Maserati V4: nel 1929 il capolavoro a 16 cilindri

Maserati V4: nel 1929 il capolavoro a 16 cilindri

Verso la fine degli Anni ’20, per ovviare allo scarso successo delle vetture di formula – ovvero dei regolamenti che imponevano determinate potenze, pesi e cilindrate alle vetture da corsa – si iniziò a lasciare una sempre maggiore libertà progettuale ai costruttori. Nel 1928 prendeva così il via il periodo della ‘formula libera’ e in pochi anni si passò dai soli cinque Grand Prix (le corse più famose e prestigiose della scena europea) del 1927 ai 18 del 1939. Tutti i costruttori cercarono da subito di sfruttare al massimo le libertà lasciate dal nuovo regolamento: Maserati affrontò la situazione continuando a schierare le sue vetture di successo ma, d’altro canto, ideò un modello specifico per i Gran Prix. Fu varato il progetto di un modello con motore sedici cilindri. Negli ambienti questa mostruosa macchina divenne nota come V4: la ‘V’ si riferiva alla disposizione delle bancate e ‘4’ alla cilindrata di quattro litri.

Foto: Bonhams

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CONVENZIONALE. L’obbiettivo era ottenere un’elevata potenza senza creare un’auto esageratamente innovativa. Per creare il nuovo propulsore si decise ‘semplicemente’ di unire due unità a otto cilindri della 26B da due litri. Si otteneva così un unico grande motore con sedici pistoni in movimento. E poiché – soprattutto all’epoca – grande cubatura significava grande potenza il risultato era senza dubbio ottenuto. Il basamento unico univa così le due lunghe file inclinate tra loro secondo un angolo di 25°. Ogni bancata di otto cilindri era indipendente e funzionava in autonomia: aveva il proprio carburatore, il proprio magnete e il proprio compressore volumetrico.

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TELAIO ‘ISPESSITO’. Se l’architettura di base sembrava tanto semplice il risultato finale era ben più complesso: il 16 cilindri, molto pesante, risultò problematico nella messa a punto necessaria per rendere indipendenti i due motori, in particolare nell’organizzazione degli organi accessori. Questo mastodontico propulsore aveva una trasmissione unica, collegata alla presa di forza posizionata centralmente. Naturalmente tutto il telaio seguiva il complesso della parte motoristica: longheroni rinforzati e più spessi, carrozzeria biposto molto larga, gigantesco serbatoio posteriore da 180 litri di carburante. Questo era necessario a soddisfare le esigenze di un motore eufemisticamente assetato: la V4 percorreva circa due chilometri con un litro di carburante.

280 CAVALLI. La progettazione fu affidata all’ing. Giulio Alfieri. Questi dedicò particolare attenzione alla progettazione, costruzione e messa a punto dei due sistemi di alimentazione, che in presenza di due motori, doveva essere particolarmente efficiente per dare lo stesso rendimento da parte di entrambi. Fu ottenuto un ottimo risultato grazie alla nuova collaborazione con la Weber, che realizzò due carburatori di grandi dimensioni. La potenza ottenuta, 280 cavalli, fu un valore soddisfacente, che si abbinava a un’elevata elasticità nell’erogazione.

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AUTO DA RECORD. La Maserati V4 fu presentata nell’autunno 1929 e suscitò grande approvazione. Debuttò in gara a Monza il 15 settembre 1929 con Alfieri Maserati al volante. Pochi giorni dopo Baconin Borzacchini conquistò vari record di velocità a Cremona sulla prova dei dieci chilometri. Il pilota umbro corse a oltre 246 km/h di media. Nel 1930 la V4 colse la vittoria al Gran Prix di Tripoli ancora con Borzacchini. Alla Coppa Acerbo Luigi Arcangeli si ritirò per incidente, alla 500 Miglia di Indianapolis ottenne una mediocre prestazione in prova (e non fu schierata alla partenza) e ancora un insuccesso a Monza. Vinse, infine, il Reale Gran Premio di Roma con Ernesto Maserati.

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UN ESEMPLARE O DUE? Non è chiaro quanti esemplari siano stati prodotti. Secondo un’ipotesi la prima V4 fu, nel 1931, acquistata da un medico di Roma e trasformata, prima di trasferirsi della Capitale, in una lussuosa roadster bicolore (verde chiaro/verde scuro) da Zagato. Nella primavera di quell’anno, infatti, una Maserati sedici cilindri è segnalata in gara al concorso d’eleganza del Celio. Nel frattempo si ritiene che un secondo esemplare sia stato approntato come Maserati V5 e sia rimasto un’auto da corsa (del resto la sedici cilindri era regolarmente in gara in quella stagione. Poco prima dell’inizio della guerra l’ipotetico secondo esemplare fu nascosto e smontato per sfuggire alla confisca nazista. Negli anni successivi il motore fu ritrovato e conservato. In epoca recente, infine la V4/V5 è stata ricostruita con una nuova meccanica e oggi si trova nel Nord Italia, nella collezione di un appassionato di auto Maserati.

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