Alfa Romeo Montreal: 50 anni fa il Biscione col V8
Mezzo secolo fa, durante l’edizione del 1970 del Salone di Ginevra, la casa del Biscione – che, come sappiamo, quest’anno compie 110 anni – presenta la versione definitiva di una delle sue sportive più celebri: è una 2+2, monta un poderoso V8 e si chiama Montreal. Di listino, con qualche optional come vernice metallizzata, condizionatore e alzacristalli elettrici, costa oltre sei milioni di lire. Dal look sembra una sportiva vera: in realtà si rivelerà come una granturismo più confortevole che agile, benché veloce per i suoi tempi.
IL PROLOGO. Nel 1967, in occasione dell’Esposizione Universale di Montréal, ad Alfa Romeo viene chiesto di creare ed esibire una vettura che rappresenti la ‘massima aspirazione raggiungibile dall’uomo in fatto di automobili’. L’ufficio tecnico del marchio, diretto da Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso, spinto del presidente Giuseppe Luraghi si mette subito al lavoro; carrozzeria ed interni sono invece affidati a Bertone ovvero alla matita di Marcello Gandini. Dei quattro prototipi realizzati due vengono spediti oltreoceano. La ‘Montrealina’ – così come la chiamano al Portello – sarebbe dovuta rimanere solo un prova di design, ma le insistenti richieste post Expo dei concessionari canadesi e nordamericani, a loro volta alimentati dai desideri reiterati della propria clientela, costringono Alfa Romeo ad avviarne la produzione.
A OTTO CILINDRI. L’otto cilindri da corsa della Tipo 33 è addolcito per l’uso quotidiano, la cilindrata sale a 2.6L per una potenza di 200 cavalli e i carburatori vengono sostituiti da un iniezione meccanica SPICA; ad un raffinato cambio manuale ZF a cinque rapporti – con la prima in basso – viene affidata la gestione della notevole coppia motrice, mentre a quattro dischi autoventilanti Girling il compito di frenare la massa di 1270 kg. Nonostante la Montreal soffra di un generoso rollio in curva – dovuto principalmente al telaio ideale per le Giulia, meno per una vettura di questa differente caratura – le prestazioni sono di tutto rispetto: oltre 220 km/h di velocità massima e 7 secondi per scattare da 0 a 100 km/h. Alcune versioni da competizione, poi, dotate di un V8 portato a 3000 cc, raggiungono i 340 cavalli.
IL SUCCESSO NON ARRIVA. La festeggiata, oggi cinquantenne, era una vettura destinata ad una clientela di rango, come confermavano prezzo, consumi e accessori disponibili. Nonostante le prestazioni di livello e il blasone conferitole del Biscione, la Montreal non ottenne mai il successo sperato anche a causa della crisi petrolifera del 1973: ne furono costruite solo 3925 unità nell’arco di sette anni. Tra le peculiarità più caratterizzanti della carrozzeria, ci sono sono senza dubbio le ‘palpebre’ anteriori che celano parzialmente i doppi fari e le sei feritoie orizzontali presenti ai lati della vettura lungo i montanti posteriori; la presa d’aria al centro del cofano è in realtà solo uno stratagemma per consentire l’alloggiamento del voluminoso propulsore.
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