Monoposto: le concept più egoiste

Monoposto: le concept più egoiste

Nel primo Novecento le auto da corsa erano spider due posti che, con una capote, diventavano fascinose modelle per un concorso d‘Eleganza. Nei primi Anni ’30 nacquero le forme aerodinamiche: passaruota avvolgenti, parabrezza curvi, volumi sinuosi, design più definito. Ma Alla 24 Ore di Le Mans del ’37 ecco la Bugatti Type 57G: secondo alcune correnti di pensiero è la prima barchetta. Finito il conflitto, con pochi mezzi e tanto coraggio le spider vanno ad animare la classe Sport e la barchetta si definisce: minuta, minimale, forma soprattutto a siluro, sedile del passeggero così insignificante che, con un piccolo cover tonneau di pelle, si trasforma in monoposto.
La barchetta da corsa si è evoluta senza sosta nel tempo ed è arrivata fino all’era dell’ibrido. Oggi ha il sedile di guida al centro mentre l’epopea del sedile del passeggero temporaneamente nascosto non c’è più. Tranne un caso: le meravigliose Ferrari Monza Sp1 e SP2. Ma nel recente passato questa micro nicchia esisteva eccome e si è animata di alcune interessanti e suggestive vetture, purtroppo rimaste allo stato di concept. In questa gallery+ ecco alcuni esercizi di stile più famosi degli ultimi decenni. 

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