Portacose su ruote: Gita e la Piaggio di domani
All’inizio c’era la Vespa. Due ruote piccole, eleganti, che oggi sono cool e che allora erano semplicemente molto pratiche. Perché quando nacque lo scooter di casa Piaggio, l’Italia era in ginocchio, la guerra era appena finita e la gente aveva bisogno di mezzi economici e affidabili per rimettersi in moto. La pubblicità tormentone Vespa-pa-pa-pa (se non l’hai mai vista non sai cosa ti perdi, lo abbiamo inserito sotto la notizia) la dice lunga sui mille usi che quelle due ruote avevano allora. Già perché lo scooter, contrariamente alla moto, ha quella pedana larga che lo trasforma in mezzo di movimentazione cose, oltre che persone. Ecco. Il punto è esattamente questo. Anzi, questo è Gita. Una specie di Vespa 2.0 al netto del piacere di guida.
NATO IN USA, RADICI IN ITALIA. Già perché Gita è sostanzialmente un incrocio tra un baule semovente e un facchino personale. Motorizzato elettricamente (ha un’autonomia di quattro ore), porta in giro i pesi al posto tuo (portata massima 20 kg). Ideato da PFF (Piaggio Fast Forward) che ha base a Boston, capitale della robotica e patria dell’MIT, ha le radici in Italia, e comincerà a battere i marciapiedi americani da metà novembre. Come funziona? Gita ha una vista di 360 gradi e, sostanzialmente, dopo un riconoscimento iniziale del ‘padrone’ da seguire (un vero e proprio pairing), replica fedelmente andatura e fermate di chi lo precede. C’entra qualcosa con la guida autonoma? No, per fortuna no. Gita non funziona con il GPS e quindi può essere utilizzata anche negli interni…