adatto a veicoli o ad altri processi di fabbricazione strutturale.

    Con successivo brevetto US2017/0050677A1, Czinger ha completato il concetto del sistema per il sub-assemblaggio e la costruzione dei veicoli, applicabile ad imbarcazioni ed aeromobili.

    Czinger non si è fermato all’auto, ha realizzato anche Dagger una motocicletta dotata di un complesso telaio stampato in 3D a struttura intrecciata, leggerissimo e resistente che dimostra, secondo Czinger, come Divergent 3D può fare molto di più che produrre le parti e il telaio di un’automobile.

    Ad eccezione del motore Kawasaki, tutte le parti principali della Dagger sono state stampate in 3D. Il telaio, il forcellone e il serbatoio sono stati creati utilizzando la produzione additiva. La fibra di carbonio e le parti in metallo sono create utilizzando le stampanti 3D, senza gli scarti delle tecniche tradizionali di fusione o lavorazione dal pieno dei componenti, secondo un disegno difficilmente realizzabile con le tradizionali tecnologie.

    Il processo può essere applicato praticamente a qualsiasi cosa. È una piattaforma che permetterà di progettare, produrre e assemblare una vasta gamma di veicoli.

    Una vera e propria rivoluzione digitale automotive.

    Vale la pena di aggiungere che sia la Czinger 21C, come l’antesignana Blade sono biposto tandem, per cui i vantaggi aerodinamici sono notevoli, grazie alla riduzione della superficie frontale.

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