Orciari: il design prestato al tuning. Ciao Massimo
La Orciari è stata un mito nel periodo a cavallo tra gli anni ’90 e i primi Duemila per via dei kit estetici che il suo fondatore (assieme al fratello Luciano, ndr), Massimo Orciari – uomo gentile e competente – , realizzava per i tuning-addicted. Al di là di quella moda, la Orciari produceva (e produce) per l’industria dell’auto componenti utili all’utilizzo dell’auto a 360°, dal 1982: dai gusci dei sedili agli hard top dei pick-up, giapponesi e no. Addirittura un copricapote per le Porsche 911 Cabrio che, dopo la cura Orciari, cominciavano a profumare di Speedster. Tra le auto rese celebri dai suoi kit, nella golden era del tuning all’italiana, la Citroën C2 Batman (2005), le Subaru Impreza (specie la seconda generazione), la Mitsubishi Colt, la Mini (Bmw, prima maniera), la Fiat 500, la Opel Tigra e potremmo andare avanti a oltranza. Perché chiunque, giovane o meno, abbia avuto per la testa di rendere un po’ più unica la sua auto, un pensiero su un componente Orciari lo avrà fatto. Design, tecnologia e creatività made in Italy: questo era il suo motto. Massimo Orciari ci ha lasciati qualche settimana fa dopo una lunga malattia: grazie per averci fatto sognare.